“Final Fantasy”, la sfida dell’iperrealismo
Settembre 10, 2001 in Cinema da Redazione
“Final Fantasy” – The Spirits Within (Usa 2001) di Hironobu Sakaguchi.
Dove andrà a finire l’animazione? La svolta digitale degli ultimi anni ha prodotto una vera e propria rincorsa all’iperrealismo che sembra inarrestabile. “Shrek rappresenta il meglio del cinema prodotto al computer o almeno, rimarrà tale per i prossimi novanta secondi” disse qualche mese fa Jeffrey Katzenberg, produttore della divertente pellicola della Dreamworks. Nella battuta sta tutto il senso di una sfida che mira a raggiungere l’indistinguibilità fra attore digitale e attore in carne ed ossa. L’obiettivo (implicito) è quello.
L’animazione sta facendo passi da gigante. I pupazzi di Toy Story sono storia vecchia. Pensiamo solo all’ultimo anno di programmazione. Dinosauri della Disney è il simbolo di una casa di produzione che ha perso il monopolio mondiale della cinematografia d’animazione. Il risultato contenutistico e formale di Shrek è nettamente superiore, così come Final Fantasy è formalmente superiore alle due pellicole che lo hanno preceduto.
Shrek ha segnato la prima rivoluzione proponendo per la prima volta nell’animazione digitalizzata personaggi umani, in Final Fantasy si va oltre: i personaggi principali sono umani e i loro tratti sono incredibilmente realistici. La protagonista, la dottoressa Aki Ross, è già diventata (ahimè) diva da riviste patinate, ma il lavoro migliore è quello fatto sul dottor Sid che la accompagna. Rughe, nei, capelli, pori della pelle. La cura dell’infinitamente piccolo fa infinitamente grande la confezione del film. I problemi ancora irrisolti, gli ostacoli verso la parificazione del digitale all’umano sono rappresentati dai movimenti del corpo. Il camminare ed il correre rimangono a tutt’oggi i due principali ostacoli nella rincorsa all’indistinguibilità.
Con queste premesse formali il plot passa chiaramente in secondo piano. E’ la solita storia della subordinazione della sceneggiatura all’effetto speciale. Lo scontro fra la dottoressa Ross, il dottor Sid, i Deep Eyes e i Phantom, le forze aliene, è cosa già vista. Le due ore passano con piacere, ma, lo ripetiamo, l’impressione è che il grosso del lavoro sia stato fatto soprattutto sulla forma.
di Davide Mazzocco