Il bianco e nero degli Him
Novembre 19, 2001 in Musica da Gino Steiner Strippoli
L’inizio è lento… rock tenebroso… poi un’apertura ampia di chitarre e basso dà sfogo a vibrazioni forti… poi di nuovo calano le tenebre con un eccellente assolo di chitarra finale, che prima travolge e poi incanta. Tutto questo è in “Salt In Our Wounds”, canzone tratta dall’ultimo album degli HIM, “Deep Shadows and Brilliant Highlights” (BMG – RCA).
Ritorna in grande stile la band di Valo, cantante e leader, vero principe della corona del nuovo rock spirituale. Però, chiariamo subito, quest’album, il terzo, rispetto ai precedenti, ha qualità sonore più profonde, dove emerge un blues lontano dalle classiche dodici battute del vecchio Mississippi. Gli Him amano definirlo “Blues Scandinavo”. Un esempio tipico lo troviamo in “Close To The Flame”, dove la raffinatezza sonora è miscela blues, attraverso un sibilo di tastiere, con voce e drums a regnare incontrastate a musicare una song ballad davvero pregevole.
Un album dai molti contrasti musicali: i toni forti si alternano in un altalenare di “love metal” romanticissimo spirituale. Se in “In Jou and Sorrow” la delicatezza della band produce una rock song incantevole, da magia, arriva presto la chitarra di Lindie, in “ Lose you Tonight”, a innescare un hard-rock impetuoso, con il supremo Valo ad eccellere in vocalizzi potenti come non mai, fino ad arrivare ad un coro di voci che decreta la giusta cornice di un quadro sonoro.
Il tour della band è partito il mese scorso. Li vedremo a Torino? Forse! Vedremo. Sicuramente, se verranno, sarà spettacolo: “Il rock and roll – dichiara Valo – mi fa venire in mente una sorta di massoneria libera. E’ una grande società segreta con i suoi riti di passaggio e i suoi miti, tutte cose che non sei tenuto a rivelare a chi non fa parte della società. Cosi’, le mie labbra sono sigillate…”.
Fino a quando, dico io, non inizia a cantare “Come You Like I Do”, vera messa-rock, uno dei pezzi più belli di questa terza opera discografica. La voce sacrale di Valo sembra arrivare da un’altra dimensione, con sottofondo di tastiere degne di un organo a canne di un antica cattedrale e la chitarra acustica a realizzare un effetto tenebroso. Poi il gran finale con gli strumenti che disegnano assoli difformi tra loro, fino al tocco di campane sotto una fitta pioggia temporale.
di Gino Steiner Strippoli