Siena vince, Cantù merita gli applausi
Febbraio 13, 2011 in Sport da Redazione
Un PalaOlimpico da brividi accoglie la finale di coppa Italia di basket 2011 tra Monteppaschi Siena e Bennet Cantù. Brividi per l’inno italiano iniziale e per la commemorazione della leggenda Cesare Rubini. Brividi per il tifo infuocato della curva di Cantù, pittoresca e raddoppiata rispetto alla semifinale di ieri sera agevolmente vinta contro Avellino. Curva che sogna una doppia festa, quella sul parquet dei propri beniamini e, a seguire, quella dell’Inter contro la Juventus nel contiguo stadio Olimpico.
Brividi per i tifosi toscani, in inferiorità numerica, ma altrettanto calienti. In totale 9.000 spettatori pronti ad ogni emozione.
Una finale è una finale, lo si capisce subito dall’intensità in campo e fuori. Cantù è venuta per vincere e parte subito forte, difendendo e giocando con attenzione, per un primo vantaggio 10-6. Pianegiani chiama time out e inserisce Kaukenas e Lavrinovic partiti in panca, Siena alza un muro difensivo che con tre stoppate annichilenti lancia un parziale di 14-2 che la porta al primo intervallo con un vantaggio confortevole.
Cantu non cede: con un inizio scoppiettante di secondo quarto di Tabu risponde al break e una clamorosa bomba del Cardinale Mazzarino porta sul pari i lombardi, accendendo ancora di più la curva.
Timeout chiamato dal coach della nazionale, Siena torna carica e spavalda e piazza un secco 4 a 0, ruba ancora una palla e Stonerook tenta la tripla per sedare gli avversari, ma i tiro esce. Le triple entrano invece ancora a Cantù, che ri-sorpassa e allunga fino al più 5.
La gara si fa nervosa, gli odiati ex canturini Kaukenas e Stonerook raggiungono il secondo e il terzo fallo, ma Micov fa anche peggio facendosi fischiare il tecnico del 4 fallo che lo toglie definitivamente dalla partita.
Siena comunque tiene e distribuendo lo sforzo (già 11 giocatori in campo nel primo tempo), ricuce fino al 36-34 per la Bennet che chiude il primo tempo.
Siena riparte forte dopo l’intervallo e in pochi minuti piazza un parziale che la lancia al più 8 (52 – 44). Ci si aspetta che Cantù ceda da un momento all’altro, ma 8 punti di Leunen e un’ennesima tripla di Mazzarino la tengono in partita.
Lavrinovic continua a portare legna al Montepaschi (8 punti nel quarto), ma Cantù resiste e un ottimo Green in penetrazione la fa chiudere sotto solo di 3, 58 a 55.
Un altro canestro di Green, dopo un bel rimbalzo del sempiterno Marconato, porta ancora più vicino Cantù in avvio dell’ultimo quarto, ma Siena ha ancora l’energia per piazzare un parziale mortifero di 10-0, chiuso da Lavrinovic che, solo come l’ultimo indiano in una prateria, piazza ancora una tripla per i campioni in carica che sigla il più’ 11.
Cantù è commovente, non molla un centimetro, anche con una squadra in evidente riserva di energie. Mazzarino è braccato in ogni angolo del campo, e non gli si lascia spazio neanche in transizione, dove è stato mortifero per tutto il weekend, e allora Green e una bomba di Leunen cercano di costruire l’ultima rimonta fino al -3 a 4′ dalla fine.
Siena è fredda e cinica come sempre, sfrutta ogni piccola opportunità anche negli ultimi attimi, e a 58″ dalla fine, Zisis, vera anima della Montepaschi di questa sera, infila la tripla che piega le gambe, questa volta sì, alla Bennet.
I cori toscani si alzano alti al cielo sicuri dell’ennesimo trionfo, e gli ultimi secondi scorrono via, come le speranze di Cantù di tornare ad alzare una coppa.
Finisce 79 a 72, con un meritato trionfo di Siena alla fine di una partita entusiasmante, giocata al massimo dell’intensità dalle due migliori squadre d’Italia, che davvero hanno onorato una Final Eight molto bella e fortunata.
Cantù non può recriminare nulla, è stata spettacolare per due partite, e ha inchiodato Siena per quasi 39 minuti, giocando un basket eccellente. Non si vede come non possa ritrovare il Montepaschi in finale scudetto, per dare al suo tifo fantastico la possibilità di sognare ancora.
Di Siena cosa si può dire? I numeri parlano chiaro: 3 coppe Italia e 8 finali vinte di fila. Nessuno sembra possa scalfirli in Italia, su una serie lunga di finale sembra impossibile battere i ragazzi di Pianegiani.
E allora rimane da superare il tabù della Eurolega: questa sì che è una sfida quasi impossibile, ma questo gruppo è eccezionale, ed allora non si può che fare il tifo per loro.
Diamo le pagelle ai protagonisti, a partire dalla città ospitante.
TORINO: 8
La città sabauda ritrova un grande evento di basket, e in queste occasioni sente quanto gli manca questo sport che diversi anni fa animava l’antico PalaRuffini.
E’ stato un successo di pubblico ed entusiasmo, 9000 spettatori per la finale, 30000 in totale sulla manifestazione, certo molti da fuori, ma ricordiamo che non c’era una squadra di casa, e Biella e’ uscita subito.
Il PalaOlmpico e’ un gioiello, speriamo che si possa riempire con il tifo di casa in un futuro non troppo lontano.
MILANO: 4
La delusione piu’ grande, anche se gli scricchiolii della cura Peterson gia’ si sentivano chiaramente. La squadra e’ bloccata, poco coraggiosa, si appoggia a pochi singoli e fatica a stare insieme, soprattutto quando l’intensità della partita sale.
Manca anche una struttura chiara, una guida forte, una idea di gruppo.
Adesso si fa dura, le opzioni di cambiamento sono state giocate (quasi) tutte, se il generale Dan riportera’ la squadra dove da tempo e’ attesa, fara’ davvero il miracolo.
BOLOGNA: 5
L’altra ex-grande ha, in piccolo, i problemi di Milano. Non riesce a trovare stabilita’ e a dare una svolta alla stagione. La Coppa Italia poteva essere una buona occasione, ma si e’ dissolta subito.
PESARO: 6
Trovare subito Siena riduce a priori possibilità e aspettative. Prova ad approfittare di una Montepaschi attendista, ma non e’ abbastanza.
MONTEGRANARO: 6,5
Bella realtà, diverte con la sua costruzione equilibrata tra giovani italiani e solidi stranieri, va oltre il suo dovere e lascia un bel ricordo. I tifosi marchigiani potranno toglierai ancora delle belle soddisfazioni quest’anno.
BIELLA: 5
Perde prima della partita Viggiano, il suo centro di equilibrio, in attacco e difesa. Ma perde subito anche energia e concentrazione. Cantù l’asfalta senza ritegno, non lasciando neanche un sorriso alla curva biellese che sperava in una cavalcata sorprendente.
Urge ripartire subito per non rischiare brutte sorprese in campionato.
AVELLINO: 7,5
Vera rivelazione della competizione, mette a lucido i propri gioielli, con un Marques Green indimenticabile contro Milano. La forza atletica e l’entusiasmo si schianta pero’ contro l’organizzazione e la forma sfavillante di Cantù
CANTU’: 9
I ragazzi di Trinchieri non dovranno dimenticare.questi fantastici tre giorni. Rullo compressore contro Biella e Avellino, eroici fino all’ultimo contro Siena. Mazzarino incanta e trascina, i propri mezzi lunghi illuminano con passaggi che aprono difese altrui e cuori degli appassionati, tutti portano il proprio tassello, inclusa la curva davvero parte attiva della squadra.
E tutto senza budget stellari, o metropoli alle spalle. Una vera oasi di passione e competenza. Peccato giocare nello stesso campionato di Siena.
SIENA: 8,5
Se uno non ci fosse stato potrebbe pensare alla solita facile cavalcata. Tutt’altro, Pianegiani e i suoi hanno dovuto sudarsi queste tre partite e la Coppa Italia. Ma Siena non vince perché baciata dagli dei, e sa come portare a casa trofei anche quando non e’ tutto semplice.
All’interno di un periodo complesso per l’andirivieni di infortunati e rientri (Jaric non ha giocato un minuto), la squadra si appoggia alle sue fondamenta, sia individuali (Lavrinovic MVP, Kaukenas, Zisis) che di squadra (organizzazione, difesa, concentrazione). I tifosi possono essere dav
vero ancora una volta orgogliosi dei loro ragazzi. Siena domina da anni, ma il merito e’ sempre dalla loro parte.
QUINTETTO IDEALE
Zisis, Mazzarino, Lavrinovic, M.Green, Ford
SECONDO QUINTETTO
Cinciarini, Ortner, Leunen, Kaukenas, Szeyczzyk
MVP
Lavrinovic
di Alberto & Claudio