Tradire sì, tradire forse, non tradire… mai
Agosto 10, 2001 in il Traspiratore da Redazione
È una sporca faccenda…
Avere la compiacenza di ammettere che la fedeltà non si presta facilmente alla riproduzione comporta spesso un impeto alla rassegnazione – o alla libertà?- cui pochi, se non pochissimi, amano abbandonarsi. Eppure, pensateci, quanto semplice sarebbe dimostrare che non ci sono date altre possibilità al cedimento, né col pensiero, né tantomeno nella pratica.
“Di certo se uno vuole…”, si dice. Ma provateci voi a fermare gli ormoni, quelli se ne infischiano delle proibizioni. Ne avete mai visto uno ritrarsi con orrore davanti al cartello di divieto, col muso impaurito dalle conseguenze morali che per lo più scoppiano come bolle al momento della verità? Davvero, trovatevi a un bivio dove non v’è che un’alternativa per avanzare e vedrete che l’unica direzione a prevalere risulterà sempre la naturale tendenza al cambiamento, giacché per evolversi bisogna mutare, e per trasformarsi occorre sperimentare, scandagliare, te(a?)stare.
Dunque, capirete bene che fossilizzarsi intorno ad un centro di relazioni stabili è una violenza contro la propria istintualità genuina, un girare su se stessi fino all’esaurimento, una spirale da paralisi progressiva, un’involuzione, una specie di malattia quasi. Quanto attraversare notti così esaurite da non voler mostrare nemmeno più la promessa di un giorno diverso, perché anche questo, in realtà, sarebbe uguale ai mille già visti, la solita solfa, cioè.
D’altronde, che pescare ogni volta nello stesso lago esaurisca le risorse, nonché la fantasia, è un’incontestabile premessa al comandamento secondo il quale si deve cambiar esca per ogni verme e onorare quella nuova al pari di una benedizione. Alleluia e così sia, dall’ultima parola dell’Uomo, primo versetto.
Se credete alle favole (meglio se col lupo), allora… provocate! Togliete il cappuccio rosso, passate dall’altra parte della barricata e nascondetevi dietro un cespuglio in attesa di una preda, e quindi un’altra, e un’altra ancora, fino alla stagione della vecchiaia sprovvista ormai di paniere. Divertitevi finché c’è tempo. Se poi vi annoierete di tutta quella vita, ricordate che di sentieri per uscire dal bosco non mancano mai. E, soprattutto, neppure per rientrarvi.
Il Traspiratore – Numero 31-32
di Massì