Il colore bianco
Febbraio 14, 2006 in Spettacoli da Stefano Mola
Attenzione. Stiamo per presentare uno dei quattro eventi che il Teatro Regio offre al pubblico internazionale nell’ambito di quel ricco cartellone che sono le Olimpiadi della Cultura (gli altri sono Boh$BqN(Be, Manon Lescaut e La Tempesta). Lo spettacolo $B!&(Bprodotto dal Regio con la citt$B!&(Bdi Torino $B!&(BTorinodanza in collaborazione con la Regione Piemonte.
Prima di schiacciarci il naso contro, vogliamo fare un passo indietro, lasciarlo per un attimo sullo sfondo, un passante nella folla che satura le strade di Torino, mai cos$B!&(Bpiccole, mai cos$B!&(Bpiene di gente.
Che cosa sono le Olimpiadi? La risposta facile $B!&(Buna serie di atti sportivi, con tutto il loro carico di storie e di drammaticit$B!&(B di epica (avreste altri aggettivi per descrivere l’arrivo della gara di fondo di domenica 12, con Piller Cotter bronzo?). Non $B!&(Bancora questo il punto. I Giochi sono contaminazione. Sono l’atleta del Kenia che sfila alla cerimonia inaugurale. Sono i campioni professionisti di Hockey su ghiaccio accanto alla casalinga disoccupata britannica del curling. Sono il caleidoscopio del mondo concentrato per due settimane in una serie ristretta di luoghi. Sono campioni e vite sconosciuti che diventano familiari, sono termini tecnici usati fino a cinque minuti prima sconosciuti usati con passione nelle discussioni davanti a un piatto di pasta.
Che cosa c’$B!&(Bdi meglio, di pi$B!&(Brappresentativo, di uno spettacolo che nasce proprio dalla fusione di forme espressive diverse? Come dice il regista, Giorgio Barberio Corsetti, sono quadri fatti di corpi, brandelli di testo, prodezze acrobatiche, voli e cadute, danze sfrenate, battaglie, momenti di calma in attesa della prossima impresa e quindi teatro, acrobati, musica dal vivo, danza, canto. Poco fa abbiamo per$B!&(Bdetto che la rima pi$B!&(Bfacile per la parola sport olimpico era epica. Allora ecco che la storia dietro tutta questa commistione $B!&(Bispirata alla Edda di Snorri, raccolta di miti e leggende del profondo Nord, raccolte dal poeta di corte islandese Snorri Sturluson.
Come tutta l’epica, si intrattiene con le grandi domande (come inizi$B!&(Bil mondo, l’universo? C’era qualcosa prima?). Lo lasciamo l$B!&(Bcome un foglietto sotto la porta, ma forse, dopo anni di pensiero debole, di crollo dei castelli di sabbia delle grandi ideologie, abbiamo di nuovo bisogno di confrontarci con le Grandi Domande. Soprattutto, abbiamo bisogno di farlo in un modo nuovo, di allontanarci dallo scontato. Di sporgerci verso il baratro, senza attaccarci alle corde consuete, consunte, infide. Allora, perch$B!&(Bno? Perch$B!&(Bnon provare ad accostarsi all’epica nordica, nelle olimpiadi invernali, con uno spettacolo che, parere personale, domanda in primo luogo di essere scoperto?
Accanto a Corsetti hanno lavorato la coreografa belga originaria del Mali Fatou Traor e lo scrittore Edoardo Albinati. Le scene sono di Giorgio Barberio Corsetti e Cristian Taraborrelli. I costumi Cristian Taraborrelli. Le installazioni video di Fabio Massimo Iaquone. Le musiche sono di Gianfranco Tedeschi e Daniela Cattivelli. Gli attori, danzatori e acrobati? Tutti molto giovani, da diversi paesi: Emanuela Guaiana, Federica Santoro, Fortunato Cerlino, Peppino Mazzotta, Filippo Timi (attori); Claire Laureau, Luca Alberti, Fran$BmP(Bis Brice, Peter Jasko, Andrej Petrovic, Mitsiko Shimura (danzatori); Virginie Fremaux, Sophie Kantorowicz, Diane Vaicle, Julien Lambert, Xavier Martin, Fury Benaji Mohamed, Axel Minaret, Kiluangi Runge (acrobati).
Vi chiederete dove e quando, a questo punto. Il dove $B!&(Buno spazio nuovo, uno chapiteau appositamente allestito nel Parco della Tesoreria (Corso Francia 192). Il quando? Debutto gioved$B!&(B16, alle 21. Repliche tutte le sere, alla stessa ora, fino al 28 Febbraio.
di Stefano Mola