Cento per cento…
Dicembre 5, 2004 in Libri da Gustare da Stefano Mola
Titolo: | Cento per cento – Ricette di talento |
Autore: | Paolo Marchi – Fotografie di Michele Tabozzi |
Casa editrice: | Cucina & Vini |
Prezzo: | € 50.00 |
Pagine: | 226 |
Per dare un’idea dell’anima di questo libro, partiamo con una dichiarazione programmatica. Lasciamo spazio alle parole dell’autore. Ecco cosa dice di se stesso Paolo Marchi in un bell’ articolo in cui racconta come è diventato quello che è: scrivo di cucina perché rappresenta la perfetta sintesi di quello che sognavo da ventenne: scrivere, fotografare, viaggiare, mangiare, bere, anche cucinare perché quei miei colleghi che reputano i cuochi dei nemici non hanno capito nulla. Sarebbe come se un gommista odiasse i meccanici, non sono sulla stessa auto?
Un personaggio che faceva il lavapiatti in Svezia perché in una stanza del suo cervello sognava di fare il cuoco, mentre in un’altra scriveva articoli sugli sport invernali. Vince lo sport, anche se al giornale c’è già chi si occupa di sci. Così, un giorno, lo spediscono in tribuna: calcio, Brescia-Como, serie B: Partitaccia, finì zero a zero ma quella domenica di fine estate ’78 capii una cosa: che se avessi fatto il giornalista sportivo, fatto bene intendo, avrei girato il mondo e mangiato ai quattro punti cardinali.
Così funzionano il caso, oppure il destino, quando incrociano il talento. Ognuno scelga l’etichetta che preferisce per applicarla alla vita. Viaggiare, mangiare, scrivere: e se mi dite che nella testa non vi fa male la puntina da disegno dell’invidia forse non ci credo.
Da una penna così, non poteva che nascere un giro d’Italia. Non è importante dire su quante ruote siano state percorse le patrie strade. A differenza di quello rosa, dove gronda il sudore dei ciclisti, in questo giro i luoghi sono decisamente più importanti delle strade che li collegano. E il tempo, non misuratelo in secondi, vi fareste un torto enorme. Perché quando siete a tavola, l’orologio lasciatelo pure nelle tasche del cappotto, se è inverno. Oppure a casa, se è estate: il cinturino fa il segno all’abbronzatura.
Le tappe sono ben 64. E in ogni tappa c’è una ricetta, e dietro la ricetta, ovviamente un cuoco. Cappelli bianchi non qualunque: giovani, ma già noti anche oltreconfine, tanto da giustificare il fatto che ogni ricetta è anche tradotta in inglese. La maggior parte di loro è recitata dalle guide gastronomiche e molti sono stati gratificati con la stella dalla rossa Michelin. Ma quello che li unisce ancora di più è la comune appartenenza all’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe. Si parte dal Nord Ovest e si finisce in Sardegna. Da Walter Eynard, proprietario del ristorante Flipot a Torre Pellice, in Piemonte, insignito adesso della seconda stella Michelin per arrivare a Roberto Petza, new entry con il suo S’Apposentu, a Cagliari.
Nel volume non si segue una divisione classica in antipasti, primi, secondi. Sfogliamo, e lasciamoci catturare a tutto tondo, come solo il cibo sa fare. Qui, prima di cimentarci a fornelli, oppure di prendere due o quattro ruote per provare di persona, iniziamo con gli occhi: le ricette sono immortalate come star del cinema nelle foto di Michele Tabozzi.
di Stefano Mola