Un anno fa oggi: Luca Goldoni

Ottobre 7, 2024 in Libri, Medley, Net Journal, Primo Piano, Punti di Vista, Racconti da Meno Pelnaso

“Perché dobbiamo sorbirci anche l’imbecillità?”

da “Stiamo lavorando per voi”, Milano, Rizzoli, 1990

 

 

Per la felicità della mia compagna (l’ho promesso tante volte …, sempre con poca convinzione …, ma questa volta è la volta giusta, … lo sento!), sto cercando di mettere in ordine, incapace di azioni più drastiche, le tonnellate di oggetti e libri che lastricano nostalgicamente la cameretta che occupavo quand’ero ragazzo. È un ambiente che ormai in famiglia usiamo come disimpegno per qualunque rumenta. A dire il vero, sono oggetti che sono riuscito ad “archiviare” negli anni sotto la voce “forse ci può ancora servire”!

Già, la mia comfort zone è tappezzata di ricordi, incollati indissolubilmente a ogni oggetto di cui non sono riuscito a liberarmi da quando sono nato. Soccombere sotto montagne di oggetti ormai inutili, oggi lo chiamerebbero gentilmente “accumulo seriale”, ma forse la psicologia moderna avrebbe da suggerire anche altri termini e terapie più appropriati.

Ogni volta mi immergo in un pozzo senza fondo in cui finiscono tutti gli oggetti che meriterebbero invece una più degna sepoltura nel bidone del generico, o, meglio, nei bidoni dedicati alla carta, al vetro, al metallo, al legno, alla plastica, a … chi più ne ha più ne metta …

Come ogni volta che inizio questo lavoro finisco poi col sedermi, … dove posso … quindi … di solito … per terra (!), ad osservare e a rigirare tra le mani qualche oggetto. Grave errore! Le ore passano e, alla fine, poso l’oggetto di nuovo nel luogo dove l’avevo trovato e mi dico, indulgente, che continuerò un’altra volta. Sempre la stessa storia … questo lavoro non lo finirò mai!

Oggi mi sono trovato tra le mani alcuni libri di Luca Goldoni a cui ero, e sono, affezionatissimo perché, prima di me, erano piaciuti a mia mamma che me li aveva poi passati. Non posso certo liberarmene!

Così sono nuovamente caduto nella trappola e mi sono messo a leggere le prime pagine di “Stiamo lavorando per voi” del 1990.

Tra burocrazia, politica nazionale e internazionale (la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica che si rimpallano proposte di legge a colpi di emendamenti, il crollo del muro di Berlino e del comunismo reale sovietico, i ritardi delle ferrovie, le code, …) Goldoni faceva luce sugli eventi rilevanti, ma, soprattutto, sulle assurdità, le contraddizioni e le stranezze del servizio pubblico e della società dell’epoca (ben oltre trent’anni fa … una vita!).

Tra una risata solitaria e uno struggente sospiro, diranno che sono impazzito (!), i ricordi mi aggrediscono improvvisamente (dov’ero? … con chi ero? … cosa stavo facendo? … come era la mia vita? … e ora com’è? …), sono talmente tanti e fitti da rischiare di soffocarmi.

Luca Goldoni è nato a Parma il 23 febbraio 1928.

Noto per la sua penna tagliente e il suo occhio attento, ha trascorso una vita intera a scrutare l’animo umano e a svelare le stranezze della società. Da giovane, dopo aver conseguito la maturità classica al liceo Romagnosi di Parma, si è lanciato nel mondo del giornalismo. Prima cronista di nera, poi inviato di guerra, e infine arguto osservatore di costume, Goldoni ha attraversato epoche turbolente e momenti di grande cambiamento descrivendoli con acume e ironia.

Dal 1963 ha pubblicato decine e decine di libri, venendo anche premiato in diverse occasioni.

Il sette ottobre di un anno fa, a novantacinque anni, ci ha lasciati da soli a godere degli anacronismi e delle assurdità di questa società in fermento. Orfani della sua penna che, con ironia e umorismo mai banale, ci aveva pazientemente accompagnati lungo i piccoli e grandi eventi del secolo scorso, rendendo meno amari i contrasti e le bestialità, … a cui ancora oggi assistiamo impotenti.

Purtroppo, la storia, come la moda, si ripete … specie quella brutta!

Goldoni amava osservare la gente comune, quegli “italiani medi” che popolano le strade e le piazze. “Esclusi i presenti”, avrebbe detto lui, mentre annotava le loro stranezze e le loro abitudini. Ha scritto libri che hanno venduto oltre tre milioni di copie, ma non ha mai perso il contatto con la realtà. La sua rubrica settimanale su QN (Resto del Carlino, il Giorno, la Nazione) era attesa come il caffè del mattino: calda, stimolante e spesso con un pizzico di sarcasmo … o forse due.

La sua penna è rimasta appoggiata sulla scrivania, ma le parole raccolte nei suoi libri rimangono a memoria di un passato che, purtroppo, ritorna, diverso nei colori e nelle forme, forse, ma fotocopia deprimente e immutabile nei secoli di una società che persevera a non imparare dai propri errori.

Proprio per questo i suoi scritti mi continuano a far sorridere e riflettere. “Non ho parole”, avrebbe detto lui, ma noi sappiamo che le parole erano la sua arma più potente.

Abbasso il libro con un sorriso amaro stampato in faccia.

  • “È sempre attuale! Da allora non sembra sia cambiato qualcosa!” Mi sento dire ad alta voce.

 

  • “Tutto bene?” La mia compagna mi riporta alla realtà, osservandomi con aria di compatimento dalla porta aperta sul corridoio. Quante volte ha assistito a questa scena?!?!
  • “SI! Tutto bene … o forse no! Perché siamo sempre alle solite!” Rispondo pensando a quello che ho letto e alla frase di Goldoni con cui inizia questo articolo.
  • “Lo vedo!!!” Ribatte sarcastica lei guardando l’inamovibile confusione che regna nella stanza.

Mi sento sorpreso come un bambino con le mani nel barattolo della cioccolata!

Vergognandomi per aver ancora una volta disatteso le sue aspettative, rimetto il libro sulla pila che avevo fatto in un angolo delle cose “da tenere”. Quella delle cose “da buttare” è sconsolatamente ridotta a un paio di riviste polverose e qualche foglio scritto a mano. Quella delle cose “ancora da controllare” … è il resto che riempie la stanza!

Per oggi il caos continuerà ancora a regnare sovrano …

… e forse non solo nella mia stanzetta …

 

 

Affettuosamente Vostro

Meno Pelnaso