La medaglia del nonno
Novembre 5, 2023 in Attualità, Medley, Net Journal, Primo Piano, Racconti da Meno Pelnaso
In un’epoca di fake-news, la notizia potrebbe sembrare falsa tanto è assurda.
L’età dovrebbe averci ormai addestrato alla sconsolante consapevolezza che la vita sa essere, a volte, più insensata della fantasia più sfrenata.
Nonostante ciò, come bambini, non ci abituiamo e continuiamo a stupirci di cosa ci riserva la quotidianità.
IL FATTO. Nel maggio di quest’anno, è stata sottratta dall’ufficio del sindaco la medaglia al valor militare con cui la città di Alba era stata premiata nel 1949 per la partecipazione alla Resistenza.
Il furto era stato commesso da un uomo che aveva poi cercato di rivenderla a Genova, sua città di residenza, in uno dei tanti negozi che acquistano oro pagandolo in contanti.
Dopo aver amaramente scoperto però che la medaglia, nonostante l’alto valore simbolico e storico, non ha di fatto alcun valore di mercato, stando a quanto indicato dal negoziante, lo sfortunato ladro si era rassegnato e, uscito dal negozio, l’aveva gettata via.
Il Ladro, già noto alle Forze dell’Ordine, era stato poi comunque identificato e denunciato a piede libero.
Il danno oltre la beffa.
Tanta fatica per nulla.
Fantozzi docet.
Il protagonista sembrerebbe degno del capolavoro del cinema italiano “I soliti ignoti”, ma senza il fascino e la travolgente comicità degli attori protagonisti.
Il novello Arsenio Lupin, nel tentativo di emularne le avventure, ha trovato rocambolescamente la possibilità di mettere in atto il “colpaccio”.
Un piano perfetto!
S’intrufola nell’ufficio del sindaco, rompe la teca, si appropria del tesoro e, con un colpo di genio, o forse più semplicemente con la naturalezza di colui che non ha alternative, riesce a darsi alla fuga in treno, come se il treno fosse il mezzo più discreto per sottrarsi all’occhio vigile della legge.
Forse solo quella fortuna che protegge gli audaci, gli eroi, i bambini e gli ubriachi lo ha inizialmente aiutato o, forse, la serie così assurda di cialtronerie erano tali da rendere, più semplicemente, incredibile per chiunque che qualcuno potesse pensare o, peggio, mettere in pratica una simile sequenza di baggianate tutte in una volta.
Già me lo immagino il meschino Lupin-Gollum, mimetizzandosi furtivo nello scompartimento, in mezzo alla folla di pendolari, studenti e passeggeri vari, coccolando il suo “tesssoro” nella tasca dei pantaloni, pensando alla fortuna che gli avrebbe certamente cambiato la vita.
Finalmente poteva sognare un futuro strepitoso, come mai prima nella sua vita di stenti e di espedienti. Sdraiato sulla sabbia abbacinante di una spiaggia dei mari del sud, con un coloratissimo cocktail in mano, in compagnia di donne splendide, come mamma le ha fatte, che porgono ogni bendidio all’ormai prestigioso genio che aveva commesso il furto del secolo.
Il sogno si disperde nei cigolii dei freni e nell’odore di quotidianità quando il treno arriva finalmente nella stazione della sua Genova e, probabilmente pure lui incredulo di averla apparentemente fatta franca, comincia ad arrovellarsi pensando a come monetizzare il suo sacro “tesssoro” …
… ma dove?
Dove può un infelice Gollum-Fantozzi trovare qualcuno disponibile a trasformare il suo prezioso patrimonio in moneta sonante?
“Beh! Niente di più facile!” avrà pensato, vedendosi circondato ad ogni passo dalle imperversanti pubblicità delle catene di negozi che acquistano oro a favolosi prezzi di mercato!
Ecco che, trovata la soluzione, non restava che metterla in pratica.
Cercando di trovare le parole per chissà quale fantasiosa giustificazione, il nonno eroe della resistenza, un fortunato ritrovamento nello scrigno polveroso nella soffitta della nonna, il regalo di un generoso parente, l’eredità di un lontano e sconosciuto zio d’America, eccolo che estrae dalla tasca e mostra all’esercente il formidabile, stupefacente, incomparabile, unico e introvabile “tesssoro”.
Avrei voluto vedere la faccia del negoziante incredulo e forse un po’ beffardo, probabilmente rendendosi anche conto che l’oggetto “scottava” come un ferro da stiro rovente, mentre cercava di trovare il modo di spiegare all’insistente cliente, che no, ma proprio no, quella medaglia poteva avere un grande valore simbolico e sentimentale, in fondo era dell’amato nonno eroe dei due mondi, ma sul mercato non valeva una cicca!
Ma come …
il nonno …
le pallottole che fischiano vicino alle orecchie …
le ferite …
il sangue …
la paura della morte …
le cicatrici …
la stretta di mano del Presidente della Repubblica …
la gloria …
gli onori …
i ricordi di quando, sulle ginocchia del nonno, ne ascoltava rapito le gesta …
- No!, mi spiace, …
- … capisco i ricordi e il nonno, cugino di secondo grado di Garibaldi, …
- … ma assolutamente NO! …
- NON POSSO DARTI NULLA!
Rabbioso e frustrato, lo sventurato Gollum-Fantozzi esce imprecando dal negozio, forse dai molti negozi, forse da tanti altri fallimenti, come magari tante altre volte prima di quel fatidico giorno.
Con un gesto di stizza getta via il “tesssoro”, che oramai non è più così prezioso.
Non per lui … forse per qualcun altro …
Mai una soddisfazione!
Mai una gioia!
La medaglia rimbalza per terra con rumore metallico e svanisce nel traffico.
Con quel suono si volatilizzano purtroppo anche i ricordi del nonno, le sue gesta eroiche, la fama, la gloria, gli onori e pure le spiagge dei mari del sud e le meravigliose donne che le popolano.
Lo stesso rumore metallico delle manette che si serrano ai polsi …
… e no …
… neppure gli agenti avevano mai sentito parlare del nonno!
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Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso