Marseille – Cassis: un successo!
Ottobre 28, 2001 in Sport da Claris
Record di partecipanti (e già si sapeva…) ed incredibile successo, ma soprattutto gara avvincente, con risultati tecnici di valore assoluto: ecco in sintesi la Marseille Cassis, classica internazionale di 20.3 km, seconda corsa su strada francese per importanza e valore dei competitor.
L’unico punto che lo staff del comitato organizzatore, la SCO Sainte Margherite, non poteva programmare per la ventitreesima edizione erano, ovviamente, le condizioni meteo, ma il cielo ha aiutato gli atleti. Temperatura fuori stagione ottimale (20°) ed appena una leggera brezza marina a disturbare nel punto più alto, i 327 del Colle della Gineste.
Come detto, folla grande alla partenza, sull’Avenue del Prado, lo spettacolare viale davanti al Vélodrome, il mitico stadio dell’Olimpique. Ufficialmente non più di 12.000 persone al via, per motivi di sicurezza, ma ben 15.000 iscritti (già a luglio, data di chiusura delle iscrizioni) e la certezza (!) degli organizzatori che il 15% in media rinuncia alla partecipazione. Diciamolo, un successo incredibile, fuori da ogni più florida aspettativa, e molto si deve all’abilità degli organizzatori e del direttore della corsa, Jean Pierre Teisseire.
Bellissimo il colpo d’occhio sul variopinto serpentone umano (con numerosi atleti della legione straniera schierati subito dopo i top runner) che alle 9.00 ha iniziato ad affrontare il difficile percorso, in ascesa dolce per i primi 5 km (da 0 a 100 m di altitudine), secco per i successivi 5 (fino ai 327 del Colle della Gineste). La strada scende poi dolcemente fino al 16° km e prosegue in picchiata fino al 17°, in attesa degli ultimi saliscendi prima dell’arrivo a Cassis, dove segue sinuosa le vie del centro fino alla rotonda del porto.
In campo maschile la cronaca segnala, fin dal via, il formarsi di un terzetto di atleti, due keniani (David Makori, vincitore della passata edizione, ed il giovane Titus Munji) ed il pluricelebrato marocchino Kalid Skah, già oro a Barcellona ’92 nei 1.500 m.
Al 5° km Skah prende decisamente il largo, aumentando il distacco fino agli 85 metri di vantaggio all’ottavo km sui secondi, Makori e Munji, che ingaggiano un duello avvincente. Le posizioni restano invariate fino a metà gara (33’ 32’’ il tempo di Skah ai 10 km).
Poco oltre il 12° chilometro l’azione decisiva: il campione uscente David Makori rompe gli indugi, incrementa il ritmo, mette in grossa difficoltà non solo il compagno Munji, ma soprattutto Skah, che vede ridursi al lumicino il suo vantaggio dopo la favolosa, ma spossante (ed un po’ incosciente) cavalcata solitaria in salita.
Al 13° km l’alto Makori incrementa la falcata e supera Skah che continua comunque a seguirlo come un’ombra per i successivi 6000 m. L’ultimo km, ricco di saliscendi, ha visto una stuzzicante volata, che Maori ha deciso a suo favore con il crono di 1h01’11”, precedendo Skah (1h01’15”) e Munji (1h02’23”).
Nonostante l’impegno strenuo, il tempo di Makori è stato superiore al suo dell’anno passato (1h00’49”) e comunque lontano dall’essere sotto la barriera dell’ora che vale un bonus di 10.000 FF.
Tra le donne, va sottolineato il gran numero al via: quasi il 20% dei partecipanti. Certo tutti noi attendevamo Bruna Genovese, alla prima gara dopo Edmondton, a parte un’apparizione sfortunata, con caduta ed infortunio, ad Arezzo.
La Genovese ha fatto una buona gara, ma nulla ha potuto contro il forte trio delle keniane: la Chemjor, già seconda lo scorso anno, la Jepkorir e la Jelagat, finite nell’ordine al traguardo. Settima dopo i primi km, la nostra ha raggiunto e superato, nel difficile tratto in salita, le francesi Gadi Hafida e Chantal Dallenbach e la keniana Omwenza, vincitrice a Dubai.
Subito dopo il via, queste sette atlete si sono avvantaggiate sul resto del lotto, non facendo comunque mai gara di gruppo. Poco oltre il 10° km, ci sono stati contemporaneamente l’attacco decisivo della Chemjor e la consapevolezza, da parte della Genovese, che la Jelagat non aveva assolutamente finito la birra in corpo come poteva dare a sperare il suo distacco dalle due battistrada.
Comunque un ottimo test perla Genovese in vista della maratona di Tokio del 18 novembre prossimo, dove punta decisamente al podio.
Bellissimo e colorato è stato poi il lungo serpentone degli arrivi degli amatori nel porto di Cassis, con la maggioranza degli atleti che, alle docce, ha preferito un tuffo nelle acque ancora tiepide del Mediterraneo.
Una manifestazione, quindi, che ha portato ancora una volta la grande atletica a Cassis, confermando ormai la corsa delle ‘Calanques’ come un’importante realtà, pronta a “sfidare”, per qualità organizzativa e risultati tecnici, altre gare più popolari, ma sicuramente assai meno affascinanti dal punto di vista paesaggistico, dell’entusiasmo e del calore umano della popolazione locale.
Grandi sono state la passione sportiva e la festa, infatti, all’arrivo e ai bordi del percorso, con bande improvvisate di musica occitana come graditi ospiti. Insomma, come giustamente ha sottolineato il direttore della corsa, “in 23 anni la corsa si è trasformata da gara popolare a manifestazione di livello internazionale”.
di Claris