Lanzarote, la isla de fuego
Agosto 2, 2006 in Viaggi e Turismo da Stefania Martini
L’isola di Lanzarote si trova nell’arcipelago delle Canarie, a circa 100 chilometri dalla costa africana del Marocco.
La sua origine vulcanica ne caratterizza completamente il paesaggio: il caratteristico colore brunito della roccia lavica si estende a perdita d’occhio, ovunque vaghi lo sguardo.
Dai paesaggi lunari delle pendici dei vulcani spenti allo sfondo dei campi coltivati di ortaggi rigogliosi, nei “muretti” a secco ovali che proteggono le dolci viti di malvasia dalle sferzate dei venti caldi atlantici e ne trattengono l’umidità, nelle sassose pareti che si tuffano a strapiombo verso il mare o degradano su spiagge di soffice sabbia dorata.
Al centro dell’isola, il Timanfaya, la Montagna di fuoco, il vulcano che la domina.
Il Timanfaya è una vera e propria catena montuosa, che si erge su oltre 300 crateri e distese di lava che arrivano fino alla costa occidentale dell’isola.
Questa zona fu dichiarata Parco Nazionale nel 1974 e dall’UNESCO “Riserva Mondiale della Biosfera” nel 1993.
Il Parque Nacional de Timanfaya si estende su una superficie di circa 51,07 km² dove sono avvenute, nel corso delXVIII secolo grandi e distruttive eruzioni (l’eruzione del 1730 durò per ben 6 anni) che hanno lasciato in eredità un paesaggio mozzafiato, da film di fantascienza: non a caso, furono girate qui alcune scene del cult “2001 – Odissea nello spazio”.
Il simbolo del Parque è un dispettoso diavolo, “El diablo”, disegnato da Cesar Manrique, artista di fama internazionale, originario dell’arcipelago.
Il Parco è visitabile con un percorso guidato: i turisti vengono condotti sui sentieri tracciati tra cenere e lapilli, come in mezzo ad un Sahara di dune scure, senza punto di riferimento apparenti, a bordo di pulmini. Una guida illustra la storia dell’isola, la sequenza delle eruzioni e le ripercussioni che ebbero sulla vita dei villaggi di contadini che da sempre abitano Lanzarote.
Con il sottofondo di questa spiegazione, il tour percorre uno slalom tra i crateri che qua e là appaiono a bordo strada: bocche brunite spalancate verso il cielo, dal quale è facile immaginare possa sprigionarsi da un momento all’altro un fiotto incandescente di lava.
Anche se il vulcano è ormai addormentato da molti anni, sotto la bellissima superficie lunare cova ancora un’anima bollente: ad appena pochi centimetri di profondità, temperature superiori ai 140°C bruciano rami secchi che la guida appoggia a contatto con la roccia.
Questo ed altri esperimenti “geologici” stupefacenti sono la dimostrazione dell’enorme potenza che ancora si nasconde sotto Timanfaya.
Ma Lanzarote non è solo il Parco. E’ acqua limpida e spiagge bianche come quelle di Papagayo e Playa Blanca, che attirano i turisti nella zona meridionale dell’isola. Vecchi villaggi di pescatori offrono ai visitatori tutte le comodità delle località di villeggiatura, unite ad un’atmosfera tranquilla e rilassata, difficile da trovare sulla più conosciuta Gran Canaria.
Dalla parte opposta Puerto del Carmen, la cittadina più nota, diventata in pochi anni località turistica attorno al piccolo porticciolo, conserva tuttavia le caratteristiche del villaggio, con le sue tradizioni e i suoi sapori, le spiagge poco affollate.
Infine, Arrecife, la capitale, che conserva il suo castello di San Gabriel e la fortezza di San Josè, dove trova sede anche il Museo dell’Arte Contemporanea.
di Stefania Martini