Luigi Filippini per Traspi.net
Agosto 16, 2006 in Musica da Redazione
Torna tra le mura di una delle più belle città medievali, la quinta edizione con la direzione artistica di Massimo Manzi.
Gubbio No Borders, rassegna artistica incentrata sulla musica jazz e ambientata nella suggestiva cittadina umbra, compie cinque anni. Abbiamo intervistato Luigi Filippini, direttore e coordinatore dell’intera manifestazione.
Come valuta questa tanto attesa quinta edizione del Gubbio No Borders?
Molto positivamente. Giunti ormai nel vivo della rassegna, possiamo sicuramente parlare di un evento dove l’ascolto è il grande protagonista. In questa edizione è stata Francesca Sortino a garantire un vero e proprio esordio propedeutico all’ascolto. Poi Fresu, probabilmente il migliore di sempre e non solo sul suolo nazionale, ha garantito qualità artistica e presenza sul palcoscenico sempre ai massimi livelli. Ma anche Javier Girotto e Aires Tango, una proposta piuttosto “forte” data la loro decisa connotazione politica; non tutti avrebbero avuto il coraggio di presentarla.
Come ha risposto la gente a questa edizione del 2006?
La risposta è stata estremamente positiva e l’affluenza è cresciuta. C’è stata, a mio avviso, una forte curiosità rispetto agli altri anni.
Aspetti negativi o migliorabili?
L’unico aspetto negativo è stato il tempo: la situazione atmosferica purtroppo non è stata delle migliori, con pioggia e temperature più basse rispetto alla norma. E’ stato un vero peccato l’aver dovuto spostare l’attesissimo concerto di Kenny Wheeler dalla suggestiva cornice del Teatro Romano al Teatro comunale.
Aspetti positivi?Beh, ad esempio nessuna data è stata rimandata, e questo è un dato molto importante in manifestazioni del genere. L’organizzazione è stata perfetta.
Due parole sull’evento Umbria Jazz: amici o rivali?
Nessuna rivalità, posso dire che pur essendo una manifestazione minore, Gubbio No Borders mantiene degnamente il suo DNA basato sulla musica Jazz ma anche su altre forme artistiche di spettacolo.
Si riferisce alla satira e alle altre attività presenti in scaletta?
Proprio così. La satira, che quest’anno vede due personaggi di indubbio spessore come Vergassola e Riondino è stata preceduta dal grande cinema di Bertolucci che ha incantato la platea del cortile del Palazzo Ducale. Nonostante questi eventi sembrino allontanarsi dalla connotazione jazzistica, in realtà costituiscono un vero e proprio legante, dato che si basano anch’esse sulla musica.
Ci diceva che l’organizzazione è stata perfetta. Avete incontrato difficoltà a portare sul palco ospiti così importanti come quelli che abbiamo applaudito in questa edizione?
Inutile nasconderlo, la grande qualità artistica degli ospiti deve moltissimo al direttore artistico Massimo Manzi: essendo anche lui un musicista è stato relativamente facile contattare i vari personaggi.
Un’ultima domanda: che direttive avete considerato per quanto riguarda l’utilizzo dei proventi?
Non ci sarà alcun lucro. Gli incassi saranno completamente reinvestiti in attività artistiche e culturali messe in atto nel comune di Gubbio. Ritengo sia un punto di estrema importanza per la crescita della nostra città.
La ringrazio dell’intervista e le auguro buon lavoro per le rimanenti serate.
Grazie, buon lavoro anche a lei e arrivederci a Gubbio.
di Gianfranco Catullo