Evoluzioni nell’industria dei congressi
Febbraio 16, 2001 in Enogastronomia da Claris
Quello congressuale è la più ricca tra le varie tipologie di turismo. Infatti, i soggiorni e le spese “comuni” sono già tutti prepagati, con scelte qualitative medio alte. Larga è la possibilità, quindi, che i congressisti decidano di tenere delle spese a parte, anche consistenti, a patto che la qualità delle offerte sia eccellente, viste le generiche aspettative dei partecipanti congressuali.
Occorre perciò garantire la ricettività non solo come pura capacità alberghiera, ma come proposta integrata al di fuori delle mura dell’albergo: sicurezza, itinerari guidati ad hoc, capacità d’accoglienza, qualità dei trasporti, proposte enogastronomiche.
Queste le conclusioni del dibattito della conferenza, promossa dalle associazioni italiane dei congressi e dalla Regione Piemonte, per avviare una campagna di promozione dell’Italia sui mercati esteri, con l’obiettivo di aumentare i flussi di eventi stranieri verso il nostro paese.
Per la prima volta, le associazioni del settore si sono riunite ed accordate su un programma comune. Il fatturato del comparto, stimato in circa 30.000 miliardi, può, infatti, conoscere elevati tassi di crescita. Le sette più importanti associazioni italiane del settore congressuale ed incentive, che riuniscono 500 associati (tra operatori, centri congressuali, alberghi) e che hanno siglato a Torino un patto comune per la promozione dell’industria congressuale italiana nel mercato internazionale, auspicano che Governo e Regioni siano uniti per sostenere la promozione dell’industria congressuale italiana all’estero.
Ecco il nucleo del documento sottoscritto da AIMP, ASSI, ltalcongressi, Meet in Italy, MPI, PCO Italia, SITE, consegnato al Presidente ENIT (Ente Nazionale per il Turismo), Amedeo Ottaviani, al Direttore Generale del Turismo del Ministero dell’Industria, Stefano Landi, e alI’Assessore al Turismo della Regione Piemonte Ettore Racchelli, in rappresentanza degli Assessori Regionali al Turismo. A questi, presenti a Torino ospiti di Torino Convention Bureau e della Regione Piemonte, viene chiesto di impegnarsi finanziariamente per la realizzazione del progetto.
Tre i punti fondamentali del documento elaborato dalle associazioni: supporto al finanziamento di una campagna pubblicitaria annuale sui principali media di settore europei; creazione di un catalogo e di un sito internet attraverso cui presentare in maniera uniforme, con l’ausilio di immagini, le destinazioni di convegni e incentive, nonché il calendario dei grandi congressi organizzati nelle località italiane; sostegno alla partecipazione alle fiere di settore, in cui il Sistema Italia si presenterà in maniera unitaria e ben riconoscibile.
La cosa più importante è il fatto che grazie all’elevato fatturato generato, alla consistente spesa media dei congressisti, alla fornitura di servizi ad alto valore aggiunto, alla stagionalità fortemente complementare a quella del turismo vacanziero, questo settore è quello che nell’intero comparto turistico può veramente conoscere tassi di crescita molto elevati. Ciò significa anche maggiore occupazione, soprattutto per quanto riguarda il personale specializzato, maggiore fatturato per l’indotto, capacità di produrre valore all’interno del comparto.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario, secondo le Associazioni di settore, puntare sui congressi che vengono dall’estero e che si caratterizzano per maggior numero di partecipanti per evento, maggiore durata media e maggiore spesa media per partecipante. Infatti è generalmente riconosciuto, statisticamente provato, che il mercato italiano dei congressi è composto nella sua quasi totalità da eventi di natura nazionale.
L’Osservatorio sul Turismo Congressuale, ad esempio, rileva che la quota degli eventi di natura internazionale in Italia non è superiore al 6% del mercato, a differenza di molti altri Paesi europei nei quali questa quota arriva fino al 30%. Del resto secondo i dati UAI (Union des Associations Internationales, l’organismo che riunisce le principali associazioni internazionali), l’Italia è all’ottavo posto nella classifica mondiale sia per numero di congressi organizzati che per presenze. L’Italia investe in promozione meno di Turchia, Croazia e Slovenia. L’obiettivo del settore non può che essere quello di risalire dall’attuale ottava posizione del mercato mondiale ai primi posti, come il nostro Paese merita.
Di qui la volontà delle associazioni di fare fronte comune e sottoscrivere il patto perché, come si legge nel documento, “il flusso di convegni internazionali può essere fortemente incrementato, grazie ad una seria ed efficace politica di promozione, che finora in Italia, a differenza della quasi totalità dei Paesi “concorrenti”, non è ancora mai stata realizzata.
L’immagine che l’Italia vuole dare è, come sottolineato dal direttore generale del Turismo Stefano Laudi, di totale efficienza, come avvenuto nell’agosto scorso, quando a Roma, in occasione del Giubileo, si sono riuniti oltre due milioni di giovani, senza alcun problema di ordine pubblico. Vero che non era un congresso, ma a maggior ragione offrire un’immagine di affidabilità totale del nostro paese era ancora più difficile.
di Claris