R-esistenze con Debut per Traspi.net

Gennaio 20, 2010 in Spettacoli da Cinzia Modena

Giuliana Garavini_R-esistenze“R-esistenza Donna” è uno spettacolo che affronta la figura della donna a tutto tondo, presentandone i molteplici aspetti. Il progetto è nato da una lettura tra amici di “Il partigiano Johnny” un libro di Fenoglio sul periodo storico della Resistenza. E ne è nato un lavoro che coniuga mezzi di trasporto, treni, e donne. Ma tutto rimanda a qualcosa di vicino al quotidiano sentire. Resistenza porta all’esistenza se cedi una erre. La staffetta partigiana, che rappresenta la resistenza armata, è l’emblema della donna determinata, che non teme la fatica del suo compito e lo affronta come una danza leggera. Una donna, più donne sotto riflettori di luci e giochi di colori e suoni e ombre. Movimenti cadenzati meccanici o sciolti: scene di quotidiane giornate, senza tempo, in una resistenza nell’esistenza quotidiana mentre intanto il treno passa…

Giuliana Garavina racconta a Traspi.net di quest’avventura

  • Giuliana, questo lavoro nasce da una chiacchierata con un tuo amico filosofo durante la lettura di Fenoglio. La storia fa da sfondo o è protagonista del tuo spettacolo?

    Nasce dall’incontro – durante una passeggiata in Langa – con Luciano, un filosofo della scienza. Andando per sentieri, abbiamo chiacchierato di Resistenza, del 25 Aprile (che ricorreva proprio quel giorno), di partigiani e del ruolo che ebbero le donne in tutto questo… Scoprii così che c’era qualcuno al mondo che si era trasferito dalla vivace Toscana (con all’attivo degli scritti, articoli sulla Resistenza appunto) a Torino, che era appassionato di valori civili, resistenziali, che aveva una fede politica, se non altro nel credere alla forza delle idee che portarono alla libertà la nostra nazione (in un momento storico in cui mi sembrava che tutto intorno molti non credessero più a nulla, nè nel passato, nè nel presente!). In questo senso – come filo rosso per l’ispirazione dello spettacolo questa storia è la guida di tutto il lavoro. Io e Luciano, infatti, ci siamo poi incontrati più volte per scegliere cosa inserirvi, a partire dalle mie percezioni di costruzione di uno spettacolo.

    Fenoglio è arrivato per conseguenza, un pò perchè Luciano ha scritto diverse cose sull’autore piemontese, un pò perchè me lo ha fatto apprezzare di più, lasciandomi immaginare che tipo poteva essere, un pò perchè io sono originaria di Langa, e perchè mi sono “divertita” a scegliere pezzi di un autore normalmente misogino in cui però le donne sono quelle che aiutano i personaggi, o ballano con loro, allietando la loro storia fatta di armi e carabine, alleggerendo la loro esistenza, eppure Fenoglio (o i suoi personaggi) non riescono a ringraziarle!

  • La prima volta che ho visto R-esistenza donna, è stato a Cuneo, in un parco, nel corso di una rassegna di arte moderna. Oggi lo proponi in teatro. Nel panomara della produzione teatrale odierna, a che tipo di spettacolo può essere associato? Teatro – danza?

    Giuliana Garavini_R-esistenzeDifficile dirlo. E’ realtà è teatro e danza, non quello di estrazione bauschiana, se non in certi momenti: quelli di sospensione, quelli in cui il gesto del ferroviere che fa partire il treno si trasforma nel gesto sconsolato e drammatico stile ‘La vita è bella’, o da partenza sui treni merci dei deportati… delle immaginarie donne che in quel gesto voglio rappresentare, che salutano con la mano i loro figli, mariti, parenti. Potrebbe anche essere qualsiasi gesto d’addio di donne che hanno salutato dei combattenti, dei partigiani, degli uomini andati via, in guerra, o lontano… e pure muovendomi in tondo, simulando (come si può su due gambe… senza una rotaia sotto…) il moto relativo del treno rispetto al marciapiede, può essere pure il gesto degli uomini che si allontanano sul vagone. Insomma è un tatro danza giustapposto, accostato, più che integrato. E’ una scelta. Che porterà forse ad altri lavori.

  • Quali gli elementi chiave di questo progetto? Quando ne parli sembra ci sia un incanto. Parlaci di questo incedere tra esistenza e resistenza.

    Giusto. Incedere, cioè camminare con solennità e gravità. Come in alcune immagini della prima parte dello spettacolo. Lei che dice: “…erano combattenti partigiane” e sottolinea le parole con il giuramento sul petto. O traduce in gesti (inventati, ma che ricordano il linguaggio degli audiolesi) le parole che narrano l’impegno profuso dalle donne durante la Guerra di Liberazione Nazionale.

    Tutto nasce dalla considerazione che togliendo una lettera, la “r”, Resistenza diventa esistenza. Quindi ho immediatamente pensato alle donne che resistono alla pressione di ricoprire tanti ruoli oggi, ma che esistono facendo le pulizie da sole in casa, divertendosi a immaginare che i movimenti possono diventare gesti danzati. Ma anche che cantano e sono in grado di cantare una ninna nanna al loro bambino, ma che hanno fatto Resistenza – come Dina Bacciola – facendosi mamme di fucili, fasciati e nascosti in treno e a piedi, per sfuggire ai tedeschi, e quindi rischiando la vita per essere madri di libertà. Quale madre in fondo, non rischia la vita, diventando madre? E ancora: ho pensato a donne che vogliono essere e non solo apparire. Così prendo in giro la donna velina o valletta televisiva mettendola alla berlina (sul pezzo di Madonna). Gioco con l’immagine della presentatrice televisiva, che cerca di esaltare le proprie curve ma sta leggendo il diario di un macchinista. C’è ricerca di contrasti, di dissonanze tra corpo e parola, di distanze tra mente e corpo, salvo poi che il corpo alla fine si lascia andare tradendo la mente…. e il mio non fa eccezione, così molto potranno leggere in me quello che nemmeno io leggo.

  • Il treno. Non è solo un mezzo di locomozione e tu ti muovi con lui. Quanto peso ha il ritmo nell’economia del tuo spettacolo? si può parlare di armonia o destrutturazioni di schemi o di altro ancora?

    Lo spunto che ho colto per presentare questo lavoro, è stata la richiesta d’una performance d’apertura per ZooArt, esposizione semipermanente d’arte contemporanea, visual, materiale e oltre. Ho così inventato lo schema ‘futurista’. E gli sono rimasta fedele.

    Tutto è ambientato all’interno di una partitura fisica futurista, una giustapposizione di quadri, d’immagini (come ho scritto a mio nipote se ti piace è per sentimento come per un quadro d’arte contemporanea, non perchè ha un filo conduttore). Il ritmo però è continuamente cercato, tenuto presente e vivo. Non voglio fare una cosa solo drammatica ma anche qua e là divertente e mossa. Come danzatrice, quindi, e con i tempi della danza più che del teatro ho cercato le musiche, l’alternarsi di parole, gesti e posizioni, inserito sequenze lunghe una musica intera oppure un secondo. Il pretesto futurista poi, mi costringe ad essere ritmata. Lenti e veloci si alternano spero armoniosamente nella pièce.

  • Musiche e colori. Sono una cornice o simboleggiano altro, interlocutori che cambiano di volta in volta? A quale scelta sei stata più legata?

    R-esistenzeLe fonti delle musiche sono varie: ho ricercato un tappeto musicale per poter sostenere la lettura dai toni differenti a seconda del dramma o delle sensazioni (amicizia, nostalgia, paura, difficoltà, complicità) evocate di volta in volta dagli stralci di Log Book di Luciano Celi (www.lucianoceli.it). Alcune musiche son spunti musicali elaborati con Luciano due anni fa. Holavorato anche sulla ricerca di ritmo per la danza: anni ’80 per la coreografia che mischia Donna-Rambo a Velina, Yann Tiersen per le coreografie finali in stile Martha Graham, valzer e classica o contemporanea classica qua e là interrott
    e dal silenzio per i pezzi di reading di Fenoglio.

    Non rappresentano interlocutori diversi, ma la cornice o il sottofondo ideale per un recitato, per una lettura o per una danza. Anche il silenzio lo è.

    Ho poi giocaato con il rosso, prima di tutto con il vestito

    e con momenti allusivi in cui leggo e dico di “resistenze rosse”. Il verde del prato e degli stivali rappresenta il legame con la terra, con la Langa di Fenoglio, ma anche con il pavimento della danza della Graham. C’è qualche momento di arancio, di sole e calore…

  • Associazione e Compagnia Debut

    Debut nasce nel 2005 dall’incontro – scontro di giovani artisti di generazioni vicine, ma diverse.

    Muovendosi intorno alla ricerca di Giuliana Garavini come danzatrice coreografa attrice, Debut si serve di linguaggi differenti, principalmente il teatro e la danza, traendo forza dal contrasto e confronto tra i due registri, perseguendo l’equilibrio, ma non l’integrazione ad ogni costo. L’attenzione e la cura per il gesto espressivo è centrale nello stile poetico artistico della Compagnia. Raccoglie inoltre l’eredità poetico – artistica dell’Associazione Ca Nostra, da trent’anni promotrice della Torino più e meno nota, dimostrando sensibilità ed attenzione per le “cose d’epoca”, dalla Rivista al Café – Chantant ai balli di sala. Promuove spettacoli di teatro danza per ragazzi, ma non solo.

    Organizza laboratori nelle scuole; gruppi d’espressione corporea; corsi di danza, gruppi di armonizzazione corporea per adulti, professionisti e non, e anziani, e corsi di aggiornamento rivolti ad insegnanti ed operatori della Scuola.

    Giuliana Garavini, coreografa e presidente dell’Associazione, collabora con alcune realtà della danza torinese, in particolare con la Scuola “ARTEMOVIMENTO” e con il LYCEE FRANCAIS JEAN GIONO’ di Torino; con il COORPI, Coordinamento Danza Piemonte della città. Inoltre porta avanti alcuni progetti con altri artisti del territorio di San Salvario, come MANUMARA, artista della vetro fusione.

    MAGGIORI INFORMAZIONI

    “R – ESISTENZA DONNA”

    Una donna lunga come un treno


    di e con Giuliana Garavini (Compagnia e Associazione Début)

    da una passeggiata in Langa di Luciano Celi e Giuliana Garavini

    Sabato 23 Gennaio 2010 ore 20.45

    Teatro Araldo

    Via Chiomonte 3 / A Torino

    Per informazioni, prenotazioni e abbonamenti, telefonare ai numeri 011837846 – 3490676918 o inviare una e-mail a: [email protected]

    di Cinzia Modena