Vini Autoctoni Italiani
Novembre 13, 2004 in Enogastronomia da Stefano Mola
Saremo destinati a bere solo Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon? A guardare le etichette provenienti dai paesi commercialmente più aggressivi (Stati Uniti, Cile, Australia, Sud Africa) sembrerebbe di poter concludere che anche il mondo del vino è a rischio globalizzazione. La presenza dei vitigni citati è ormai quasi garanzia, medaglia al valore: se sono sull’etichetta (e si presume, anche nella bottiglia), è un gran vino per definizione.
Due problemi. Il primo: non stiamo rischiando, alla fine, di bere solo sfumature della stessa cosa? Il secondo: e noi, in Italia, che sicuramente non possiamo competere a livello di costo con i prodotti provenienti da questi paesi, come possiamo fare?
Una risposta che vale per tutt’e due queste domande la potremo avere Domenica 14 Novembre, a partire dalle 11:30, presso il Salone del Vino, al Lingotto. GoWine infatti promuove, in collaborazione con gli organizzatori del Salone e la Regione Piemonte, la Grande Enoteca dei Vini Autoctoni Italiani, nell’ambito del Forum Nazionale dei Vitigni Autoctoni.
Un’opportunità unica, per la qualità della selezione e la quantità dei vitigni-vini presenti: circa 500 vini da ben 200 aziende in rappresentanza di oltre 100 vitigni, dai più diffusi ai più rari. Questa speciale enoteca sarà allestita in ordine alfabetico per vitigno, disponendo la presentazione dei vini per comunicare al pubblico nel modo più diretto la diversa diffusione e presenza dei vitigni-vini anche considerando la maggiore o minore penetrazione di mercato. Si privilegerà pertanto la conoscenza del vitigno cercando di dare voce anche a molti uomini del vino che hanno investito nella ricerca e nella valorizzazione di vitigni poco conosciuti e che rischiavano l’estinzione.
Ancora una volta, la risposta è la stessa: invece di inseguire l’omologazione, l’Italia deve puntare sulla qualità e sul suo enorme patrimonio di diversità. Ovvero su quelle cose che il mondo, per mille motivi, non sarà mai in grado di imitare. Un concetto ribadito da Massimo Corrado, presidente di GoWine: I vitigni autoctoni italiani – dichiara Massimo Corrado, presidente di Go Wine – costituiscono a tutt’oggi il fondamento su cui si basa la viticoltura nazionale, nonostante il recente successo delle cosiddette varietà internazionali: il nostro Paese possiede il più ricco patrimonio viticolo del mondo, una ricchezza culturale ed economica, dove il rapporto di tipicità e unicità che lega i vitigni autoctoni al territorio d’origine rappresenta il fattore più importante del successo dei vini italiani nel mondo. I vini autoctoni non devono essere solo tutelati ma devono seguire politiche di marketing che favoriscano un nuovo rapporto con il consumatore per vincere le sfide del mercato con i vini internazionali.
La degustazione sarà abbinata a prodotti gastronomici italiani messi a disposizione dalla Supermercati Pam, con la linea qualità.
di Stefano Mola