Dove eravate tutti
Ottobre 10, 2012 in Libri da Benedetta Gigli
Titolo | Dove eravate tutti |
Autore | Paolo Di Paolo |
Editore | Feltrinelli |
Pagine | 224 |
Prezzo | 15,00 € |
Dove eravate tutti, con cui Paolo di Paolo ha vinto il Premio Mondello 2012, è una specie di percorso à la “Hansel & Gretel” nella memoria pubblica e privata degli ultimi venti anni. Il protagonista si trova alle prese con un evento traumatico: il padre un
giorno investe con la macchina, in modo abbastanza deliberato, uno degli allievi che più lo ha logorato con scherzi e strafottenza. Un certo Thomas, che si rivelerà essere anche il fidanzato della figlia. Il quadro famigliare implode. La figura paterna, che nel passato si era rivelata un riferimento fin troppo severo, qualcosa che anche in assenza era capace di allungare l’ombra del non si fa, si fa pateticamente trasparente nell’inutilità della pensione, rincorrendo la speranza della pubblicazione d’un certo suo saggio. La madre, minata dall’allusione fatta da Thomas a una presunta liason tra il padre e un’insegnante durante una gita, lascia il campo e si prende il suo tempo andandosene a Berlino.
Il figlio allora inizia a cercare di raccogliere le briciole nel sentiero della memoria, ricomponendo per frammenti la sua vita famigliare e affettiva (ha una discreta collezione di ragazze sbagliate, tra cui primeggia una certa Scirocco, e basti il soprannome per rendere l’idea) e lottando donchisciottescamente per ricostruire in una tesi anche quella memoria pubblica che non è ancora Storia, in quanto troppo
recente, gli ultimi ventanni che, volenti o nolenti, dobbiamo etichettare sotto il nome “berlusconismo”:
L’Italia, per vent’anni, è stata una nave da crociera. Non le pare? Con
i campi da golf, le balere, le discoteche, le piscine, il cinema, il piano-bar. La vacanza dev’essere cominciata con una cosa che, per età, non riesco a ricordare per memoria diretta. Ne hanno mandati in onda alcuni passaggi l’altra sera. Si chiamava Colpo grosso, lo trasmettevano su Italia7, gestione Fininvest.
Paolo Di Paolo non sceglie la via facile della terziarizzazione della colpa. Lo svaporare delle figure genitoriali, un certo decremento netto del tasso di autorità e responsabilità personale sono certamente ai primi posti nella classifica dei colpevoli. Ma Dove eravate tutti è una domanda rivolta veramente a tutti, in primo luogo a sé stessi. E tra le qualità principali del libro c’è l’assenza di acrimonia e una leggerezza malinconica di fondo, che dà il suo meglio nella rievocazione dei rapporti sentimentali, e in certe pagine di quelle che vorresti trasciverti, pennellate con una delicatezza rara.