Un incisore alla corte dei Medici
Febbraio 15, 2001 in Arte da Redazione
Continua la mostra delle opere di Stefano Della Bella presso “L’arte antica”
Una mostra di grande successo ha superato ampiamente la prova del pubblico. Si tratta dell’esposizione dell’opera grafica di Stefano Della Bella, incisore fiorentino del Seicento, presso la galleria “L’arte antica – Silverio Salamon” (via Volta 9, Torino).
Nato nel 1610, quando oramai l’arco ascendente del Rinascimento ha trovato il suo punto di massima altezza e volge già al declino con gli arzigogolati artifici propri del manierismo, Della Bella cresce in un ambiente ricco di fermenti barocchi. Rimasto orfano nel 1613, viene educato dai fratelli a temi, a tecniche, a strumenti ed a materiali diversi fra loro. Si cimenta, nella sua crescita, con pittura, scultura ed oreficeria.
Negli anni dell’adolescenza, un incontro fondamentale per Stefano è quello con le incisioni del lorenese Callot. Partendo da questa passione per l’incisione, studiandola e sviluppando elementi propri e del tutto originali, l’artista cresce. Tra il 1620 e 1640, è di casa a corte e frequenta il cantiere di Palazzo Pitti, venendo a contatto con i pittori. Nel 1627 firma e data la sua prima acquaforte. Nel 1630, ai vertici ormai della scuola fiorentina, in contatto con Francesco Furini e Cesare Dandini, coinvolto da protagonista nel dibattito intellettuale del tempo, copia e illustra il “Trattato della pittura” di Leonardo Da Vinci. Nel 1632 realizzerà il frontespizio del “Dialogo dei massimi sistemi” di Galileo. Completa la sua formazione a Roma, a spese dei Medici, fra il 1633 ed il 1636.
Tornato a Firenze per il suo lavoro, dopo la morte di sua madre nel 1639 egli parte per Parigi, dove il cardinale Richelieu gli commissiona incisioni topografiche e scenografie teatrali. Nel 1644 rifiuta l’offerta di Mazzarino di diventare precettore del principino e si dedica fra le altre cose ad un viaggio in Oriente. Tre anni dopo è in Olanda. Alla morte del suo protettore, don Lorenzo de’ Medici, torna a Firenze, dove muore il 22 luglio del 1664.
Questo eclettico personaggio stupisce ed affascina con le sue incisioni di scene tratte dalla Bibbia, come “Il viaggio di Giacobbe in Egitto”, con l’imponente paesaggio roccioso in secondo piano che sovrasta in modo forte la carovana dei viaggiatori e dei loro animali: è una scena ricca di movimento e di agile scioltezza, in cui ogni personaggio viene sorpreso mentre è impegnato a fare qualcosa nel prosieguo del cammino. Inoltre c’è una serie di Maternità, una differente dall’altra, ognuna originale per atteggiamenti e per tratto.
Stupende le scene di teatro, come “Teatro senza copertura” del 1652, dalla serie “La gara delle stagioni, carosello rappresentato a Modena”. Ma non finisce qui: fra le opere esposte, si trovano figure di balletti a cavallo, scene di cronaca e commemorazione cortigiana come “I funerali del principe Francesco de’ Medici”, alcuni studi di teste e di busti del 1634, studi di animali, scene di caccia e tanto altro.
Per coloro che non l’avessero già visitata oppure, avendola già vista, vogliano assaporare ancora il lavoro di questo raffinato artista, dopo la pausa estiva, la mostra ha riaperto il 4 settembre artista. Per informazioni si può consultare il sito internet www.salamonprints.com oppure inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]
di Andrea Savio