Giorgio Morandi
Febbraio 18, 2001 in il Traspiratore da Claris
Quale professore di educazione artistica rinuncia ad assegnare ai suoi alunni la riproduzione di una Natura morta di Morandi? Nessuno, perché questi quadri, apparentemente dei banali insiemi di poliedri, racchiudono una ricchezza ed una sapienza pittorica inaspettata. La straordinaria capacità di catturare la luce istante dopo istante e renderla parte integrante degli oggetti rappresentati ha sempre permesso al maestro bolognese di innalzare i suoi oggetti ad una dimensione sospesa tra magia e realtà, poetica e pratica al tempo stesso. La proposta con cui la GAM, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, si presenta al pubblico piemontese e ai turisti in quest’estate 2000 è proprio un’esposizione di ampio respiro, con un vasto numero di opere, dedicata a Giorgio Morandi. I suoi 95 dipinti e le 39 acqueforti esposti ne coprono l’intero curriculum pittorico, dagli anni ’20 sino al termine della sua lunga attività artistica. Essi provengono da collezioni private e da importanti musei italiani e stranieri, tra cui spiccano l’Ermitage di San Pietroburgo, lo Stedelijk di Amsterdam e la Pinacoteca di Brera, Milano.
Per meglio apprezzare la filosofia pittorica del nostro, rileggiamo le parole che Giorgio de Chirico scrisse su Morandi: “Egli guarda con l’occhio dell’uomo che crede e l’intimo scheletro di queste cose morte per noi, perché immobili, gli appare nel suo aspetto più consolante: nell’aspetto suo eterno. Egli partecipa in tal modo del grande lirismo creato dall’ultima profonda arte europea: la metafisica degli oggetti più comuni. Di quegli oggetti che l’abitudine ci ha resi tanto famigliari, che noi, per quanto scaltriti nei misteri degli aspetti, spesso guardiamo con l’occhio dell’uomo che guarda e non sa”.
Arguta è la spiegazione dell’evoluzione artistica di Morandi dovuta a Marilena Pasquali, autrice di un interessante saggio sul ricco catalogo della mostra. “Mi interessa particolarmente studiare come cambi la luce nei dipinti morandiani, da quelli dei primi anni Quaranta, profondamente segnati dalla tragedia del secondo conflitto mondiale, a quelli dell’immediato dopoguerra, quando anche per l’artista sembra che il quotidiano frantumato possa ricomporsi e vada ritraendosi nel buio l’assoluta insensatezza del male. Naturalmente valgono le regole prime del suo basilare rapporto con la luce: nella sua opera la luce non è mai raggio orientato, teatrale, e non giunge dall’esterno, ma è emanazione dal profondo fino a rivelarsi come la sostanza stessa, l’essenza della sua pittura.
Giorgio Morandi:
Periodo: 26 maggio ’00 – 10 settembre ’00
Orario: martedi-domenico h. 9 – 19
Sede: GAM – Via Magenta, 31 – 10128 Torino
Ingresso: L. 10.000 intero – L. 5.000 ridotto
Info: tel. 011/562.99.11
Il Traspiratore – Numero 25-26
di Claudio Arissone