…quando l’Uomo rubò…
Agosto 17, 2006 in il Traspiratore da Redazione
Esistono delle persone, a questo mondo, in grado di rendere tutto possibile. Mai capitato di incontrarne una?
Ci stavo pensando l’altra sera, quando, col pc acceso e il succo di frutta dimenticato in un bicchiere di carta da chissà quanto tempo, provavo distrattamente ad immaginarmi tra 20 anni.
Mi chiedo sinceramente che senso abbiano i miei voli pindarici, quando non so se sarò ancora viva domani, ma sognar non costa nulla e in questo periodo di emozioni “for free” cerco di renderle anche open source. Utili e modificabili.
Piccolo panegirico di quando non si sa che scrivere. Mi guardo intorno, c’è un po’ di traffico nella mente, lo confesso, sono nei giorni di punta e si è rotto il semaforo. E le strade alternative sembrano tutte anonime e imboccarle non sempre è una decisione furba.
Penso che almeno una volta nella vita bisognerebbe ascoltare “Somewhere over the Rainbow”, qualsiasi versione, basta che la si ascolti, in certi momenti.
E’ che non riesco a partorire neppure invettive contro qualcuno, di solito sempre fluenti nei pensieri di ciascuno di noi, e non penso di essere utile in questo momento neppure come dispenser di buoni consigli, né di poter risollevare le sorti del mondo, visione alquanto velleitaria, me ne rendo perfettamente conto, ma quando ci si sente vuoti si pensa sempre in grande…
Tipo, prendete uno come Prometeo… uno che, scomodo nella sua posizione di semidio people-oriented, decide un bel giorno di fare un favore all’umanità in toto, si arma di coraggio, ruba la scintilla e la regala agli uomini a costo del suo fegato…
Che fegato, ragazzi! Che fegato…
In una sera di frasi sconnesse e di pensieri affogati nella stanchezza di una giornata uguale a troppe altre, questi sono i pochi idoli cui la mia mente si affida per non rischiare l’annegamento.
Decido di concedermi ancora qualche ora di vita. Prometeo, mi hai salvata stavolta.
Dicevo, voi riuscireste ad immolarvi così totalmente, così caparbiamente, così (forse) inconsciamente? Assurdo. Folle, vero? Da pazzi.
O da innamorati.
E comunque, cosa ho fatto io invece nella mia vita? Non mi chiamo Alexandros, di cognome non faccio Bonaparte, non ho ancora tratto i dadi né attraversato il Rubicone, mi è bastato un semplice Po dalle acque gelide e grigie, e non sono nata in Egitto con i capelli neri, lisci e un aspide per amico. Insomma… ben lungi da quella gente che, alla mia età, aveva le chiavi del mondo.
Mi ritrovo a condurre la mia anonima esistenza in un’Augusta Taurinorum più occupata a scrollarsi il grigiore dalle vesti invece che ad accorgersi che il ballo è già iniziato. E io seguo a ruota.
Forse.
O forse no.
Alla fine sono sempre quella che si brucia col fuoco, che non usa firewall sul pc, che ama la carne alla brace invece che al microonde, o anche, secondo alcuni, una folle eretica degna di rogo…
Pensate, il mio è un segno di fuoco, quando si dice il destino…
A volte penso che dovrei foderarmi l’animo d’allume.
Intanto… intanto con Morgan (ex Bluvertigo) che scorre nelle cuffie penso…
…pensa…
…pensa e ripensa…
…pensa e ripensa e ripensa ancora…
E’ quando l’Uomo rubò per la prima volta il fuoco agli dei che si spalancò un mondo nuovo.
Ed è quando l’Uomo ruba il fuoco alla propria anima che ci si innamora… Mai capitato?
di D. Argirò