Natty Petrosino – Donna Dell’Anno 2006 a Saint Vincent
Dicembre 4, 2006 in Attualità da Adriana Cesarò
La Donna dell’Anno 2006 arriva dall’Argentina e si chiama Natty Petrosino. Il suo cognome italiano appartiene alla storia della famiglia Petrosino, legata ad una discendenza che è emigrata in Argentina. Natty, sorretta da una profonda fede il suo monito è: “pregate, e vi verrà dato, cercate e troverete, bussate alla porta e vi verrà aperta”.
Venerdì 1° dicembre, presso il Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, si è svolta la premiazione e la consegna dei premi alle tre candidate finaliste della nona edizione “La Donna dell’Anno”. Presentatore Massimo Giletti ”Ogni anno presento questo evento con grande felicità perché valorizza il ruolo della donna nella società, nella cultura, nella politica. Un premio che mette in evidenza donne che si impegnano e lottano, in prima persona, affrontando grandi temi umanitari.”
Le tre candidate finaliste sono state presentate, al folto pubblico presente, attraverso dei filmati che li ritraeva nella loro terra, negli ambienti in cui lavorano, in mezzo alla gente che soffre. La Giuria del Premio Internazionale, presieduta dal Presidente del Consiglio Valle d’Aosta, Ego Perron, e dalla Principessa Maria Gabriella di Savoia, presenti all’evento, hanno scelto la vincitrice tra le candidate finaliste: Noorjehan Abdul Magid, mozambicana, e Lina Zinov’Evna Saltykova, russa. Invitate a salire sul palco, hanno ricevuto una targa a ricordo dell’evento e cinquemila euro ciascuna.
A congratularsi con le vincitrici, Marilena Pesarese (Donna dell’Anno 2003) e Joya Malali, deputato afgana che vive sotto scorta e (Donna dell’Anno 2004). Ospite Livia Azzariti medico e presentatrice della Rai con il programma “Uno mattina”. Reduce da un viaggio in Etiopia insieme a chirurghi e operatori di Operations Smaile. ”Un impatto da essere paralizzata per la miseria immensa che si riscontra – ha spiegato Azzariti – in dieci giorni sono stati operati più di settanta bambini, affetti da labbro leporino.”
Quando sono stata operata, durante la fase di anestesia ho avuto un incontro con il Signore – ha spiegato Natty – questa è la mia verità, in seguito, ho scelto di seguire la mia vita terrena andando per le strade ad incontrare ed aiutare le persone che soffrono.
Da quel momento la sua vita cambia, abbandona gli agi e incomincia a cercare nelle strade della natia Baiha Bianca, nella provincia di Buenos Aires, i bambini, gli invalidi, gli anziani e i vagabondi. Per sette anni si prende cura di loro nella sua casa e successivamente costruisce un asilo chiamato “Hogar Peregrino San Francesco de Asis”. Negli anni ’80, durante la crisi, cucina giornalmente settemila pasti. Dal 1988 lascia l’asilo nella mani delle suore per potersi dedicare completamente ai popoli indios in via di estinzione quali i Maouches, i Huarpes e i Wichis.
La premiazione è stata caratterizzata da momenti musicali con la bravissima soprano Arianna Donadelli accompagnata dalla pianista Viviana Zanardo.
Profilo delle due candidate finaliste 2006
Noorjehan Abdul Magid è nata nel 1971 a Maputo, Mozambico. Nel 1998 si laurea in medicina e dal 2001 è direttore clinico dell’ospedale centrale di Maputo. Nel 2002 aderisce al programma Dream della Comunità di Sant’Egidio che introduce la terapia antiretrovirale dell’Aids in Africa. Attualmente è la dottoressa con il più alto numero di malati in cura e con la più grande esperienza nella cura dell’Aids. Ha contribuito alla nascita di un servizio di assistenza domiciliare sia sociale che sanitaria dei malati che non riescono a raggiungere l’ospedale. Gestisce all’interno del reparto maternità un centro per la prevenzione della trasmissione del virus da madre in figlio. Il suo è l’impegno di una donna musulmana che aiuta il rinascere del Mozambico, rendendola una figura di riferimento per tutta l’Africa.
Lina Zinov’Evna Saltykova è nata in Unione Sovietica nel 1941. Già da bambina ha dovuto superare momenti terribili per la sua condizione di ebrea, per molti anni ha lavorato in diversi istituti scientifici di ricerca e nel 1989 è diventata cristiana. Nello stesso anno incontra Padre Aleksandr Men che la porta nella clinica pediatrica russa RDKB in cui inizia a prestare la sua opera con un piccolo gruppo di volontari. Successivamente il gruppo diventa una organizzazione no profit che prende il nome di “Fondo pubblico regionale di beneficenza per l’aiuto ai bambini gravemente malati e indigenti”. Tale attività sostiene specifici progetti di ricerca scientifica e prevede la fornitura di medicinali per i bambini più poveri.
di Adriana Cesarò