Inaugurato l’anno giudiziario
Febbraio 15, 2001 in Attualità da Claris
La relazione del Procuratore generale della Repubblica per il Piemonte e Valle d’Aosta, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha costituito, secondo consuetudine, l’occasione per fare il punto sul processo di riforma della pubblica amministrazione, avviato ormai da quasi un decennio. Quest’anno per il Piemonte si è anche trattato dell’inaugurazione ufficiale del nuovo palazzo di giustizia di Torino.
Il Procuratore ha prioritariamente affermato, in maniera assai preoccupata, che i piccoli passi verso un “mondo migliore” sin qui compiuti non hanno inciso in alcun modo sulla nostra criminalità.
Ascoltiamo le sue parole. “Contrariamente ad impressioni diffuse, non si comprende basate su quali certezze, le relazioni dei capi degli uffici giudiziari del distretto sono decisamente concordanti, nel senso che la mappa delinquenziale è ampiamente assortita, per qualità e numero, nel periodo qui considerato (l/7/1999- 30/6/2000), come per il passato. Se qualche riduzione e minima s’è avuta per talun contenuto, il fenomeno risulta controbilanciato e con eguale portata di negatività, per un altro. Si può soltanto convenire con l’osservazione generale che non appare situazione di contenimento della variegata criminalità nel distretto. Eventuali cali in un settore appaiono più dovuti ad interventi di scelta delinquenziale verso altri modi e contenuti operativi che vera incidenza di prevenzione e repressione. Quindi, nel complesso, la criminalità appare generalmente in aumento. Sempre più corroborata, da un’amoralità regnante in ogni livello: anche quello cosiddetto benpensante! Alimentata dall’idea, che la realtà non sembra smentire, che la punizione sia socialmente riprovevole e che lo spettro della detenzione in carcere costituisca un’eventualità sempre più remota poiché le carceri sarebbero luoghi di tortura da sopprimere o ridurre al minimo!”
La situazione sembra incontrollabile, e del resto chi di noi non è preoccupato di trovare l’alloggio svaligiato al termine delle ferie o la macchina aperta la mattina? Quale donna è sicura di ritrovare il portafoglio al termine della spesa al mercato? Chi non teme una rapina sui bus affollati?
Ancor il Procuratore sottolinea. “Esiste, dunque, la criminalità d’alto livello, con innesti sempre più numerosi e virulenti (quando non si tratta di contrapposizioni per la conquista di territori) d’elementi turchi, mediorientali, africani, sino alla lontana Cina ed alla Russia. Non sempre una situazione d’esteriore pacifismo da parte della delinquenza primaria può assumersi a segnale di vittoria sulla stessa: poiché, piuttosto, è significativo che quando prospera essa ha ogni interesse a tenere calmo il settore ed a non apparire.
La mappa ricavabile ancora oggi è d’una preponderanza delle condotte che prosperano attorno al commercio degli stupefacenti ed alla prostituzione: di donne, anche giovanissime, che sempre più numerose straniere si aggiungono alle già presenze nazionali. Tralasciando l’accenno ai “travestiti”: che parrebbero rappresentare un’elite per ambienti particolari.
Questi concetti sono stati sottolineati a tinte forti anche dal Ministro Fassino.
“Negli ultimi anni, nonostante le statistiche indichino una diminuzione di molti tipi di reati, è venuta crescendo in vasti strati di opinione pubblica una percezione di maggiore insicurezza legata per un verso al fenomeno dell’immigrazione extracomunitaria e per altro verso ad una maggiore visibilità di forme di illegalità, quali la criminalità urbana o il racket verso attività economiche.
D’altra parte sicurezza e giustizia -anche in ragione di una particolare enfasi mediatica -compaiono costantemente, in tutte le rilevazioni statistiche, tra le questioni indicate dai cittadini come prioritarie.
A ciò si aggiunga l’ ampliarsi dei temi, dall’ambiente all’alimentazione, dalla genetica alla sicurezza sul lavoro, dai quali emergono via via nuovi diritti e per la cui tutela si registra una domanda assai più forte del passato. Ne deriva una domanda di legalità e di giustizia più pressante, anche perché viene sempre meno tollerata la discrasia tra i tempi rapidi in cui vive ogni giorno la società moderna e i tempi più lenti della giustizia. Non solo, ma per molti cittadini la giustizia diviene sempre di più parametro da cui derivare un giudizio più generale sul funzionamento e l’efficienza dello Stato e della pubblica amministrazione. E d’ altra parte l’efficienza della giustizia è ormai criterio riconosciuto sul piano internazionale per valutare l’affidabilità e quindi il valore di un sistema-Paese.
Priorità costante è la lotta alla criminalità organizzata, che nell’ultimo decennio ha conseguito significativi risultati testimoniati dal rilevante numero di boss mafiosi e camorristi arrestati e giudicati, dal fenomeno dei collaboratori di giustizia -che ha incrinato un muro di omertà per lungo tempo impenetrabile – dalla quantità di beni confiscati, da una maggiore capacità di prevenzione e repressione da parte della Procura Nazionale Antimafia e delle Procure Distrettuali. Ciò nondimeno la criminalità organizzata si caratterizza per una capacità di riproduzione e riorganizzazione che non può, ne deve, consentire allentamenti.
di Claris