Museo della Montagna
Dicembre 6, 2005 in Arte da Redazione
E’ stata scelta la Giornata Internazionale della montagna, domenica 11 dicembre per la riapertura del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” al Monte dei Cappuccini di Torino. Sono durati circa due anni i lavori di recupero funzionale di restauro dell’edificio e il nuovo riallestimento delle sale interne. Un Museo che “rivoluziona” completamente il vecchio modello, in quanto non piu’ luogo statico ma dinamico che riesce ad interagire con il visitatore attraverso nuovi percorsi espositivi multimediali, sale video, immagini tridimensionali. Il progetto di trasformazione del Museomontagna Cai – Torino è stato condiviso da Aldo Audisio, Luigi Bistagnino, Enrico Camanni e Pasquale Bruno Malara. Il recupero edilizio è stato diretto dall’Arch. Rosalba Stura e dall’Arch. Emanuela Lavezzo (tecnici del Comune di Torino) ed eseguito in modo diretto dalla Città di Torino. Gli allestimenti sono stati progettati dall’Arch. Luigi Bistagnino, con la cura scientifica e i testi a cura del dott. Enrico Camanni e con il coordinamento del direttore del Museo: Arch. Aldo Audisio. Determinante anche il sostegno di tutto il Gruppo di lavoro operante all’interno del Museo. Sul tetto dell’edificio è stata creata una terrazza panoramica che si diparte dalla storica “vedetta alpina” e che consente di vedere oltre 400 km di montagne: essa è uno degli aspetti piu’ suggestivi del rinnovato Museo come le piramidi che sorreggono la terrazza e i “pozzi di luce” sul pavimento che permettono l’illuminazione sottostante delle sale. Nelle nuove sale espositive, permanenti e temporanee, sono le montagne dell’ orizzonte torinese, che fanno da sfondo reale, a fare scoprire al visitatore le altre cime del mondo ed i cimeli all’ interno conservati: dalla catena alpina che circonda Torino si parte per ripercorre le tappe della scoperta della montagna. Le cime e le valli assumono significati precisi e offrono gli spunti per approfondire temi di cultura alpina locale e mondiale: Sacra di San Michele – “Dal mistero alla civiltà”; Moncenisio – “Comunicazioni”; Rocciamelone – “Turismo estivo e alpinismo”; Monviso – “Club Alpino Italiano”; Uja di Mondrone – “Alpinismo invernale”; Val di Susa – “Sci e Sport invernali”; Monte Rosa – “Montagna extra europea”; Gran Paradiso “Sviluppo sostenibile”. Questa scelta da un lato premia e ricorda la città sede del Museo e le otto vette più significative di casa, corrispondenti per l’appunto a quelle visibili dalla terrazza, e, dall’altro, individua, associandoli ad esse, altrettanti argomenti chiave legati alla montagna, al suo mito, storia, realtà e eterno fascino. Il tutto è dotato delle piu’ moderne tecnologie. Un ascensore permette ora di accedere a tutti i piani, compreso l’accesso alla ”vedetta alpina” e alla terrazza panoramica consentendo il superamento delle barriere architettoniche. Testimone fedele del successo nazionale e internazione del Museo nel corso degli ultimi decenni, il vecchio percorso espositivo lascia ora spazio al futuro e al visitatore del terzo millennio svela orizzonti che travalicano i confini delle Alpi. Tra le curiosità che verranno mostrate: una Fiat 600 prima serie con livrea da montagna e una rassegna storica di sci. Quanto alle modalità di fruizione del patrimonio museale, le raccolte saranno vicine al visitatore, esposte su supporti tecnici e scenografici, appositamente progettati e costruiti. Inoltre, una decina di postazioni video, faranno scoprire altre emozioni attraverso il racconto di Giuseppe Cederna (uno degli indimenticabili protagonisti del film “Mediterraneo”), e l’uso di sequenze di film provenienti dalla ricca Cineteca del Museo. La concezione ideologica che ha portato alla nuova “formulazione” del Museo vuole segnare il passaggio ad una funzione più ampia ed interattiva della struttura stessa svincolandola dal semplice luogo di conservazione della memoria:il visitatore passerà dall’Area Espositiva, con le sale dedicate alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee, all’Area Incontri, per ospitare eventi legati alla montagna, all’Area Documentazione, dove è possibile studiare le montagne nella Biblioteca Nazionale CAI e nelle raccolte di Documentazione del Museo.
di marinella fugazza – marino periotto