La Bella Addormentata di Pëtr I. Čajikovskij al Teatro Regio di Torino
Dicembre 20, 2016 in Net Journal, Primo Piano, Spettacoli da Marcella Trapani
Sabato 17 dicembre al Teatro Regio hanno avuto inizio le rappresentazioni del balletto La bella addormentata su musica di Pëtr I. Čajikovskij e coreografia di Nacho Duato, protagonista lo Staatsballett di Berlino. Il soggetto è ispirato alla fiaba di Charles Perraut della fine del ‘600, La Belle au bois dormant – come già l’originale che il coreografo Marius Petipa realizzò nel 1890 per il Teatro Imperiale Mariinskij di San Pietroburgo.
Un re e una regina festeggiano la nascita della figlia Aurora: al battesimo intervengono tutte le fate del paese portando doni e auguri, ma una è stata dimenticata, la malefica Carabosse, che arriva inattesa minacciando vendetta per l’affronto: la principessina crescerà, ma un giorno si pungerà un dito e morrà. La buona Fata dei Lillà muta l’incantesimo in uno meno terribile: la fanciulla non morirà, ma dormirà per cent’anni. Il re fa proibire qualsiasi ago nel suo regno. Sedici anni dopo, si festeggia a corte il compleanno della principessa, che danza splendente tra cavalieri e dame. Una strana vecchia le porge dei fiori con uno spillone nascosto; è Carabosse. Aurora si punge e cade priva di sensi; la Fata dei Lillà avvolge tutto il palazzo d’un sonno profondo.
Cent’anni dopo, un principe (Désiré) a caccia nei boschi ha una visione della bella destinata al suo amore; la buona fata lo guida al palazzo addormentato, lui bacia la fanciulla e tutto torna alla vita. Seguono le dovute nozze a corte. Nella festa, danzano personaggi di altre fiabe di Perrault: Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Florina e l’Uccello Blu, il Gatto con gli Stivali, ecc.
Un passo a due luminoso dei due giovani sposi conclude nella bellezza e nella gioia la vicenda e il balletto.
Con quest’opera Marius Petipa realizza compiutamente l’ideale e definisce lo stile del cosiddetto “balletto classico”. La sintesi russa delle scuole italiana e francese si incarna in un balletto che – ben al di là del soggetto fiabesco che offre solo una esteriore struttura teatrale – è un capolavoro puramente coreografico di bellezza e musicalità incomparabili, giunti fino a noi, attraverso l’epoca sovietica e la successiva diffusione nel repertorio mondiale, in una sorta di complessa accumulazione tecnica e stilistica riconosciuta e riconoscibile.
Il coreografo spagnolo Nacho Duato ha impostato sulla splendida musica di Čajikovskij e sul canovaccio del balletto tradizionale una nuova coreografia dalla visione originale del movimento. La struttura drammaturgica è quella tradizionale, mentre i passi e le coreografie sono completamente riscritti per avvicinarli alla sensibilità dello spettatore moderno.
Lo Staatsballet è una delle compagnie leader a livello mondiale, sorta nel 2004 dalla riunificazione degli insiemi dei balletti dei tre teatri d’opera presenti a Berlino, dopo la caduta del Museo e la riunificazione delle due Germanie. Esegue un repertorio molto vasto che va dalla danza classica tradizionale alla neoclassica sino ai lavori di danza contemporanea. Dal 2013 Nacho Duato ne è il direttore artistico.
La partitura musicale è eseguita dall orchestra “di casa”, diretta dal Maestro Pedro Alcalde, mentre, per il cast creativo, le scene e i costumi sono firmati da Angelina Atlagić e le luci da Brad Fields.
La messinscena, in cartellone dal 17 al 22 dicembre, prevede sette repliche in totale, distribuite in fascia pomeridiana e serale e, in alcuni casi, persino “sdoppiate” all’interno della medesima giornata: sabato 17 dicembre ore 14:30 e 20, domenica 18 dicembre ore 15, martedì 20 dicembre ore 20, mercoledì 21 dicembre ore 14:30 e 20, e infine giovedì 22 dicembre ore 20.
Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215
Tel. 011.8815.241/242
www.teatroregio.torino.it
Info: tel. 011.8815.557.