Il melodramma andrà in scena dal 10 al 22 Gennaio e sarà diretto da Gianandrea Noseda, con allestimento scenico di Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, Opéra de Monte-Carlo e Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago Puccini. Un cast d’eccezione, dal profilo internazionale, sarà l’interprete principale (Svetla Vassileva, Marcelo Álvarez e Lado Antaneli) con la Regia di Jean-Louis Grinda, scene di Isabelle Partiot-Pieri, cori e orchestra del Teatro di Torino.

Si tratta dell’opera che, a prima vista, si discosta maggiormente dalla tradizione drammaturgia di Puccini, solita a districarsi tra la speculazione psicologica e i sentimentalismi profondi.  Con un ritmo serrato, che non lascia spazio alla riflessione, Tosca affronta il tema della libertà in un singolare contesto etico-politico più aderente alle ispirazioni verdiane che non alle consuetudini di Puccini. Amore, potere, corruzione e sacrificio s’intrecciano vorticosamente nella Roma di inizio 1800, influenzata dagli sconvolgimenti sociali della Rivoluzione Francese.

La cantante Floria Tosca ama il pittore Mario Cavaradossi. Ma un’imprevedibile fatalità, completamente esterna alle loro vite, s’insinua nella storia estromettendo l’amoroso duetto dal possibile protagonismo esclusivo e trasformando il romanticismo in repentina tragedia.

L’opera ispirata dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, ridotta da cinque a tre atti e snellito di molti particolari, fu eseguita per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 14 Gennaio 1900, alla presenza della regina Margherita.

Se l’apparente stile verista della trama lasciò inizialmente disorientati sia la critica sia gli spettatori, l’inconfondibile costruzione melodica “a mosaico”, la correlazione tra i nuclei motivici, l’uso simbolico dei piani tonali non smentì la tipica natura musicale di Puccini, anzi ne evidenziò un solido cammino di perfezionamento.