Il terzo uomo
Febbraio 12, 2001 in Cinema da Redazione
Apri l’ostrica e trovi la perla. Nell’estate afosa e asfittica durante la quale coloro che d’inverno s’accalcano nei cinema scelgono serate all’aria aperta, le sale vengono popolate da pellicole che durante la stagione cinematografica non hanno trovato lo spazio per venire allo scoperto. E così, in questo periodo-ostrica per quanto riguarda la programmazione cinematografica, non è difficile trovare qualche perla. Il terzo uomo è una di queste perle.
Il film del 1949 è stato restaurato ed è tornato in questi giorni nelle nostre sale in versione originale con i sottotitoli. La regia è di Carol Reed, la sceneggiatura di Graham Greene, gli interpreti sono Joseph Cotten, Alida Valli, Orson Welles e Trevor Howard.
Nella Vienna del dopoguerra, semidistrutta e divisa in quattro zone presidiate da altrettanti eserciti, uno scrittore di romanzi western squattrinato viene invitato dal suo amico Lime per un lavoro. Arrivato nella capitale austriaca lo scrittore scopre che l’amico è morto investito da un camion e un ufficiale inglese lo informa dei loschi affari e del cinico opportunismo dell’amico. Lo scrittore inizia ad indagare per scagionare l’amico da queste accuse infamanti. Indagando scoprirà tristi verità e alla fine dovrà ricredersi.
Eccezionale è l’accompagnamento musicale, la composizione per arpa di Anton Karas. costa rica . Anche nelle scene dove la suspense è più alta, il fraseggio di Karas crea un effetto di straniamento nello spettatore grazie al suo ritmo allegro, mediterraneo, che va ad opporsi al clima grigio e mitteleuropeo della Vienna post-bellica. Grande protagonista è anche la città, con le sue macerie e con i suoi splendori, perfettamente fotografata da un bianconero che incanta. Da antologia il finale (ricordate Il Fuggitivo di Harrison Ford?).
di Davide Mazzocco