La Figlia del Reggimento

Maggio 23, 2023 in Attualità, Net Journal, Primo Piano, Spettacoli, Teatro da Marcella Trapani

Photo ©Michele Crosera

                                                                                                                 a cura di

Marcella Trapani

13 maggio 2023

«Immaginati ora come sto io, che soffro di nervi orribilmente. Oh, se sapessi cosa si soffre qui per montare un’opera! Non ne hai idea: basti il dirti che annoiarono Rossini… Ciò basta… Gl’intrighi, le inimicizie, il giornalismo, la direzione… auff!» Gaetano Donizetti. a proposito delle difficoltà incontrate nella sua vita professionale a Parigi in una lettera a un amico

Sarà in scena dal 13 maggio e fino al 23 dello stesso mese l’allestimento de La figlia del reggimento di Gaetano Donizetti per la regia del duo Barbe et Doucet (ripresa per l’occasione da Florence Bas) e la direzione musicale di Evelino Pidò. Si tratta di una produzione del Teatro Regio di Torino in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia.

Qualche giorno fa abbiamo assistito alla presentazione dell’opera nella nuova formula di conferenza-concerto al Piccolo Regio, a cura della giornalista Susanna Franchi. Sul palco si sono alternati alcuni dei protagonisti dell’opera, in particolare il soprano Caterina Sala, che interpreta il ruolo della protagonista Marie, accanto a Giuliana Gianfaldoni nel primo cast; erano presenti inoltre il basso Roberto de Candia, che canta nel ruolo di Sulpice e il maestro d’orchestra Evelino Pidò. La sinossi dell’opera è stata enunciata, in maniera molto spiritosa, come da suo pari, dall’attore e trasformista torinese Arturo Brachetti, per il quale si è definita la parte della duchessa di Krackentorp in un suo piccolo cameo.

Altri interpreti rilevanti saranno i tenori John Osborne e Pablo Martinez, nella parte del protagonista maschile, Tonio, Manuela Custer in quella della marchesa di Berkenfield, e Guillaume Andrieux nel ruolo di Hortensius.

Il duo formato da André Barbe e Renaud Doucet, entrambi di origine canadese, ha dato vita a numerosi allestimenti teatrali in tutto il mondo. Doucet è stato regista teatrale e coreografo, Barbe invece costumista e scenografo, insieme hanno realizzato produzioni operistiche universalmente riconosciute per la loro originalità, senso dello spettacolo e drammaturgia estremamente curata. Tra queste opere si ricordano Il flauto magico al Festival di Glyndebourne, La Cenerentola e La Belle Helène alla Staatsoper di Amburgo e, appunto, La figlia del reggimento, già presentato al Teatro La Fenice di Venezia. I due registi affermano di aver voluto creare questo allestimento nel rispetto della tradizione, inquadrandolo nel suo contesto storico dell’età napoleonica e del patriottismo in Francia.

In effetti, La figlia del reggimento, composta da Donizetti nel 1840 e andata in scena per la prima volta a Parigi nello stesso anno all’Opéra Comique, fu molto ben accolta dai Francesi e il coro Salut à la France fu visto subito come un inno patriottico, simile a La Marsigliese.

L’opera viene eseguita al Teatro Regio in lingua originale francese (con i sopratitoli in italiano), il libretto è di Jean-François Alfred Bayard e Jules-Henry Vernoy de Saint-George. La figlia del reggimento fu una delle opere francesi più fortunate tra quelle composte da Donizetti nel periodo del suo soggiorno a Parigi (1838-1842).

Marie, la protagonista, è la giovane vivandiera del reggimento, allevata dai soldati in seguito alla morte del padre, il capitano Robert. Marie è intraprendente e coraggiosa, tanto che nel secondo atto si ribella alla madre, che aveva combinato il suo matrimonio, sposandosi con Tonio. Quest’ultimo è un giovane tirolese, innamorato di Marie, che, inizialmente, viene fatto prigioniero dai soldati del reggimento. Liberato, si arruola nell’esercito francese, e per la felicità canta forse l’aria più famosa dell’opera, ossia Ah, mes amis, quel jour de fête .

La breve aria che conclude la scena (Pour mon âme) prevede l’esecuzione di otto do acuti (più un nono nella cadenza) che, nella prassi esecutiva ottocentesca venivano eseguiti in falsetto ma che, con il passaggio ad una fonazione a piena voce, secondo un gusto più moderno, hanno fatto diventare il brano un autentico pezzo di bravura di esecuzione particolarmente ostica. Più avanti, nel secondo atto, Tonio compare nella residenza dellamarchesa di Berkenfield, ormai divenuto generale.

La marchesa si rivelerà essere la madre di Marie e cercherà di indurla a riprendere il suo rango di giovane marchesina (abbandonando la vita con i militari che l’anno allevata, in particolare il comandante Suplice) e di combinare per lei il matrimonio con un nobile. Ma questo progetto non andrà in porto, in quanto Marie ricambia l’amore di Tonio e la marchesa sua madre comprende che la felicità è più importante del rango e non si opporrà all’unione di Marie con il suo beneamato.

Come su accennato, la direzione d’orchestra spetta al maestro Evelino Pidò, torinese di nascita e parigino di adozione, che torna a dirigere al Regio dopo un’assenza di 15 anni. Il maestro, specialista proprio nelle opere di Donizetti e di Bellini e che ha diretto numerose e prestigiose orchestre all’estero, ha espresso la sua contentezza di essere al Regio proprio nel periodo in cui il teatro festeggia il suo 50° anniversario.

Biglietteria e informazioni:

Teatro Regio

Piazza Castello 215

Tel. 011-8815.241/242

www.teatroregio.torino.it