Non sono pazzo?
Dicembre 21, 2006 in Racconti da Redazione
Un mal di testa quella mattina…. Tutta la notte spesa tra mille incubi, riapro gli occhi e sento voci dappertutto, pur essendo solo in casa. Basta, mai più straordinari in teatro, mai più costringere i musicisti a fare le ore piccole, lo spettacolo venga come venga, ma la salute prima di tutto.
Vestito di vestaglia e ciabatte, mi trascino in cucina a prepararmi un caffè nero bollente. Da lontano continuo a sentire bisbigli e colpi di tosse: la radio è spenta e la tv non ce l’ho. Con la tazza in mano mi avvicino alla sala prove, contigua al mio appartamento; apro appena la porta e…
2– Cosa? E lasciamo le prove così, a metà?
1– Ma non vedi che non è rimasto più nessuno? Siamo rimasti solo noi!
3– Ricordati che fai parte di un’orchestra di musica classica: non hai ancora smesso la veste per citare Vasco Rossi!
1– Ho capito ma ho fame!
2– Ho capito ma che fretta c’è?!
1– Chi è che non doveva fare citazioni rock-pop?
3– Ragazzi smettetela! Oggi ci sono gli gnocchi, non so voi ma io corro!
1 e 2 – No aspetta arriviamo anche noi!!
2– Paghi tu, stavolta, ricordi!
1– NO!
2– SI!
1– Noooooo
Stop. Devo assolutamente uscire di casa; una boccata d’aria, quattro passi per le vie del centro non possono che farmi bene. Dopo tutto, forse è colpa mia: troppo stress, la tensione per la prima dello spettacolo ogni giorno più alta, è normale che poi uno sia stanco e – ma sì non c’è di che preoccuparsi – senta dei bassi e contrabbassi scambiarsi due chiacchiere in amicizia…. Devo stare tranquillo, il tempo di indossare cappotto e scarpe e mi fiondo fuori di qua, prima di impazzire.
Subito l’aria frizzante del mattino mi sferza il viso, e già mi sento meglio.
Passeggio sul selciato porfidato alzando lo sguardo al cielo; un giorno un amico conosciuto a Budapest mi confidò che, per combattere i momenti difficili, le giornate storte, camminava con lo sguardo rivolto verso l’alto, per consolarsi l’animo con immagini architettoniche: balconi, finestre, lampioni…
Rivolgo così anch’io il mio sguardo verso l’alto ma…
oh che giornata stupida..
ma che giornata ma che giornata..
Manca il sole manca il raggio di luce che illumina il mio abito
Nessuno mi guarda…
Sono appesa al niente.. si si a te caro amico che però da quando ci siamo sposati non mi guardi più
certo ci pensi tu a guardare te stessa e non fai più caso alle mie parole
Oh.. ma guardati! Quanto sei bella! Il tempo non è riuscita a cambiarti. Io e te la mia immagine riflessa.. la mia gemella
La mia chioma bionda inalterata col tempo, anche con gli acidi delle piogge di oggigiorno! Cattivi!!!!
La mia linea è sempre sottile le mie curve morbide, non ho preso un grammo…
e poi mi vedo con la bandiera.. un amore infinito.. che non morirà mai!
Queste sono allucinazioni!
Un altro caffè, ecco quel che mi ci vuole. L’importante è non farsi prendere dal panico: è successo a tutti di essere un po’ stanchi, di sentire voci (quelli di solito sono pazzi però!!), di essere un po’ esauriti.
Un bar, la mia salvezza! Mi avvicino fiducioso, mi sto già pregustando l’effetto benefico di questo secondo caffè sulla mia psiche, ma la serranda è abbassata e il bar chiuso. Sfiga!
Un CLUB notturno, chissà che spettacoli ad arrivarci all’ora giusta…
Mi rassegno a cercarne un altro, quando dalle mie spalle sento un motivetto che sottovoce mi si insinua nelle orecchie…
Just music!
Only for the masses
Only for young people!
Only you in the Universe
WE are the Family
We are BAR CLUB
Your club
Your …
Music!
Aiuto, aiuto, aiuto!!! Sento gli oggetti parlare! E sono il solo, visto che ad accorgersene non c’è nessun altro!!!
Urge mantenere i nervi saldi ed informarsi sul da farsi. Internet! Vado su un bel motore di ricerca, imposto la chiave “Oggetti parlanti” e vediamo che salta fuori. Di corsa a casa.
Peccato che Internet non l’abbia mai usato, che sono un completo ignorante di informatica e, soprattutto, che non abbia mai acquistato un computer in vita mia.
Sposto la mira e mi dirigo verso un internet point.
Mi accomodo nella mia postazione, le cuffie alle orecchie e le poche istruzioni datemi dal ragazzo all’entrata a tenermi compagnia. Allora, vediamo: www.goog…
Cerca immagini, proviamo a schiacciare questa opzione…
non posso essere pazzo…
Fermi immobili!
Son riuscito a fermare il tempo..
Magritte mio eroe mio idolo
guarda queste anime che provano a camminare
bloccate nelle maglie della rete
saranno risucchiate nel Net appena proveranno a ribellarsi
nessuna libertà
solo la mia
solo la mia casa può essere libera da questo mostro di amenità, fugacità
FIN
Quando si scattano immagini si vorrebbe che non restassero una fruizione personale. A volte. Succede che le si fa vedere ad amici. Capita che questi amici abbiano delle idee… un po’ strampalate.
Questo racconto vive tutto per colpa di Mola. Lui, il fotografo ha commesso il reato. Quello di renderle accessibili su internet. Esistono graduatorie di “reati”.. e c’è chi ne ha coommessi, forse, di più gravi. Ad esempio Modena, che ha pensato bene di guardare cosa avesse captato l’occhio del ragazzo con la macchina fotografica.
Probabilmente l’ora tarda, o forse un po’ di sana pazzia nella sua mente si sono formate delle parole, delle frasi.. che davano la parola agli scatti… e li facevano vivere.. una delle tante vite improbabili loro possibili
Il pazzo diventa esuberante quando trova un complice, Ventura, che come un cavaliere di ventura errante ha completato l’opera.
Tutti insieme ti auguriamo, lettore che sei capitato su questa pagina, un Natale ricco di gioia e di sorprese belle calde emozionanti…
di C.Modena S.Mola G.Ventura