Tutti a Colonia Sonora
Luglio 14, 2005 in Spettacoli da Claris
Dopo i pienoni e l’entusiasmo contagioso dei Modena City Ramblers e la voglia di divertirsi dei Discoinferno, Colonia Sonora, a Collegno (To), continua con due tra gli appuntamenti clou della stagione estiva torinese. Il calendario propone infatti, oggi, la musica di alta qualità dei Lou Dalfin, domani gli impegnati Negrita.
Generi e personaggi diversi, ma tutti con in comune una grande professionalità, la passione per la musica vera, fatta di suoni e simbologie e sentimenti.
E sabato si chiude la settimana musicale con il sound tutto particolare dei Planet Funk, sempre nell’ampio spazio offerto dal parco della Certosa Reale di Collegno.
Fondato da Sergio Berardo, il gruppo dei LOU DALFIN nasce nel 1982 con l’obiettivo di rivisitare la musica tradizionale occitana. Una “line-up” acustica (ghironda, fisarmoniche, violino, plettri, clarinetto, flauti) e un repertorio di brani storici e popolari – sia strumentali sia vocali – caratterizzano il percorso artistico della formazione originaria. Con quest’approccio vengono registrati due LP: En franso i ero de grando guero nel 1982 (ormai esaurito e recentemente riedito in cassetta) e L’aze d’alegre nel 1984.
Nel 1985 il gruppo si scioglie per lasciare spazio ad altri progetti musicali e per “resuscitare” nell’autunno del 1990: Sergio riunisce attorno a sé vari musicisti delle più diverse estrazioni musicali – folk, jazz e rock. L’inizio di questa seconda esperienza ha rappresentato il naturale momento di transizione del gruppo dalla formula acustica a quella attuale. Accanto agli strumenti più tipici della tradizione – vioulo, pivo, armoni a semitoun, pinfre, arebebo, viouloun, ecc. – sono introdotti basso, batteria, chitarra e tastiere.
E’ il nuovo suono dei Lou Dalfin. Un’ideale e un fine esplicito ne indicano la direzione: rendere la tradizione occitana fruibile dal maggior numero di persone possibili.La sfida viene lanciata: dalle etichette folk a quelle rock e pop, dalla musica di nicchia a quella popolare. Perché le radici culturali di pochi divengano patrimonio di tutti. Non si rinnega la propria storia – anzi – ma la si rende molteplice. Perciò ai concerti nelle Vallate Occitane del Piemonte, in cui il gruppo anima centinaia e centinaia di feste da ballo e si sente in patria, si affiancano le performance dal vivo nel resto d’Italia e all’estero, soprattutto nell’Occitania francese.
L’òste dal Diau, Ed. Tarantanius, distribuzione Venus, ha ottenuto la Targa Tenco 2004 per il miglior album in dialetto dell’anno. Con innumerevoli collaborazioni e più di 850 concerti alle spalle il gruppo vive oggi la sua piena maturità artistica: la raggiunta alchimia tra gli strumenti più arcaici della tradizione d’OC e i suoni moderni si esprime attraverso un linguaggio musicale travolgente, personale e rispettoso del proprio nobile passato, in cui convivono melodie millenarie, riff di chitarre, echi di canzone d’autore, rap e ragga…
Nel 1994 il disco Negrita (Mercury/Black Out) rivela linee chitarristiche molto ricche e vibranti, una sezione ritmica inossidabile e carica di funk, testi dalle metriche nervose e dai messaggi penetranti. L’album desta immediatamente un grande interesse da parte di pubblico e critica, grazie sia al notevole successo radiofonico del brano “Cambio”, sia ad un capillare tour che porta i NEGRITA letteralmente in ogni angolo della penisola e impone la band come una delle più vivide realtà live del rock italiano.
Sempre nel 1994 la band arrangia ed esegue con Ligabue il brano “L’han detto anche gli Stones”, pubblicato su “A Che Ora è la Fine del Mondo” dello stesso Ligabue.
Ecco il vero inizio della storia, proseguita poi nel 1995 con “PARADISI PER ILLUSI”, mini album di transizione durante la quale i Negrita cercano di dare alla loro musica nuovi impulsi ma soprattutto nuovi sviluppi, nuove linee artistiche. Maggiore spessore sia alle musiche che ai testi caratterizzano questo lavoro che conferma ulteriormente la già ben solida fama di grande rock band, nonché di live band di enorme impatto.
1997: “XXX” è il titolo del successivo nuovo album dei NEGRITA, che segna una tappa importante nella loro carriera, una decisa maturazione nello stile musicale e nei messaggi che riporta la band aretina alle proprie radici e al tempo stesso ad una purezza melodica che pochi in Italia (specialmente nel panorama rock) possono vantare. L’album, che contiene alcuni brani poi divenuti veri e propri cavalli di battaglia del gruppo (“Sex”, “A modo mio”, “Ho imparato a sognare”), raggiungerà le sessantamila copie vendute, grazie anche alla consueta fortunata tournèe. L’ultimo singolo tratto da “XXX”, “Ho imparato a sognare”, verrà inserito da Aldo, Giovanni e Giacomo nella colonna sonora del loro film d’esordio “Tre uomini e una gamba”.
Nel 1998 prosegue la collaborazione con Aldo, Giovanni e Giacomo: i NEGRITA realizzano questa volta l’intera colonna sonora del film “Cosi è la vita” e lavorano al nuovo album (il quarto della carriera), intitolato “RESET” che esce a inizio ’99.
L’album RADIO ZOMBIE, preceduto dalla pubblicazione del primo singolo, “Bambole”, esce il 19 ottobre 2001 e viene presentato alla stampa con un concerto-showcase al Rolling Stone di Milano.
2003: la band partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Tonight”. Il passaggio sanremese è anche l’occasione per presentare EHI! NEGRITA, il meglio del loro repertorio in 19 brani, arricchito da tre inediti.
Infine “L’UOMO SOGNA DI VOLARE”, ultimo lavoro con Sale, Mother, Greta, Il mio veleno…
Sale è una canzone socio-politica sull’attuale situazione italiana. Questo brano vede la collaborazione di Gabriel O’Pensador, rapper brasiliano di Rio che, con un lungo e sferzante rap allarga gli orizzonti del pezzo e chiama in causa uomini politici internazionali. La canzone che dà il titolo all’album risente di molte influenze sudamericane. Dalle favelas di Salvador in Brasile, dove i bambini imparano la dignità del lavoro attraverso la musica, all’Argentina, dove l’albergo della band è stato rapinato sotto i loro occhi impotenti da una banda di ragazzini armati. Non c’è traccia di accusa nella canzone ma piuttosto desiderio di comprensione e redenzione.
“Vogliamo portare la musica dance su altri contenuti, al di là del groove, nei territori del funk, del rock, della melodia. Sono questi gli elementi che vogliamo nelle nostre canzoni…”: ecco una dichiarazione che ben sintetizza la filosofia dei Planet Funk. La loro storia inizia con il progetto di due produttori napoletani, Sergio Della Monica e Domenico Canu che con il nome di “Souled Out!” hanno pubblicato anche singoli di successo come “Shine On” (1991). Successivamente l’incontro con il dj Alex Negri e con il tastierista Baroni si rivela decisivo: i quattro entrano in studio, preparano brani e scritturano il cantante Dan. Il risultato? “Il nostro sound è il risultato di un’esperienza decennale nella club culture. I pezzi trance inglesi rientrano nel nostro bagaglio musicale, ma per noi sono fondamentali anche le scale musicali di rock. Tutti abbiamo ascoltato i Velvet Undeground e i Pink Floyd. Abbiamo un Dna musicale. Il nostro disco è un melting pot di stili che riflettono i nostri gusti.” Il primo grande successo arriva nell’estate 2000: “Chase the sun” è uno dei brani più ballati dell’estate. A fine primavera 2001 esce “Inside all the people” che conferma il successo del singolo precedente e permette ai Planet Funk di farsi conoscere e apprezzare sempre più. Infine a marzo 2002, anticipato di qualche settimana dal singolo “The switch”, esce l’album d’esordio “Non-zero sumness”, un mix di ambient, elettronica, house, funk, psichedelica, metal e soul.
In sintesi:
gio 14 luglio
INGRESSO 5 €
INGRESSO 8 €
INGRESSO 8 €
I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Parco della Certosa Reale di Collegno la sera degli spettacoli – Orario di apertura biglietteria: 19.00
http://www.coloniasonora.com/
di Claris