Jordan è pronto al rientro

Settembre 12, 2001 in Sport da Federico Danesi

Washington

Tutti aspettano Godot e Godot sta per arrivare. Il ritorno di Michael Jordan, che solo fino ad un paio di mesi fa sembrava pura fantasia, è ora sempre più vicino e, anche se manca ancora più di un mese all’apertura della stagione ufficiale Nba, l’ambiente è elettrizzato e non attende altro.

E’ stato lo stesso Jordan a confermarlo durante un’intervista rilasciata ai giornalisti del sito di Sports Illustrated (cnnsi.com), dell’Associated Press e del Chicago Sun-Times: entro la metà della prossima settimana, probabilmente il 18 settembre, MJ terrà una conferenza stampa per annunciare la sua decisione definitiva, ma sembra proprio che il 23 tornerà a calcare i parquet della Nba.

A precisa domanda dei colleghi americani Jordan ha sorriso brevemente e poi ha risposto: “Lo faccio solo per amore di questo gioco, nient’altro. Solo per amore”. La verità è che tutti, o quasi, spingono per un suo ritorno, a cominciare dal suo storico sponsor, la Nike, che ha rilanciato in questi giorni la campagna pubblicitaria con la sua faccia. Il secondo ritorno di Jordan nell’Nba (dopo quello, storico, del ’95) rappresenta un affare per tutti, non solo per le aziende che lo appoggiano, a cominciare dai suoi Wizards, che sicuramente riempirebbero l’Mci Center in ogni occasione, anche se la squadra è molto meno che modesta, e dalle televisioni, che vedrebbero aumentare il loro potere contrattuale nella gestione degli spot pubblicitari.

Gli stessi bookmakers americani negli ultimi giorni hanno sensibilmente abbassato le quote dei Wizards vincitori nella Nba, portandole addirittura a 12-1, quando solo un mese fa erano superiori ad 80-1, anche se per il momento la possibilità di un ritorno di Jordan non è stata ancora quotata.

La realtà, però, è che il 38enne Jordan, pur essendosi allenato duramente durante tutta l’estate, non convince nessuno di quelli che conoscono a fondo il mondo del basket, a cominciare dal suo preparatore atletico, Tim Grover. Quanto a noi, preferiamo ricordarlo a Salt Lake City, sua ultima apparizione nella Lega, con quel canestro beffardo in fade-away a cinque secondi dalla fine in gara-6 contro i Jazz: fu il suo sesto titolo, l’ultimo dei grandi Bulls e la sua incoronazione definitiva a più grande di sempre. E’ stato un giocatore da sogno, ora rischia di diventare un incubo.

di Federico Danesi