Il 7 novembre l’Auditorium Rai di Torino ospiterà in cantante Ligabue. Non canterà sue canzoni, ma parlerà di sè leggendo un’opera inedita: le sue poesie. Nel volume Lettere d’amore nel frigo (Giulio Einaudi editore, con una prefazione di Nico Orengo) sono raccolte 77 poesie scritte da Luciano. Questo modo di parlare di emozioni rappresenta una nuova esperienza, un esordio ma anche un ritorno al gusto di raccontare storie e sentimenti di persone e personaggi.

C’è il padre morente, il figlio che cresce, ma anche la strana insegnante di educazione fisica, l’antipatico Marzio, c’è la bambina scappata di casa tanto tempo fa. Non solo storie. La sua è una raccolta che alterna analogie e rimandi ad improvvisi «intervalli». Poesie che non hanno una morale ma che non hanno paura ad affermare che nella vita occorre «accettare meraviglia» ed essere, sempre e comunque, come «un paio di farfalle | dure a morire».

Nei testi si vedono le tracce della poesia americana del Novecento, ma senza desiderio di imitazione. Una lezione appresa e sviluppata secondo un proprio modo di sentire.

La sua voce, anche nelle poesie, è inconfondibilmente e solo sua.

La lettura che dei propri testi che Ligabue tiene all’Auditorium rappresenta un vero e prorpio “fuori programma”, presentato da Ernesto Ferrero. L’evento fa parte degli evento di Torino Capitale mondiale del libro, in collaborazione con la casa editrice Einaudi.