XIV Biennale di Scultura a Carrara
Luglio 8, 2010 in Medley da Benedetta Gigli
I monumenti servono a ricordare il meglio di un’era, o la sua dignità. Poi, quando i tempi cambiano, quegli stessi monumenti cambiano di significato e mostrano i limiti o le disgrazie di quella stessa era. (Mikhail Gorbaciov, in Postmonument, catalogo della mostra)
Già da inizio anno la XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara ha fatto parlare di sé in tutta Italia, e non solo per i grandi nomi che avrebbe esibito durante l’esposizione, ma per il suo presentarsi come una sfida irriverente, frutto di una ricerca più o meno geniale o di una talentuosa provocazione in grado di annientare il “genitore-monumento”.
Il tentativo di quest’anno era quello di riscrivere la storia attraverso il segno dell’arte. Così l’artista Maurizio Cattelan ha raccolto il guanto di sfida e ha pensato di sostituire il monumento di Giuseppe Mazzini, da sempre posizionato fieramente accanto all’Accademia di Belle Arti, con una statua di Bettino Craxi: Ecco è Mazzini la figura su cui lavorare. Molto meglio di Garibaldi che è un personaggio fin troppo popolare. Giuseppe Mazzini è più misterioso. Tutti sanno che ha contribuito in maniera fondamentale all’Unità d’Italia, ma nessuno sa esattamente in che termini. Dunque si può partire da lui e dal suo ruolo per fare una riflessione a 360 gradi sulla vulnerabilità della storia. Mi piace pensare che la temporanea assenza di Mazzini lo trasformi in una cosa viva, e che il dibattito che ne seguirà lo riconsegni al nostro presente. Mentre la trasformazione in monumento di Craxi lo consegni alla storia, proprio quando se ne ridiscute l’attualità.
L’artista, però, non ha fatto i conti con la popolazione della capitale del marmo, che è andata su tutte le furie ed ha creato gruppi e gruppetti contro il povero Cattelan che ha visto la soprintendenza revocargli il permesso. E così alla fine ha deciso di collocare la sua opera al cimitero di Carrara per (diciamo così) seppellire la sua idea.
Già questo forse poteva bastare come provocazione, ma ben altre sorprese ci aspettavano dietro l’angolo. Ecco, infatti, l’opera di Paul McCarthy, che per la prima volta usa il marmo per realizzare una delle sue sculture: un escremento di dimensioni gigantesche, posizionato tra l’entrata principale dell’Accademia di Belle Arti (vessata da ogni lato quest’anno!) e la Cassa di Risparmio di Carrara: L’ho scelta perché la società di oggi tende a nascondere le cose sconvenienti, le rimuove – ha detto McCarhty –. Io invece ne faccio una scultura. Provocazione e dissacrazione in un pezzo “sui generis” che inevitabilmente catalizza l’attenzione di tutti (senza dubbio Luis Buñuel e Piero Manzoni riderebbero vedendo che il vecchio trucchetto della popò funziona ancora).
Quello che colpisce, però, è che la vera provocazione viene dall’artista carrarese Francesco Siani, erede dell’arguzia e del sarcasmo toscano, che ha accostato alla cacca di prezioso travertino un molto più artigianale scopettone gigante, con tanto di paletta: una performance nella performance che tratta con ironia temi delicati come quello sul concetto e significato di arte. Quindi, alla domanda di Fabio Cavallucci, direttore artistico della Biennale, se riusciremo a riconoscerci in questi nuovi monumenti, viene quasi istintivamente da rispondere che ne facciamo volentieri a meno.
D’altra parte, però, la Biennale accetta anche la sfida di parlare di monumenti storici, della monumentalità dei tempi d’oro e lo fa proponendo un percorso articolato su più sedi, dilatato sul territorio, portando la mostra in vecchie segherie e laboratori: proprio in quei luoghi un tempo attivi con centinaia di lavoratori e ormai chiusi da decenni. Così nell’ex Segheria Adolfo Corsi troviamo opere di Arturo Martini, Fausto Melotti, Lucio Fontana e Arturo Dazzi, opere che in quel contesto lasciano una sensazione di nostalgia per un’arte che, per quanto fosse anch’essa provocatoria, aveva qualcosa di più da raccontare.
Informazioni
Biglietto 8 euro, ridotto 4 euro
Visite guidate a gruppi 30 euro
Le biglietterie si trovano presso l’ex segheria Adolfo Corsi e presso il seminterrato delle scuole Saffi.
Orari
Fino al 19 settembre
Da martedì a giovedì dalle 11.00 alle 20.00
Da venerdì a domenica dalle 11.00 alle 22.30
Dal 21 settembre dalle 11.00 alle 19.00
Chiuso il lunedì
di Benedetta Gigli