A tutto voltaggio
Agosto 10, 2001 in Musica da Redazione
Dopo quasi quattro anni di assenza, gli AC/DC sono tornati a suonare davanti ad un caloroso pubblico italiano. Ecco la cronaca della giornata emozione dopo canzone.
Appena entrati allo Stadio ci si rende subito conto stiamo per assistere ad un grande spettacolo: un palco largo più di 50 metri, alto una decina, con al centro una passerella lunga una ventina di metri che termina sotto una piattaforma rialzata. Sul palco c’è una campana gigante, scale antincendio, tre maxi schermi ai lati e al centro del palco, due enormi cappelli rossi con corna da diavoletto in cima al palco, a destra e a sinistra. Prima dell’inizio del concerto vero ed atteso, quello degli AC/DC, suonano due gruppi, ma non riescono a scaldare l’ormai numeroso pubblico presente.
Alle ore 21.30 inizia l’evento: entrano Brain Johnson ed Angus Young ed iniziano a suonare canzoni storiche del gruppo, e il pubblico va in delirio. Angus in giacca e pantaloncini verdi, con cravatta nera su camicia bianca, corre a destra e sinistra, la sua espressione quando suona ricorda il “bel volto” di Jack Nicholson in Shining.
Si ascolta la canzone e si guarda il video sui tre maxi schermi. Una telecamera mobile montata su un lungo filo, che corre dal palco alla curva, proietta immagini davvero suggestive sia del pubblico che del gruppo. Alle ore 22.00, a letto i bambini, incomincia l’ormai abituale spogliarello di Angus, prima la giacca, poi cravatta e camicia, ed infine giù i pantaloncini, dove esibisce un paio di boxer bianchi con una bandiera italiana stampata sul posteriore. Dopo questo divertente intermezzo solo musica: la lunga passerella viene spesso e volentieri usata dai leader del gruppo, il pubblico si accalca per poter vedere da vicino Angus, che continua a suonare in maniera perfetta, ottimo il volume della musica! La grossa campana viene fatta suonare da un volante Brian Johnson, tarzan in confronto era un principiante nell’uso delle liane.
E viene il momento di Back in Black, poi ancora canzoni, una dietro l’altra. Angus utilizza la passerella per la sua più classica passeggiata su un piede ed approda alla piattaforma rialzata, dove esegue un magnifico assolo seguito da un pubblico quasi ipnotizzato; torna sul palco ed un mini ascensore lo porta in cima alle scale antincendio, dove continua a suonare per cinque bellissimi minuti.
L’ultima canzone vede salire sul palco una batteria di cannoni, che iniziano a sparare colpi ad ogni nota di Angus, colpi potenti, che intontiscono il pubblico che segue con piacere questo spettacolo. L’uscita di scena del gruppo è scandita ancora da colpi di cannone e mentre la band velocemente trova i camerini, il pubblico può guardare meravigliato gli inaspettati fuochi artificiali che illuminano lo Stadio. Dopo, un lungo applauso sancisce la fine del concerto.
Che cosa altro si può dire, oltre un grande concerto, uno spettacolo nello spettacolo? Il gruppo ha regalato ai quasi ventimila spettatori, molti dei quali sopra gli anta, due intense ore di musica. Gli effetti speciali hanno reso l’ambiente “caldo” e movimentato: sotto il palco la gente cantava e pogava, le persone sugli spalti in piedi a cantare. Un concerto dove ogni spettatore si è sentito protagonista del magnifico spettacolo offerto dagli AC/DC, ma soprattutto da Angus, vero mattatore della serata. Alla fine il pubblico usciva felice dallo Stadio e, banalmente, ma realmente, diceva:”peccato è già finito”. A chi ama la musica dura appuntamento al loro prossimo concerto.
di Alessandro Mautino