La verità del ghiaccio di Dan Brown
Marzo 2, 2006 in Libri da Barbara Novarese
La maggior parte degli ammiratori di Dan Brown, ha conosciuto lo scrittore tramite uno dei libri più discussi degli ultimi cinque anni: “Il codice da Vinci”. In realtà, esso rappresenta l’ultimo scritto in ordine cronologico ma il primo ad essere stato tradotto in lingua italiana, seguito da “Angeli e Demoni” e da “La verità del ghiaccio” o “Deception Point”, uscito nelle librerie da pochi mesi. Il titolo è stato tradotto molto liberamente, ma ha il vantaggio di lasciare maggior spazio all’immaginazione piuttosto che quella letterale, che suonerebbe più o meno così: “Punto d’inganno”.
Un satellite della NASA, un oggetto inconsueto, il ghiaccio artico, scienziati, analisti, omicidi, cospirazione e inganno costituiscono la struttura di un’avventura ai confini del mondo. Il tutto viene condito con nozioni di biochimica e tecnologia avanzata che trova riscontro tra i ringraziamenti, astutamente posti al termine dell’opera. L’autore segue lo stesso schema di tutti e tre gli altri suoi romanzi e non si smentisce nemmeno con la nota stampata in prima pagina: “questo libro è un’opera di fantasia…” che viene parzialmente confutata da un’altra posta in quella seguente: “ La….esistono nella realtà, così come tutte le tecnologie descritte in questo romanzo!”.
Eh si, a Dan Brown piaceva stupire i suoi lettori con intrighi e segreti, ancor prima di diventare famoso con il Codice da Vinci. Egli mescola la realtà alla fantasia e, con grande abilità letteraria, ci rivela che la verità non è ciò che appare, ma ciò che appare non è solo immaginazione. Ci conduce in un mondo di incertezze come se la società fosse una specie di Matrix, un enorme trombe d’oeil disegnato da alcuni uomini grigi (come scrisse Ramtha in “L’ultimo valzer dei tiranni”) da cui dipendono azioni e reazioni. E noi? Solo pedine, illuse di vivere la concretezza della vita.
I suoi libri, riconosciuti come thriller, hanno particolare affinità con il Novel: genere letterario inglese nel quale fantastica è solo la storia che si narra; carattere, ambiente e azioni sono realistici o comunque verosimili. Ed è proprio questa verosimiglianza, plausibilità ma non verità certa, a travolgere qualsiasi lettore decida di leggere i suoi libri (anche solo per curiosità, pur non amandone il genere).
Egli alterna i capitoli, presenta la storia da due differenti angolazioni, con lo scopo di generare una reazione a catena che impedisce di interrompere la lettura: la curiosità di sapere come continua l’episodio precedente non è meno forte di procedere con il suo reciproco… una specie di gioco perverso che solletica continuamente la bramosia di sapere.
Personalmente, resto in attesa della traduzione italiana del suo primo libro: “Digital Fortress”, poi si vedrà… forse ne scriverà altri.
Scritti da Dan Brown:
di Barbara Novarese