Rosanna Balbo per Traspi.net

Gennaio 12, 2011 in Attualità da Benedetta Gigli

Lo scorso dicembre abbiamo presentato le attività 2010-2011 dell’OMI, e ci è rimasta la curiosità di approfondire la sua missione educativa. Per questo abbiamo incontrato la sua presidente, Rosanna Balbo, che ci ha gentilmente concesso questa intervista.

rosanna balboPerché l’OMI ha sviluppato un programma di attività a sostegno dell’educazione dei bambini, ma anche degli adulti?

L’OMI ha una storia antica. È nato a metà del 1700 come “Opera per la mendicità istruita”, quindi la sua missione è stata chiara fin dall’inizio: fare educazione. Oggi vuol dire promuovere e sostenere delle azioni e degli strumenti per aiutare la crescita dei bambini e delle bambine e per qualificare il lavoro di chi si occupa di educazione.

Crescere bene come persone: come possono contribuire le attività dell’OMI?

Il percorso di crescita delle persone è lungo e non finisce mai, occorre partire dalla nascita dell’uomo/donna bambino e, possibilmente ancor prima. Le attività dell’OMI cercano quindi di sostenere questo percorso, con strumenti diversi: dall’Asilo Nido della Musica che accoglie 42 bambini e bambine, ad altri interventi rivolti ai ragazze e alle ragazze, ai giovani, nonché a tutti quegli adulti che accompagnano questo percorso, come i genitori, nonni, zii, insegnanti, educatori e psicologi, sacerdoti ecc.

Quali strumenti privilegiate per favorire un percorso formativo degli adulti che si occupano di educazione?

L’OMI promuove corsi, seminari e incontri di approfondimento sull’educazione, normalmente per piccoli/medi gruppi, al fine di favorire un dialogo tra chi forma e i partecipanti, privilegiando l’analisi e la rielaborazione dell’esperienza di ognuno, per costruire nuove ipotesi di intervento.

Ma voi promuovete anche eventi culturali?

Un altro compito dell’OMI è quello di valorizzare le capacità e le competenze dei giovani e degli adolescenti grazie alla ormai consolidata tradizione dei concerti di giovani musicisti nella Chiesa di Santa Pelagia di proprietà dell’OMI e in altri luoghi, in partnership con organizzazioni del territorio (conservatorio G. Verdi, Goethe Institut e la sezione del FAI di Torino, l’Accademia Montis Regalis di Mondovì ecc.), del Festival dei cori di bambini e adolescenti, del lavoro con le scuole che hanno adottato la Chiesa, primo fra tutti l’Istituto comprensivo N. Tommaseo.

Scorrendo il vostro programma si percepisce un processo di cambiamento di questa istituzione, collocato in particolare negli ultimi 30 anni.

E’ vero! Questo cambiamento si è realizzato rimanendo ancorati ai principi che hanno ispirato i padri fondatori, tenendo in considerazione i seguenti concetti:

  • La storia di ieri è un elemento che ci deve accompagnare per gestire l’oggi e per costruire il futuro: “Innovare da radici antiche” (titolo di un capitolo dal libro “ascoltare e pensare” di Magda Viola).

  • Avere presenti sempre le caratteristiche dell’istituzione: l’OMI è un ente pubblico e pertanto deve operare nel rispetto delle leggi e regole cui è vincolato

  • Apprendere dall’esperienza: Wilfred Bion dice che “qualsiasi esperienza può essere usata come modello di una esperienza futura

  • Ascoltare e pensare per fare

  • Dare spazio alla creatività

  • Rispettare i ruoli: quelli del consiglio e quelli dei “tecnici”, lasciando spazi all’emergere di nuove proposte in una dimensione “creativa”

  • Osare: in alcuni casi è davvero necessario avere il coraggio di osare, mantenendo sotto controllo la situazione e valutandone attentamente gli sviluppi e i risultati

  • Praticare e ricercare il dialogo, ovvero trovare “amici di strada” con cui confrontarsi, acquisire nuove conoscenze, avviare collaborazioni.

    Lei è presidente di questo Ente, ed ha ricoperto questa carica quadriennale per ben 6 volte, quale bilancio fa di questa esperienza?

    Ho accettato di ricoprire questa carica fondamentalmente come impegno civile e questo è lo spirito che anima anche i 6 consiglieri che affiancano il presidente. Certamente io ho trasferito le mie competenze e la mia esperienza professionale di consulente alle istituzioni, occupandomi di promuovere e progettare azioni rivolte al mondo giovanile, nonché alla mia competenza ed esperienza in campo formativo. Sono soddisfatta di questa esperienza e credo di aver reso un buon servizio a questa istituzione e alla mia città.

    di Benedetta Gigli