Juve, Trezeguet alza la voce
Aprile 7, 2001 in Sport da Roberto Grossi
Quando le cose non vanno per il verso giusto i nervi scoperti di una squadra giungono inesorabilmente a galla. Questo accade anche in una società seria come la Juve, dove di solito i malumori vengono custoditi, nel limite del possibile, sotto una campana di vetro. Ma la sconfitta rimediata all’Olimpico e l’inopinato pari interno contro il Brescia hanno spedito la truppa ancelottiana alla distanza siderale di meno nove dalla capolista Roma, allontanando forse definitivamente i bianconeri dallo scudetto. E il fuoco che covava sotto la cenere ha cominciato a bruciare.
A dare il via ad un incendio che probabilmente (tranne miracoli finali di aggancio ai giallorossi) si propagherà a macchia d’olio, è stato oggi David Trezeguet, il golden-boy che la scorsa estate privò l’Italia del titolo europeo e che dall’alto del suo “curriculum” non accetta di fare la riserva al duo Inzaghi-Del Piero.
In sala stampa David è stato categorico: “A Verona parto titolare soltanto perché Zidane marca visita ha dichiarato il franco-argentino, altrimenti sarei finito nuovamente in panchina. Se avessi saputo dall’inizio di essere in secondo piano rispetto ad altri giocatori non sarei venuto qui alla Juve. Il mister ha in testa la squadra con Inzaghi e Del Piero titolari, questo non può certo farmi piacere. Per carità, l’allenatore ha tutte le ragioni di fare certe scelte, ma anche io, a fine stagione, farò le mie. Per adesso però penso soltanto a giocare meglio possibile e dare il mio contributo alla squadra: del mio futuro ne riparleremo a torneo concluso”.
Uno sfogo pesante quindi, conoscendo l’ovattato spogliatoio juventino, quello espresso dal ragazzo di Rouen, che ha altro da aggiungere: “Mi sento nella stessa situazione di Montella alla Roma e Salas alla Lazio: giocatori di valore che però hanno poche occasioni per esprimersi al meglio. Vorrei poi ringraziare Platini per le belle parole sul mio conto (Michel ha dichiarato che è assurdo relegare Trezeguet in panchina n.d.r.): una ragione in più per non sentirmi inferiore a nessuno”.
In questa situazione di burrasca la comitiva guidata da Carlo Ancelotti si appresta ad affrontare la delicata trasferta al Bentegodi di Verona, in uno stadio dove la scorsa stagione cominciò a delinearsi in maniera netta il crollo bianconero. Oggi Moggi e Bettega hanno presenziato al classico allenamento di scarico del venerdì (calcio-tennis e palestra) nel tentativo di spronare la squadra a non mollare sino al termine, anche perché di mezzo c’è il secondo posto in classifica (garanzia di qualificazione diretta in Champions League) da difendere dagli attacchi della Lazio.
La formazione che sfiderà gli scaligeri dovrebbe ricalcare quella messa in campo giovedì nella partitella in famiglia disputata al Comunale: davanti a Van der Sar giostrerà la difesa a quattro composta da Birindelli, Montero, Iuliano e Pessotto. A centrocampo spazio al trio Zambrotta-Tacchinardi-Davids, con l’olandese, al rientro dalla squalifica, chiamato a ridare alla Juve quelle accelerazioni violente capaci di tramortire gli avversari. In avanti Del Piero giostrerà da trequartista nel ruolo di Zidane: per Pinturicchio il difficile compito di fornire preziosi assist alla coppia composta da Inzaghi e dal “ribelle” Trezeguet.
di Roberto Grossi