Sanremo: bilancio una settimana dopo
Marzo 12, 2001 in Musica da Redazione
Sanremo, per una settimana nessuno ha parlato d’altro. Tutti pronti ad accusare lo spettacolo del Festival dei fiori, i suoi presentatori e presunti comici e così, come ogni anno, ecco che le canzoni sono passate in secondo piano.
Il Festival di Sanremo è stato sempre definito il festival della canzone italiana, eppure, per mesi e mesi prima che la rassegna inizi, ecco che tutti parlano dei probabili presentatori (già si parla dei papabili per il 2002) e dei grandi ospiti stranieri che faranno la loro comparsa.
Delle canzoni nulla, nessuno, prima dell’inizio del festival, conosce i nomi dei big né tantomeno dei giovani, però tutti sono informati dei pettegolezzi più vari. Chi quest’anno, non sapeva del “gran rifiuto di Clinton e di Madonna”?. La rassegna finisce e solo per un secondo i giornali si occupano delle canzoni (anzi, esclusivamente della vincitrice), per poi tornare, un secondo dopo, alle polemiche e ai cali di ascolto.
Eppure, come dimostrano le prime statistiche relative ai dati di vendita, Sanremo 2001, dal punto di vista musicale, quest’anno ha detto veramente molto. Ha affermato, per esempio, che o non ci sono più nuove proposte degne di questo nome, oppure i gruppi giovani interessanti non passano più per Sanremo. Del resto siamo stati costretti a far vincere i Gazosa, e la migliore canzone delle nuove proposte arriva da Francesco Renga, che avrebbe dovuto concorrere con i Big!
Ma va anche dichiarato che tra i big, quest’anno, si avevano tante buone canzoni, canzoni che sono state capite, e canzoni che il Festival continuerà a snobbare perché non vuole modernizzarsi. E’ così, non possiamo non essere d’accordo, invece, con la vittoria delle due bellissime voci di Elisa (prima assoluta), che forse però riesce a esprimersi meglio in inglese, e di Giorgia. Come poi non citare la nuova e bravissima cantante dei Matia Bazar?
A dire la verità, non riusciamo però ad essere d’accordo con l’ultimo posto di due dei gruppi più innovativi d’Italia: i Bluvertigo, che avevano probabilmente la canzone più bella del festival, e i Quintorigo, che avevano la canzone col miglior arrangiamento (anche per questo premiati dalla critica).
Come abbiamo detto prima, nelle canzoni dei big molti testi erano veramente belli, ed allora è facile nominare Fabio Concato per la delicatezza delle poesie della sua ultima fatica, “Ciao Ninì”, e Michele Zarrillo con “L’acrobata”. Veramente due perle di “poesia”, che hanno fatto venire i brividi ai “freddi” spettatori del mitico teatro Ariston.
Adesso, a sipario abbassato, come al solito i consumatori, quelli veri, non quelli della giuria, stanno premiando artisti che la classifica ha dimenticato. Così, ecco salire in cima alle classifiche Paola Turci, con una canzone carina scritta con Carmen Consoli. Parallelamente viene premiato con il disco di platino Gigi D’Alessio, che può essere criticato e criticabile, ma è quello che vende e presumibilmente venderà più copie del suo nuovo lp.
Lo spettacolo è finito e ora spazio alla musica, bella o brutta che sia, delle radio e delle discoteche, spazio alla musica venduta, quella vera che occupa le classifiche (e la casse delle case discografiche).
di Sonia Paolin