Calcio: si riparte
Febbraio 9, 2007 in Sport da Tomas
La follia aveva preso il sopravvento quel venerdì sera a Catania e le cronache sportive avevano dovuto lasciare spazio purtroppo alla cronaca nera, ai bollettini dei feriti, alla guerriglia tra tifosi e forze dell’ordine. E la follia non si era accontentata, portandosi via anche la vita di un agente della polizia di stato, Filippo Raciti, oltre che parte dell’amore per il calcio, già segnato dai terremoti giudiziari del 2006.
E così il calcio si era doverosamente fermato per decisione immediata del Commissario della FIGC Pancalli. Tutti i campionati, dalla serie A ai tornei giovanili. Ma non poteva essere un semplice blocco per onorare i funerali di un “grandissimo uomo” come lo ha definito la moglie, non doveva solo permettere che “i ragazzi riflettano, la sportività è una cosa bella, la violenza fa male. Essere grandi si dimostra col rispetto” come sempre la moglie diceva nel Duomo di Catania ricordando il marito. Era necessario che il governo prendesse delle decisioni severe e precise, affinché possa ritornare la serenità e normalità sui campi.
E così dopo i soliti dibattiti televisivi, gli schiamazzi di chi è abituato ad urlare per commentare un rigore non dato, un fuorigioco inesistente od un goal annullato, le richieste di aiuto allo Stato e le rare ammissioni di colpa degli addetti ai lavori, il governo ha partorito il decreto legge che molti sportivi si aspettavano.
Dopo varie riunioni tra i vertici del calcio ed i ministri Melandri, Amato e Gentiloni, vengono così disposti i seguenti provvedimenti:
– partite a porte chiuse per gli impianti non ancora a norma
– divieto di vendita in blocco di biglietti per i tifosi in trasferta
– reclusione da uno a quattro anni per chi lancia o utilizza negli stadi o nelle immediate adiacenze razzi, bengala, petardi, fumogeni, bastoni od oggetti contundenti; la pena è aumentata in caso di danni alle persone e di sospensione della partita
– reclusione da sei mesi a tre anni e multa da 500 a 2.000 euro per chi viene trovato in possesso dei predetti mezzi atti a offendere
– l’ambito della flagranza ampliato a 48 ore per i delitti sopra illustrati
– applicabilità delle misure di prevenzione (anche patrimoniali) anche a persone indiziate di aver agevolato manifestazioni di violenza (cosiddetto DASPO)
– reclusione da cinque (anzichè tre) a quindici anni per il reato di violenza a pubblico ufficiale commesso da gruppi con armi o mezzi atti a offendere
– inasprimento del divieto per le società sportive di corrispondere agevolazioni a soggetti condannati o associazioni di cui fanno parte i medesimi soggetti (la sanzione amministrativa sarà da 20mila a 100mila euro)
– snellimento delle procedure per adeguare gli impianti.
Ulteriori misure di prevenzione sono state adottate con un separato disegno di legge, tra cui l’organizzazione di iniziative per promuovere nelle scuole i valori della cultura sportiva, la redazione di un codice di autoregolamentazione per le trasmissioni televisive e radiofoniche di avvenimenti calcistici e relativi commenti e l’abbassamento a 7.500 spettatori della soglia minima sancita nelle norme di sicurezza dei decreti Pisanu.
Tra le varie decisioni prese dal governo, quella che più ha messo in crisi i presidenti delle società calcistiche è stato sicuramente quello dell’inasprimento delle norme di sicurezza negli stadi.
Inasprimento in realtà dovuto alla cancellazione di tutte le deroghe esistenti, che finora permettevano a stadi ancora non a norma di essere aperti al pubblico.
E questo ha provocato le lamentele di presidenti e giocatori, che si erano detti pronti a non giocare nemmeno questo fine settimana. Però, solo dopo aver annunciato che il calcio era pronto a tornare al calcio giocato già da subito, per non darla vinta ad un manipolo di delinquenti e perché “The show must go on”, il business non può essere fermato e le perdite dell’azienda calcio cominciavano già ad essere calcolate con gli interessi dei secondi che passavano.
La Lega Calcio guidata da Matarrese ha dovuto quindi subire vari scossoni, tra i quali anche la paventata richiesta di dimissioni annunciata dal presidente del Palermo Zamparini, seguito però da nessun collega, mentre il Coni di Petrucci e la FIGC guidata ancora da Pancalli, al quale è stato prolungato il periodo di commissariamento, mantenevano salde le loro posizioni al fianco del governo, dimostrando che la follia può essere per lo meno tenuta lontana.
E così riparte il calcio, dopo che l’ennesima giornata di follia aveva macchiato il giocattolo più amato dagli italiani.
Riparte con i club che accettano di giocare a porte chiuse “Nel rispetto delle decisioni prese dal governo e dei tifosi” come commentato da Matarrese alla fine di una “giornata infernale”.
Riparte con la 23a giornata, sia per la serie A che per la B, in diurna al sabato ed alla domenica alle ore 15.
Riparte con l’ Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, guidato dal vice capo della polizia Manganelli, che deciderà di volta in volta gli impianti a norma e quelli no, e che per questo week end ha concesso i permessi a soli 5 stadi di serie A (Cagliari, Genova, Roma, Palermo e Torino) mentre in serie B solo la scappatoia della soglia minima di spettatori (10mila) permette il disputarsi delle partite a porte aperte a La Spezia, Arezzo, Crotone, Rimini e Vicenza.
Serie A
ASCOLI (Stadio del Duca) – NON ADEGUATO
ATALANTA (Atleti Azzurri) – NON ADEGUATO
CAGLIARI (Sant’Elia) – A NORMA
CATANIA (Massimino) – NON ADEGUATO
CHIEVO VERONA (Bentegodi) – NON ADEGUATO
EMPOLI (Castellani) – NON ADEGUATO
FIORENTINA (Franchi) – NON ADEGUATO
INTER e MILAN (Meazza) – NON ADEGUATO
LAZIO e ROMA (Olimpico)- A NORMA
LIVORNO (Picchi) – NON ADEGUATO
MESSINA (San Filippo) – NON ADEGUATO
PALERMO (Barbera) – A NORMA
PARMA (Tardini) – NON ADEGUATO
REGGINA (Granillo) – NON ADEGUATO
SAMPDORIA (Ferraris) – A NORMA
SIENA (Franchi) – A NORMA
TORINO (Olimpico) – A NORMA
UDINESE (Friuli) – NON ADEGUATO
ALBINOLEFFE (cfr. Atalanta) (Atleti Azzurri) – NON ADEGUATO
AREZZO (Comunale) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
BARI (San Nicola) – NON ADEGUATO
BOLOGNA (Dall’Ara) – NON ADEGUATO
BRESCIA (Rigamonti) – NON ADEGUATO
CESENA (Manuzzi) – NON ADEGUATO
CROTONE (Scida) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
FROSINONE (Matusa) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
GENOA (cfr. Sampdoria) (Ferraris) – A NORMA
JUVENTUS (cfr. Torino) (Olimpico)- A NORMA
LECCE (Via del Mare) – NON ADEGUATO
MANTOVA (Martelli) – NON ADEGUATO
MODENA (Braglia) – NON ADEGUATO
NAPOLI (San Paolo) – NON ADEGUATO
PESCARA (Adriatico) – NON ADEGUATO
PIACENZA (Garilli) – NON ADEGUATO
RIMINI (Neri) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
SPEZIA (Picco) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
TREVISO (Tenni) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
TRIESTINA (Rocco) – NON ADEGUATO
VERONA (cfr. Chievo) (Bentegodi) – NON ADEGUATO
VICENZA (Menti) – capienza inferiore a 10.000 spettatori
Riparte alla ricerca del sorriso, sperando che non rifaccia gli stessi errori di sempre, e che abbia lo sguardo rivolto allo spirito olimpico, che dovrebbe sempre battere nei cuori di tutti gli sportivi.
di Tomas