“Grazie” ed il rock intimista di Gianna Nannini
Marzo 14, 2006 in Musica da Gino Steiner Strippoli
E’ un ritorno in grande stile quello di Gianna Nannini, la più rockers della storia musicale italiana, la musicista che attraverso la sua rabbia canta l’amore con tanta poesia.
Registrato tra Aprile e Ottobre 2005, Grazie (Universal), contiene la visione più intimista tra poesia e amore, di un artista vogliosa di cantare la sua rabbia, la sua anima, il suo amore, i suoi sentimenti, le sue tristezze. Senza dubbio uno degli album più belli dell’intera carriera della Nannini, al massimo della maturità artistica. La sensibilità che ha nello scrivere i suoi testi, insieme al quel suo modo di far uscire dal profondo dell’anima il proprio canto, è unica. L’album entusiasma già al primo ascolto, tanto che si dovrebbe dirle: grazie per “Grazie”! Era tempo che non si ascoltava la Nannini sfornare un album di tale pregio sia nelle armonie che nei testi, con incredibile energia sia in studio che sul palco.
Tanta passione roccheggiante! “Grazie” inizia con una poesia romantica scritta insieme a Pacifico intitolata “Sei Nell’Anima”, parole che colgono gli aspetti più intimi dell’amore: “Sei nell’anima e li ti lascio per sempre sei in ogni parte di me ti sento scendere fra respiro e battito….”. Si alza la tonalità del rock con la successiva “Possiamo sempre” un brano hard rock, vecchio stampo, di quelli, tanto per capirci, che dal vivo fanno esplodere il pubblico, con le chitarre taglienti di Davide Tagliapietra e Fausto Masolella, mentre gli arpeggi di Wil Malone si inseriscono nei punti giusti. La musica ritorna con un orchestrale “L’Abbandono”, un dialogo profondo nei confronti del proprio amore: “e scendo come lacrima cadendo in te finchè vorrai anche se non ti abbandoni a me…”. L’estensione si fa ancora più romantica con “Grazie”, la canzone che da il titolo all’album: armonie solari, di quelle che riempiono i polmoni d’aria e l’anima di felicità. Poi arriva un brano scrittogli da Pacifico in “Le Carezze”, uno dei momenti più belli ed intimi anche se arrivano da un movimento andante intriso di tristezza: “…. come una riva in cima al mare finisce a morsi cosi l’amore pietra in polvere fiamma in cenere, basteranno le carezze le mie mani forti e libere a scaldarti…..”.
L’impeto rock non può mancare per troppo tempo infatti eccola la Nannini attaccare “Babbino Caro” grande rock in un grido di aiuto all’amore e affetto paterno. Emozionante “…e la vita non è come un angelo che si alza e danza sulla punta dei piedi e la vita che hai e che vedi andar via io vorrei ridartela come fosse mia…”. Un’acustica ballata racconta la solitudine che se ne va sopra le nuvole In “Treno Bis” mentre la chitarra di Camillo Sampaolo disegna note delicatissime. La tristezza finisce e l’allegria prende corpo in una ritmata “Io”, con chitarre e archi in piena simbiosi sino a punteggiare il rock più gioioso. Ma Gianna non si ferma qui anzi volge la musica verso una progressione rock molto aggressiva e rabbiosa in “Mi fai incazzare” . La voce di Gianna è potente, intensa e rombante quando canta: “ … il cielo è qui sopra di noi deserto scivola alle mani, il cielo è su con gli avvoltoi se ti giri diventa assassino…”. E con grande stile l’opera di Gianna finisce con un pianoforte che ricama note di disperazione in “Alla fine”: “… ora che fai raccogli bombe qua e di là, magari esplodi tra gli ulivi salti in aria con la verità, non vedi l’orizzonte che immagino io, e te ne vai dalle mani che dicono addio………. ora che fai metti ponti di qua e di là, nascondi i segni conti i giorni che cominciano senza di noi, ci pensi mai ai ricordi che scappano via, mi mancherai e cosi mi farai compagnia…”.
di Gino Steiner Strippoli