San Valentino
Febbraio 14, 2005 in Medley da Barbara Novarese
Ogni anno milioni di coppie festeggiano San Valentino e rinnovano il loro impegno d’amore in quella che si definisce “Festa della Promessa”.
Pochi, però, conoscono la vera storia del vescovo Valentino, divenuto patrono di Terni, città che ne conserva le spoglie mortali.
Egli è considerato il protettore degli innamorati e ripete, ciascun 14 febbraio, i suoi miracoli d’amore, superando limiti di razza, religione e lingua.
La sua fama, spesso sfociata in leggenda, si è diffusa in ogni continente: dagli Stati Uniti al Giappone, dall’America all’Asia… fino a sfiorare la lontana Oceania.
Fu martire.
Durante l’impero di Aureliano, venne perseguitato dal senato romano a causa della sua fede Cristiana e, infine, fu lapidato e decapitato il 14 febbraio del 273.
Il Santo fu, poi, proclamato “protettore degli innamorati” per aver celebrato il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano.
Gli fu, inoltre, dedicata una basilica nella quale, ogni 14 Febbraio, centinaia di futuri sposi ripetono questa cerimonia, scambiandosi promesse d’amore.
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, questa piacevole commemorazione non si inserì nel calendario per merito della Chiesa. Esisteva, infatti, una celebrazione dai contenuti simili (ma dai contorni differenti) con radici ben più antiche: si trattava dell’omaggio al dio pagano Lupercus, per inaugurare un nuovo anno all’insegna della fertilità.
Ovviamente, la Chiesa cattolica tentò di porre termine al popolare rito pagano, e sostituì Lupercus con Valentino… un vescovo, martire, con tutte le carte in regola per trasformare il rito della fertilità nella festa degli innamorati.
Da una decina d’anni, la festa di San Valentino è stata snaturata ad un evento quasi esclusivamente commerciale… “Anche il Natale” penserete voi. E’ vero. Tuttavia, mentre il Natale riesce ancora a conservare la sua origine religiosa (in quanto legata ad uno degli eventi fondamentali del Cristianesimo), la festa degli innamorati si è trasformata in un’accozzaglia di cuori colorati, fabbricati per decorare vetrine e manifesti pubblicitari.
Eppure il miracolo dell’amore è il fulcro della vita. E’ uno stato cui tutti tendono, consciamente o inconsciamente. E’ la ragione di quasi tutte le nostre lacrime e delle nostre più profonde risate. Risponde a parecchi “perché” e riempie di significati molte esistenze. Può far sopportare forti disagi e perdonare crimini terribili.
E’ un sentimento capace di realizzare grandi cose, ma prima di ogni altra: la vita stessa.
“Sarai la mia canzone,
la mia immaginazione
sarai il mio mattino ,
sarai come il destino.
Sei un’emozione trascorsa lentamente,
sei una lacrima di un ricordo della mente,
sei la carezza di un abbraccio ormai passato,
l’amarezza di un amore abbandonato
Sei stato la mia vita,
sei stato il mio calore…
…non riesco più a sentirti
mio dolce, eterno amore”
di Barbara Novarese