Viktor Pelevin: “Babylon”
Febbraio 12, 2001 in Libri da Stefano Mola
[Mondadori Strade Blu, Lire 24.000]
“All’incirca nello stesso periodo in cui Tatarskij decise di cambiare mestiere, avevano cominciato a rinnovare l’URSS, e la migliorarono a tal punto che l’URSS cessò di esistere”. Tatarskij, protagonista del romanzo, ha circa 21 anni e un’aspirazione: diventare un poeta e incidere versi nell’eternità. È costretto ben presto a rendersi conto che “l’eternità in cui aveva creduto poteva esistere solo grazie alle sovvenzioni dello stato, oppure (il che non cambiava) come qualcosa di proibito dallo stato”.
A questo punto, deve trovare un modo per sbarcare il lunario. Gli inizi non sono certo luminosi: vende sigarette in un chiosco protetto da un mafioso ceceno. Dopo un incontro casuale con un ex-compagno di studi, entra nel grande mondo della pubblicità, iniziando una esilarante carriere costellata di colossali sbronze, tragicomiche depressioni, allucinazioni generate dall’assunzione di funghi velenosi, dolorosa invidia (o meglio, come scrive Pelevin, “dissonanza cognitiva”) per la ricchezza che gli sfreccia accanto, invenzioni di improbabili slogan e spot pubblicitari per le più grandi marche e multinazionali del nostro tempo, incontri con personaggi sempre più grotteschi, fino ad un epilogo farsesco e inimmaginabile.
Il risultato è una satira feroce e irriverente della società russa contemporanea: “non riusciva comunque a capire se fosse davvero valsa la pena di trasformare l’impero del male in una repubblica delle banane del male, che per di più importava le banane dalla Finlandia”. L’unica speranza per uscire dal confine del “panorama coatto per poveracci” è cercare di arricchirsi per acquistare oggetti sempre più costosi, nella vana ricerca di un’identità.
Tra le parti più spassose e al tempo stesso impietose del romanzo è l’analisi, fatta dallo spirito di Che Guevara (evocato da un Tatarskij alla continua ricerca di nuovi stimoli teorici sulla pubblicità), dei tre stimoli che governano l’uomo nell’era del dominio televisivo: il wow-impulso orale, anale e dislocatorio. “Il wow-impulso orale spinge la cellula a ingurgitare denaro per eliminare la sofferenza che deriva dal conflitto tra l’immagine di sé e l’immagine dell’ultra-sé ideale generata dalla pubblicità. […] Il wow-impulso anale spinge la cellula a espellere denaro per procurarsi piacere facendo coincidere le due immagini sopra menzionate […] l’impulso dislocatorio reprime e rimuove dalla coscienza dell’individuo tutti i processi psichici che possono essere d’intralcio”.
Per fortuna, queste cose succedono solo in Russia…
LINKS
Se volete ascoltare la viva voce dell’autore parlare alla Fiera del Libro di Francoforte:
http://www.zivago.com/spaziolibri/pelevin.html
Resoconto di un incontro dell’autore con gli studenti dell’università di Bristol:
www.geocities.com/SouthBeach/Marina/6150/issue.html
Recensioni:
di “Babylon” sul Russiajournal online (in inglese):
www.russiajournal.com/av/society/society16-Pelevin-Tackles-Russia-s-Lost-Generation.html
di “Omon Ra”:
www.clarence.it/contents/cultura-spettacolo/societamenti/autorimz/pelevin
www.controluce.it/controluce/a09n03/lett_viktor_pelevin.htm
di “La vita segreta degli insetti”:
www.alice.it/cafeletterario/165/8887765189.htm
Per chi fosse interessato, ecco il sito dell’autore della copertina di Babylon:
www.markryden.com
di Stefano Mola