Il fidanzamento del signor Hire

Ottobre 25, 2004 in Libri da Tiziana Fissore

Titolo: Il fidanzamento del signor Hire
Autore: Georges Simenon
Casa editrice: Adelphi Editore
Prezzo: € 13.50
Pagine: 146

HireIn occasione del centenario dalla nascita di Simenon, nel 2003 sono stati pubblicati parecchi libri dell’autore belga, romanzi che anche se possono parlare di casi di cronaca, non sono necessariamente del genere noir.

Simenon è stato giustamente considerato un grande della letteratura francese e come disse André Gide, altro grande letterato ‘il miglior romanziere francese’ perché è riuscito sempre a catturare l’attenzione del lettore, traducendo la quotidianità in un qualche cosa di misterioso, la vita di tutti i giorni in un evento straordinario, ponendo il lettore in una posizione di voyeur, non come uno che guardi tranquillamente un film, ma come uno che e vive il film.

In questo romanzo il signor Hire è un uomo piccolo e grasso e quando cammina sembra che balli e con lui tutta la sua ciccia. Anche il viso è buffo con i suoi baffetti sottili e i pomelli rossi. Il signor Hire abita a Villejuif, squallida ed estrema periferia di Parigi, ma l’atmosfera è quella della provincia francese, un piccolo mondo, un piccolo paese il cui nome significa: città degli ebrei. Effettivamente Hire, che in realtà si chiamava Hirovitch, era giunto anni prima profugo ebreo dall’Est europeo con il padre, un sarto russo ebreo e la madre armena. Aveva poi cambiato il nome in Hire, cercando forse di annullare le sue origini. Quest’uomo è un abitudinario nella vita di tutti i giorni, molto e forse troppo calmo: si prepara la colazione, poi esce, prende il tram o il métro, lavora in un seminterrato confezionando strani pacchetti, un sistema di piccola truffa per poter vivere, gioca a bowling (suo unico svago) e nel club che frequenta è certamente il migliore giocatore abbattendo nove birilli con un solo lancio per cinque volte di seguito o a volte sette birilli ma cimentandosi in pose decisamente difficili. Vive nel suo piccolo appartamento quasi sempre al buio e da dove può vedere l’inquilina nella finestra di fronte: la domestica del lattaio, spiandone i movimenti e vedendo tutto, forse troppo….. veste sempre con un cappotto nero e viaggia con una cartella sotto il braccio che dispone sempre nel solito modo sulle ginocchia quando si siede.

Quando viene trovato il cadavere di una prostituta i sospetti cadono naturalmente sul signor Hire ma qui è la parte interessante della vicenda: cadono i sospetti su quest’uomo senza un vero motivo, solo a causa di un’antipatia che è frutto di un pregiudizio raziale, pregiudizio verso tutto ciò che è diverso.

Il signor Hire conosce il nome dell’assassino ma non collabora, non si difende anzi propone alla domestica Alice, la donna alla finestra, di fuggire con lui, anzi s’immagina di diventarne il fidanzato (da qui il titolo del romanzo) e di avere per la prima volta un futuro felice. Invece diventa grottesco e patetico, in preda a quel sentimento ossessivo e non capisce che non potrà avere un futuro.

E’ una situazione strana quella che viene a crearsi, con sospetti da parte della gente, pedinamenti da parte di poliziotti che si rivelano non certo migliori di lui poliziotti che palpeggiano e rubano baci alla domestica durante il loro servizio, in modo poco decoroso.

Il signor Hire rappresenta quel tipo di persona umile che vive le sue passioni e le sue sofferenze da solo, cercando solo di estraniarsi, per difendersi dal resto della società, pettegola e malvagia e che cerca nel sogno un’evasione da un’esistenza grigia ed anonima. Ma non basta tutto ciò per ripararlo dalla giungla umana ed il finale che non svelerò, darà un sapore amaro anche a coloro che prima non avevano esitato ad accanirsi su di lui, per avere un capro espiatorio, il mostro da mettere in prima pagina.

E’ un libro che fa riflettere su come accuse o anche solo sospetti, ingigantiti e portati all’esasperazione possono danneggiare irreparabilmente una vita umana e concluderò dicendo che nonostante l’argomento è un romanzo pieno di poesia.

di Tiziana Fissore