Anna&Sibilla, Laura&Virginia
Febbraio 2, 2005 in Spettacoli da Stefania Martini
Anna Galiena è l’interprete del monologo SIBILLA D’AMORE di Osvaldo Guerrieri, composto sulla base del carteggio amoroso tra la scrittrice Sibilla Aleramo e il poeta Dino Campana.
Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio (Alessandria 1876, Roma 1960), è stata una delle figure simbolo del mondo femminile del primo Novecento, un’icona del femminismo: una donna inquieta che, con l’esempio della sua vita privata, l’impegno sociale e culturale ha rivendicato, prima in Italia, il diritto delle donne all’autonomia, alla libertà e alla responsabilità.
E questa rivendicazione è avvenuta attraverso la letteratura. Con i suoi romanzi (“Una donna”, 1906) e con le sue raccolte di versi, si fece portavoce della condizione femminile del suo tempo, denunciando la prevaricazione maschile ed il ruolo subalterno della donna nella famiglia e nella società.
In questo monologo, in scena alla Cavallerizza, Osvaldo Guerrieri immagina Sibilla che, il giorno del cinquantaseiesimo compleanno, nella sua casa di Firenze, in attesa del suo giovane amante, si trova improvvisamente davanti allo specchio e sente irresistibile il bisogno di raccontare la propria vita: l’infanzia tra le colline del Monferrato, il trasloco in un piccolo paesino del sud per seguire il padre imprenditore, i suoi 14 anni e il primo lavoro come segretaria nell’azienda del padre, l’instabilità psicologica della madre.
E poi la violenza subita nello squallido ufficio dove lavora, a 15 anni, il matrimonio riparatore con un uomo gretto, ignorante, meschino, che non è in grado di comprendere minimamente la maturazione della moglie, che da bambina diventa donna.
Donna che prende coscienza della sua situazione, uguale a quella di milioni di altre donne dell’epoca, obbedienti e sottomesse, escluse dalla vita sociale, dall’educazione dei figli, dalla possibilità di evadere dall’opprimente recinto rappresentato dal muro del cortile di casa.
Ma Sibilla non ci sta. E a prezzo di un dolore infinito (l’abbandono dell’amatissimo figlio), si separa dal marito e va incontro ad una nuova vita, finalmente se stessa.
Scrive la propria autobiografia, entra nei salotti letterari, passa da un amore all’altro: scrittori, pittori, scultori, banchieri. Il più forte e drammatico è col poeta Dino Campana, di dieci anni più giovane di lei. Di quell’amore grande e infelice, che la travolse con un erotismo famelico e con la violenza della sua irrimediabile follia, restano dolcezza, crudeltà, rimpianto e rabbia.
Ritornare a Sibilla sottolinea il regista Beppe Navello è scoprire le emozioni, la rabbia e la fatica di essere donna, in bilico tra la voglia di seguire la propria passionale natura e il bisogno di capirsi e di dare oggettività agli impulsi, spiegazione all’istinto, descrizione allo stato d’animo; e questo dolente monologo teatrale è in qualche modo la ricostruzione di quel tentativo che è stato il segno di tutta la vita di Sibilla.
SIBILLA D’AMORE
Dall’ 1 al 6 febbraio 2005, ore 20.45.
Cavallerizza Reale – Manica Corta. Torino
Per informazioni
Biglietterie TST:
Via Roma 49, tel. 011 – 5176246.
Via Rossini 8, tel. 011 – 8159132.
Debutta in prima nazionale, al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese, la nuova produzione del Teatro Stabile di Torino UNA STANZA TUTTA PER ME, ovvero: Se Shakespeare avesse avuto una sorella scritto da Laura Curino in collaborazione con Michela Marelli, progetto di Roberto Tarasco. Lo spettacolo è interpretato da Laura Curino e la regia è affidata a Claudia Sorace.
Una stanza tutta per sé è forse uno dei più famosi testi di Virgina Woolf. Scritto nel 1929, come manifesto contro la discriminazione sessuale, a favore di un femminismo politico e culturale di cui la Woolf fu esponente di spicco, Una stanza tutta per sè è un tragicomico viaggio immaginario nella vita delle “sorelle minori” di Shakespeare.
Che sarebbe successo si chiede la Woolf se la famiglia Shakespeare avesse avuto una figlia molto più dotata del pur bravo William? Alla povera ragazza non sarebbe bastato il talento: il fatto di essere nata donna escludeva ogni possibilità di carriera e di successo.
Laura Curino affronta il mondo di Virginia Woolf con la consapevolezza che oggi l’arte è negata a molti: non più e non solo una questione di maschile e femminile, ma di libertà di espressione generazionale.
Raccontando, con garbo ed ironia, il mondo affascinante della Woolf e del Circolo Bloomsbury, Laura Curino porta in scena – come sempre nel suo percorso artistico – i tanti volti del contemporaneo.
Mi piace pensare scrive Laura Curino ad “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, perché attorno a quel libro si raccolgono infinite suggestioni. Ma quel che mi interessa è If Shakespeare had a sister. Ovvero quel che Virginia Woolf inventa con Una stanza tutta per sé. Se Shakespeare avesse avuto una sorella: una prospettiva dirompente e divertente, un’idea, comunque, che apre a numerose riflessioni.
UNA STANZA TUTTA PER ME
Dall’1 al 13 febbraio 2005, feriali ore 20.45. Festivi ore 15.30. Lunedì riposo.
Teatro Garybaldi, Settimo Torinese.
Per informazioni
Biglietterie TST:
Via Roma 49, tel. 011 – 5176246.
Numero verde 800 – 235 333.
di Stefania Martini