Guida alla Barcellona ribelle
Febbraio 16, 2012 in Libri da Stefano Mola
Autore |
Martínez Guillem |
Titolo |
Guida alla Barcellona ribelle |
Editore | Voland |
Pagine | 448 |
Prezzo | 16,50 Euro |
Se in una città la ribellione inizia dai santi, anzi, da una santa, deve trattarsi di una specie di vocazione. La santa in questione si chiama Eulalia, la città Barcellona. L’agiografia narra che fu fatta rotolare dentro un barile pieno di chiodi sulla strada ora nota come Baixada de Santa Eulalia. Dopodiché, per soprannumero, le furono tagliati i seni, fu crocifissa su una croce a forma
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di X. E alla fine fu decapitata.
Ora in quelle strade, come in molte altre, corrono le inquietudini degli indignados.
Lo scrittore Martínez Guillem ci accompagna in un viaggio tra questi due estremi, nello spazio e nel tempo, alla scoperta dei luoghi che in qualche modo accolsero episodi ribelli.
Conosceremo così l’antesignano di tutti i golpisti, il governatore Galceran de Requesens, che a metà del Quattrocento fu l’ antesignano di tutti i golpisti. Perot Rocaguinarda, ovvero Lo Lladre, che rapinò e uccise fino a che il re non lo prese a servizio. E naturalmente gli anarchici, presenza costante a partire da metà Ottocento. Creatori (degli Atenei popolari, uno ancora presente al 26 di Passeig Sant Joan) e distruttori. La prima bomba è del 1884, Rambla de Santa Monica. Alcuni (anarchici) prestati proprio da noi italiani: Fanelli, Malatesta, Michele Angiolillo che freddò a revolverate il premier spagnolo Cánovas del Castillo.
Ma la ribellione a Barcellona può anche prendere forme meno cruente, quali ad esempio quelle d’un sottomarino. Lo inventò Narcís Monturiol a metà dell’ Ottocento per alleviare le fatiche dei pescatori di corallo. Rimase allo stato di sogno prototipale, e chi volesse vederne una
riproduzione può andare al Museo Marittimo o al prato del Maremagnum, il centro commerciale accanto al porto.
Chiaramente in poche righe non si può dar conto di tutte le curiosità e le sorprese che Martínez Guillem sparge in oltre 400 pagine, condotte con un piglio necessariamente erudito, ma condito da una buona e ribellisticamente irriverente dose di ironia.
Consigliato a tutti coloro che vogliono ribellarsi ai clasicos scontati (e molto italiani) itinerari barcellonesi.