2 mostre a Lugano
Novembre 10, 2009 in Viaggi e Turismo da Redazione
Nell’ambito di un progetto culturale congiunto dei due principali musei d’arte del Polo Culturale di Lugano, il Museo d’Arte della Città di Lugano e il Museo Cantonale d’Arte, sono attualmente allestite due mostre, che offrono una sorta di lettura incrociata delle ricerche artistiche sul corpo e il volto quali elementi fondanti dell’identità umana.
Il Museo d’Arte, in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano e con la partecipazione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano presenta questa mostra che affronta, con un approccio interdisciplinare, il rapporto tra il corpo umano e la rappresentazione che di esso è stata data da parte delle arti, della scienza e della tecnologia, soprattutto per quanto riguarda la dinamica dell’imitazione del corpo (con gli automi) e della sua sostituzione (con i robots).
L’esposizione si articola in due sezioni: la prima, allestita a Villa Ciani, ripercorre la storia degli automi, proponendo un excursus dalla Grecia classica ai nostri giorni e includendo alcuni prodotti della più avanzata tecnologia quali robot e androidi.
La seconda, ospitata al Museo d’Arte dà spazio alla riflessione sulla creazione artistica dell’età moderna e contemporanea incentrata sul rapporto corpo-macchina e corpo-tecnologia.
Reperti archeologici, disegni, libri a stampa, documenti relativi, al teatro, al cinema e alla musica, varie tipologie di automi – fra i quali il celebre disegnatore di Jacquet-Droz – realizzati nel XVIII secolo, giocattoli, dipinti, sculture, video, installazioni, robot industriali e ludici sono presentati seguendo un allestimento a carattere prevalentemente cronologico, senza peraltro escludere ibridazioni di tipo tematico, tali da consentire la messa in dialogo delle opere esposte, provenienti da diverse raccolte sparse in tutto il mondo.
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano partecipa con sei modelli storici di macchine costruite negli anni ’50 partendo dall’interpretazione dei disegni di Leonardo da Vinci e dedicate allo sviluppo di automatismi o alla traduzione di forme animali e umane, come le strutture alari e il palombaro.
Corpo Automi Robot. Tra arte scienza e tecnologia
Dal 25 Ottobre 2009 al 21 Febbraio 2010
Museo d’Arte, Riva Caccia 5
Villa Ciani, Parco Civico
Orari: martedì – domenica e 28 dicembre 10.00 – 18.00; 24 dicembre 10.00 – 16.00;
1 gennaio 14.00 – 18.00.
Chiuso lunedì e 25-26 dicembre.
Attraverso circa 80 opere di oltre 40 autori, si intende indagare la ricerca artistica internazionale degli ultimi quarant’anni, valutando la persistenza della rappresentazione del volto, le sue alterazioni e trasformazioni.
Le opere provengono da Musei, Fondazioni, gallerie e collezionisti di tutta Europa, oltre che dagli artisti stessi.
La mostra è a cura di Marco Franciolli, Direttore e Bettina Della Casa, Curatrice, Museo Cantonale d’Arte. La Sezione Video è curata da Elena Volpato, GAM Torino.
Il progetto espositivo del Museo Cantonale d’Arte nasce da una serie di interrogativi: è tuttora lecito pensare la rappresentazione del volto come indice di identità?
Come significativa corrispondenza fra segno e cosa, immagine e soggetto?
Una riflessione sul soggetto oggi si confronta necessariamente, sul piano artistico, con la decostruzione del volto che si fraziona, si vela, si deforma, si cancella, opponendo resistenza ad ogni forma di identità univoca tra modello/figura, soggetto/immagine.
La crisi del soggetto, ormai definitivamente minato nella sua unità e centralità, mette in gioco la possibilità stessa di avere o meno un volto.
Nonostante questo, nelle ricerche degli artisti contemporanei il volto e le sue trasformazioni restano una tematica privilegiata, che trova espressione in mutate strategie di (auto)rappresentazione, in altri modi di riflettersi in uno o più volti.
Al fine di circoscrivere l’ambito di indagine, di per sé sconfinato, il “volto” viene inteso non tanto come “ritratto”, quanto piuttosto come “inter-faccia” tra sé e gli altri (oltre che tra sé e sé).
Anziché focalizzare l’attenzione sulla singolarità del volto quale luogo dell’individualità e della rappresentatività del soggetto, esso è considerato nel suo carattere generale, come luogo della possibilità/impossibilità dell’instaurarsi di relazioni tra soggetti, sullo sfondo di un contesto storico-culturale sempre più marcato da istanze de-individualizzanti.
Ogni volto implica la messa in gioco dello sguardo, inteso come dispositivo essenziale affinché il volto si manifesti, si orienti verso il mondo esterno (l’altro/l’osservatore).
Lo sguardo e la sua traiettoria sono quindi assunti come criterio di analisi del volto, come elementi atti a (ri)velarne il mistero e le sue declinazioni.
Ma chi sono gli artefici dello sguardo?
L’artista, il soggetto dell’opera e l’osservatore. Nella relazione dialettica tra questi tre attori lo sguardo si attiva dando vita (volto?) al volto.
A partire da queste distinzioni si intende articolare l’esposizione.
Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009
Dal 25 ottobre 2009 al 21 febbraio 2010
Museo Cantonale d’Arte, Lugano
Orari: martedì 14-18, da mercoledì a domenica 10-18, lunedì chiuso.
di Redazione Arte