Pane e guide strategiche
Marzo 30, 2011 in Technology da Redazione
Sono un divoratore di guide strategiche. Più che divoratore: un masticatore, un degustatore. Non parlo di infilarmi la vecchia pipa del nonno in bocca, parlo lento fumo, di una radica invecchiata e cesellata da un maestro, di indovinare le note di latakia nelle spire voluttuose del tabacco.
Per anni mi sono tormentato nel dilemma del quando. QUANDO approcciare alla guida strategica, quando divaricare quelle pagine vergini: prima di iniziare il gioco, rovinandomi ogni brandello di sorpresa, o a bocce ferme, a gioco terminato, per ricominciarlo col senno di poi.
La risposta al quando è arrivata col tempo, banale ma intrisecamente sincera: quando ti pare.
Non parliamo di testi sacri, di cattedrali maestose che si stagliano nel cielo e che verrebbero irrimediabilmente mortificate da qualsiasi tentativo di descrizione o rappresentazione.
Parliamo di videogames.
E con la saggezza dei peli bianchi sulla mia barba, molti più dello scorso anno, voglio raccontarvi due approcci diversi alla “guida”, l’approccio sacrosanto e l’approccio per diletto.
Per questo excursus nel male del videogiocatore della domenica, metto a confronto due titoli diametralmente opposti: Little Big Planet 2 e Dead Space 2, e le relative guide strategiche (guide ufficiali al gioco delle edizioni Multiplayer.it).
Little Big Planet 2
Il gioco è uscito da poco, distribuito strategicamente a prezzo ribassato.
Per chi si è perso il primo capitolo, esclusiva Playstation3, si tratta di uno dei giochi più originali (e ambiziosi) mai comparsi su console: un gadget per aspiranti designer, un gioco che fa dell’editor di livelli il suo cardine e punto di forza, un titolo per chi da ragazzino disegnava labirinti con la penna Bic su un foglio di carta a quadretti (indovinate chi lo faceva?).
LBP2 raccoglie l’eredità del primo, e a dispetto di vendite iniziali un po’ sottotono, prende il concetto di editor di livelli, lo guarnisce con una saccapoche caricata a napalm e ci mette sopra una bomba a mano, a mo’di ciliegina.
LBP2 è un’occasione, una change per la vostra creatività, è DelPiero che vi invita un giovedì sera per una partita di calcetto, è una scollatura in cui infilare la mano.
E la sua guida un MUST.
Un errore madornale, privarsi di questo strumento, un modo per complicarsi la vita e tagliarsi i polpastrelli prima di un concerto a pianoforte.
Non per l’avventura, naturalmente, sfiziosa ma non essenziale, e neanche per il contorno di patate un po’ crude servito sul finale: intervista agli ideatori del gioco, roba che potreste trovare anche online senza troppa fatica.
La guida è un must-have per tutta l’enciclopedica sezione dell’editor: pagine e pagine di pura dottrina e conigli cavati fuori dal cilindro, la differenza fra correre dal supermercato a casa in un giorno di pioggia e partecipare alla maratona di New York.
Testo essenziale, per il sottoscritto, confesso di essermelo gustato in lunghe sessioni in vasca da bagno, in ammollo dall’ufficio e ansioso di scaricare stress da coda in tangenziale nei livelli per i sackboy…
Dead Space 2
Ci sono giochi che aspetti e altri che TI aspettano. Dead Space, il primo, mi aveva aspettato sulla porta: “Sei tu quello che va in giro a dire che si è spaventato solo con Forbidden Siren?”
Il primo Dead Space mi aveva preso a calci negli stinchi, fatto saltare dalla sedia, fatto gridare nel cuore della notte e poi voltare verso la camera da letto, temendo di aver svegliato la santa moglie.
Aspettavo il seguito del gioco con l’ansia di un bambino il 24 dicembre.
Il secondo capitolo si è rivelato ancor peggio del primo. Disturbante, dovessi descriverlo con una sola parola. Violento, angosciante, imprevedibile sin dal primo secondo (non minuto: secondo!). Mentre studiavo il modo più strategico di mutilare i necromorfi e lordare i muri con le loro viscere, pensavo alla folla di mamme che si era scagliata contro Rule of Rose: vedeste questo, ragazze mie….
Mi sono goduto Dead Space 2 come ci si gode un pollo mangiato con le mani: ungendosi la barba e ciucciandosi le dita beandosi di quanto si è disgustosi agli occhi di chi non ha mangiato e non può capire.
La guida di Dead Space 2.
Vi ho detto che sono un masticatore di guide strategiche, quindi non potevo fare a meno di questa.
Ma è davvero necessaria? Se la vostra preoccupazione è quella di rimanere bloccati fra il quarto e il quinto o il timore di non riuscire a spuntarla a gravità zero, mi sento di rassicurarvi: DS2 è perfettamente godibile anche senza guida. E’ un gioco lineare e col localizzatore non avrete mai l’imbarazzo di dover scegliere fra la porta di destra e quella di sinistra.
La guida è un delizioso accessorio. E’ un modo per coccolarvi, per portarvi a letto ancora qualche pagina di Dead Space dopo una lunga sessione serale davanti all’xbox, è l’overdose buona di chi esce dalla stadio e sul viaggio di ritorno accende l’autoradio per i commenti della partita che ha appena visto, è quel velo di miele sul pecorino che ti fa dire “Mhmhmhhm” alla padrona di casa, neanche l’avesse cagliato personalmente il formaggio.
Un ottimo acquisto, insomma.
Questa è la differenza fra approccio sacrosanto e l’approccio per diletto.
Ci sono delle guide che semplicemente DEVI avere.
Altre delle quali potresti fare a meno… ma che alla fine compri lo stesso, perchè anche se fin da piccolo hanno cercato di convincerti che l’uomo è composto dal 99% di acqua, sai che tu sei composto dal 99% di passione e l’uomo passionale fa sempre la cosa sbagliata.
E’ un po’ quello che succede quando devi comprare la macchina nuova e consulti tutti i cataloghi e ti informi anche su quanto costano le gomme da neve, anche se abiti a Reggio Calabria e l’ultimo fiocco di neve che hai visto, c’erano ancora le lire come moneta.
99% di passione, abbiamo detto.
di Jack Mangusta