La Biblioteca più grande dell’antichità | Sudate Carte Curiosità IV edizione
Dicembre 12, 2005 in Sudate Carte da Stefania Martini
Il colossale progetto della Biblioteca di Alessandria d’Egitto fu concepito da Tolomeo I, faraone che governava l’Egitto dopo la conquista di Alessandro Magno, avvenuta nel 332 a.C.
Nell’intenzione di Tolomeo la Biblioteca doveva contenere la più grande collezione di libri mai vista prima, trasformandosi in punto di raccolta di tutto il sapere umano.
Il progetto di Tolomeo I era molto ambizioso ed ispirato alle fonti secondo cui già circa mille anni prima, durante il regno di Ramses II (XIX dinastia), esisteva una biblioteca che raccoglieva circa 20.000 rotoli di papiro.
I lavori per la costruzione della biblioteca alessandrina iniziarono intorno al 290 a.C., e fu Tolomeo II il Filadelfo, figlio e successore di Tolomeo I, il sovrano che maggiormente contribuì all’ampliamento dell’archivio e del numero di testi che trovarono posto nella biblioteca.
Secondo quanto riportato da Galeno nei suoi scritti, Tolomeo II ordinò che tutti i libri presenti sulle navi che facevano scalo ad Alessandria, porto commerciale tra i più attivi dell’intero Mediterraneo, venissero ricopiati, che gli originali fossero trattenuti e che ai possessori fossero restituite le copie.
Alcuni storici attribuiscono al Filadelfo anche l’appello a tutti i sovrani della terra perché inviassero ad Alessandria qualunque opera in loro possesso, su qualsiasi argomento.
Dal punto di vista architettonico, la Biblioteca di Alessandria era costituita da due edifici separati: La prima e più importante (contenente più di 500.000 rotoli, tra opere originarie e copie), era edificata all’interno del complesso del Museum, centro di cultura greca attrezzato per le indagini mediche, astronomiche e biologiche creato nei pressi del palazzo reale.
Nell’adiacente anfiteatro di anatomia e all’osservatorio astronomico, i più grandi uomini che fino allora il genere umano avesse prodotto, studiavano filosofia, geografia, meteorologia, anatomia, geometria, astronomia, in piena libertà: nel 244 a.C., Erastotene aveva calcolato la circonferenza terrestre commettendo un errore di soli 70 km, su un totale di 40.000.
La seconda, invece, decisamente molto più piccola e modesta (circa 43.000 rotoli), era la biblioteca del Serapeo, esterna al palazzo e destinata all’uso dei profani, costituita dal materiale scartato dalla biblioteca madre.
Dopo due secoli di splendida ed intensa attività, nel 47 a.C. le legioni di Giulio Cesare entrarono in Alessandria d’Egitto e diedero fuoco alla Biblioteca. Un terzo dei 700.000 volumi andò distrutto.
Guerre e conflitti successivi, tra cui quello tra l’Imperatore Aureliano e Zenobia di Palmira (270 – 275 d.C) danneggiarono ulteriormente le strutture murarie e gli edifici originari.
Nel 392 d.C. un gruppo di monaci cristiani, per i quali la Biblioteca rappresentava una minaccia per i contenuti dei libri che custodiva, alcuni molto distanti dalle ideologie della Chiesa, bruciarono i restanti due terzi.
La gloria culturale di Alessandria d’Egitto, il fulgore della sua prestigiosa biblioteca che per secoli aveva saputo unire nel nome della conoscenza e del sapere le popolazioni del Mediterraneo, cadde nell’oblio e fu dimenticata.
Il 16 ottobre 2002, sopra le ceneri della più grande biblioteca dell’antichità, è stata inaugurata la nuova biblioteca di Alessandria d’Egitto, le cui mura esterne di granito riportano le incisioni dei 4 mila caratteri che rappresentano tutti gli alfabeti del mondo.
di Stefania Martini