Atti di Guerra
Febbraio 13, 2006 in Spettacoli da Roberto Canavesi
Per lo spettacolo sulla guerra del “Progetto Domani”, Luca Ronconi ha scelto “Atti di guerra. Una trilogia” di Edward Bond, articolato copione che vede la luce nel rinato Teatro Astra: ed una volta tanto si vuol proprio partire dalla location, uno spazio per anni abbandonato al proprio destino, ancor oggi sono visibili in alcune strutture interne le ferite dell’incuria e del tempo, ma finalmente oggi restituito a vita nuova.
Trattandosi di trilogia, “Atti di guerra” è spettacolo complesso, e di non certo agevole fruizione, che affronta alcuni temi archetipici del pensiero umano: la guerra come la pace, l’onore come la gloria, la distruzione come la violenza. Una scrittura diretta e senza mediazioni, quello di Edward Bond, drammaturgo inglese classe 1934, per un attento ed inquietante ritratto di una società “monster” dove sono all’ordine del giorno il traffico dei bambini come la speculazione sul prossimo, la cieca barbaria verso i propri cari o il mancato rispetto di ogni forma di solidarietà. Materia universale che Luca Ronconi, da grande ed attento studioso critico del testo, trasforma in una perfetta quanto cinica macchina teatrale, attraversata da creature uscite da film dell’orrore, e continuamente pervasa da un alone di morte e terrore, che regala, soprattutto nella prima parte, la più intensa in assoluto, suggestive pagine di teatro.
Se in un passato più o meno recente si potevano ricondurre guerre e violenze alla volontà divina, piuttosto che all’inattaccabile corso del destino, oggi, sembra suggerirci Bond nella sua trilogia, solo l’uomo ha il pieno potere del proprio destino: e con nessun altro, se non che con se stesso, deve prendersela per l’insorgere di conflitti ed epocali drammi. La sete del successo, la costante ricerca di una ricchezza sempre più stella cometa dell’agire umano, il desiderio di potere, sembrano esser gli inquietanti stimoli che muovono la volontà del singolo in un presente ricco di contraddizioni e di focolai pronti a trasformarsi in pericolosi falò di morte e violenza.
Sulla scena, in questo gioco al massacro dove la guerra e la società si articolano in pericoloso incontro-scontro, splende la luce di un carismatico Massimo Popolizio, kafkiano interprete di continue metamorfosi interpretative che lo portano ad interpretare, all’interno della stessa serata, fino a tre differenti parte, piuttosto che a vestire i panni di una donna per rappresentare il deliro umano di una coscienza abbandonata al proprio destino e pervasa da un cieca sete di violenza e denaro.
Insieme a Popolizio, attore che certo non scopriamo oggi per bravura e di intensità, il solito nutrito cast che caratterizza le produzioni del Progetto Domani, un’ensemble di interpeti abili nel rendere in scena il crudo linguaggio di un Edward Bond che con la sua trilogia arriva, in maniera forse provocatoria, a fornire una personale ma molto attuale interpretazione sulle moderne ferite di una società minata alle fondamenta da profonde contraddizioni.
“In tempi difficili sarebbe umano fare del bene, ma in tempi difficili il bene non si può fare”; così parla uno dei “mostri” di Bond.
Una denuncia? Una provocazione?
Un’amara verità, forse.
Certo un’affermazione che non può lasciar insensibili. E gli “Atti di guerra” di Luca Ronconi più di uno scossone lo regalano.
di Roberto Canavesi