Nuoto: Piemonte mondiale
Luglio 30, 2001 in Sport da Federico Danesi
L’Italia della vasca è cresciuta e ormai non ha più paura di nessuna. In un colpo solo altre quattro medaglie, di spessore assoluto: l’oro del “Setterosa” e di Alessio Boggiatto nei 400 misti, l’argento della staffetta 4X200 stile libero maschile ed il bronzo inatteso di Fioravanti nei 50 rana sono perle che resteranno a lungo nella memoria degli italiani, poco abituati a trionfi così ravvicinati, soprattutto in una rassegna mondiale.
Il week-end è cominciato splendidamente, con la vittoria delle ragazze di Formiconi. Era troppa la voglia di fare bene, sia da parte delle più vecchie, come Allucci, Consoli, Malato, forse alla loro ultima grande occasione, che per le nuove leve, da Tania Di Mario, ormai stella di valore mondiale, a Sciolti e Musumeci. E poi c’era da vendicare la finale dei recenti Europei, dove l’Ungheria aveva messo fine al dominio azzurro facendo credere che il ciclo fosse chiuso.
La partita è durata praticamente un quarto, il primo, nel quale le ragazze di Formiconi sono andate a segno con Di Mario, Allucci e Malato. Le magiare hanno ridotto le distanze (3-2) con la Stieber, ma si scatena Martina Miceli, che segna 4 reti e chiude i conti. Il 7-3 finale rispecchia fedelmente i valori in campo e consegna alla storia una squadra che dal ’95 ha vinto due mondiali e tre europei, con un’unica pecca, la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Sidney.
Emozionante, coinvolgente e finalmente liberatoria la medaglia d’argento della staffetta italiana. L’Australia, si sapeva già, viaggia per conto suo, ma una medaglia era assolutamente alla portata. Già in mattinata gli azzurri hanno fatto il loro dovere, centrando il quinto tempo con la seconda squadra, nella quale ha fatto appieno la sua parte anche il torinese Federico Cappellazzo, atleta della Rari Nantes (peccato non trovare per lui un posto in finale).
Alla sera, poi, la consacrazione; l’Australia è partita subito in quarta e non si è più voltata indietro, realizzando il nuovo mondiale (7’04″66) ma gli azzurri han tenuto il passo, terminando secondi con tanto di nuovo record europeo (7’10″86). Brembilla, Pellicciari, Beccari (compagno di Cappellazzo alla Rari, sotto la guida di Claudio Rossetto) e Rosolino hanno realizzato il loro (nostro) sogno.
Alessio Boggiatto da Moncalieri rappresenta la novità assoluta dell’italnuoto: la sua medaglia d’oro, conquistata segnando il nuovo record italiano dei 400 misti (4:13.15) è il regalo più bello per tutto il movimento, ma soprattutto per il ragazzo stesso, autore di strepitosi progressi nell’ultimo anno. La medaglia d’argento e quella di bronzo sono andate rispettivamente agli statunitensi Erik Vendt (4:15.36) e Thomas Wilkens (4:15.94). Boggiatto, dopo aver conquistato il titolo mondiale, sembra incredibilmente controllato e commenta: «Ero un po’ spento negli ultimi cento metri. Mi dispiace non avere ottenuto un tempo migliore, nonostante sia primato italiano. Non che contassi di stabilire un nuovo mondiale, ma volevo avvicinarlo». «Il settimo posto da me ottenuto nei 200 metri – rivela il neo campione del mondo – mi aveva fatto arrabbiare e mi è stato di stimolo per caricarmi in vista della finale di oggi. L’unico stress che ho avuto è stato l’ attesa per la gara arrivata all’ultimo giorno dei mondiali».
Nuovo record italiano anche per Domenico Fioravanti: il piemontese arriva terzo nei 50 metri rana. Con i suoi 27 secondi e 72, batte per la seconda volta consecutivamente il record italiano della specialità, malgrado non sia la sua preferita. La medaglia d’oro è andata all’ucraino Oleg Lisogor che con il tempo di 27.52 ha segnato il nuovo record europeo, mentre il russo Roman Sludnov si è classificato al secondo posto in 27.60, il suo miglior tempo nella specialità.
Subito dopo la conquista del bronzo, Domenico Fioravanti appare felicissimo: «Bellissimo, bellissimo – dice – questa forse è la medaglia più bella, soprattutto dopo la piccola delusione dei 200. Forse gli altri oggi hanno peggiorato un pochino. Meglio così, sono contento anche del record, ma la medaglia mi fa più piacere in quanto era inattesa». L’ azzurro dice anche che «il ginocchio destro in gara non mi dà fastidio, ma è chiaro che quando tornerò in Italia dovrò farlo controllare attentamente».
di Federico Danesi