Vecchi rimedi per la cura dei capelli in primavera
Aprile 12, 2010 in Medley da Cinzia Modena
E’ primavera e i segni dell’inverno lasciano traccia su molti di noi. Non solo sul volto e sulla pelle ma anche i capelli risentono degli agenti atmosferici, dello stile di vita e del cambio di stagione. Ci si guarda allo specchio e l’unica cosa positiva che possiamo fare è trovare un modo per restituire lucentezza alla chioma. I prodotti sono tanti.. basta guardare uno scaffale di un supermercato o di una profumeria e perché no, di una erboristeria. Eppure ci sono consigli che hanno aiutato con successo tantissime donne: i rimedi che molte delle nostre nonne hanno adottato e di cui ci dimentichiamo facilmente.
Qualche esempio: maschere al tuorlo d’uovo e polpa di mela, acqua di castagne e impacchi alla banana. Piccoli trucchi che ci permette la natura stessa e alla portata della nostra “cambusa”. Luciano Colombo, hairstylist milanese, propone qualche suggerimento volto a ridare luminosità e forza alla chioma indebolita dal freddo.
Uovo e mela per rinforzare il capello e scongiurare l’insorgere delle doppie punte. Una maschera che va massaggiata per 5 cinque minuti e lasciata in posa per 30 e che deterge e rafforza la chioma lasciando un gradevole profumo di pulito.
Per punte inaridite Luciano Colombo, sulla scia di antichi rimedi naturali, consiglia un impacco alla banana montata con un cucchiaio di panna “La banana ha proprietà ammorbidenti, la crema ottenuta è in grado di ravvivare il cuoio capelluto opacizzato dai mesi invernali. – spiega Luciano Colombo – E’ una maschera che può essere usata tutte le volte che si vuole”.
Per accogliere la primavera con capelli luminosi e rinnovati, un rimedio valido è anche quello all’ acqua di castagne, Hennè e olio di Amla. L’acqua dove vengono bollite le castagne e l’olio di Amla serve da base per la maschera. L’Hennè diventa l’elemento che unisce gli altri due. Una preziosa aggiunta di cacao rende la maschera molto idratante e perfetta per capelli sfibrati e opacizzati dall’inverno che incombe.
di Cinzia Modena