Macbeth al Teatro Carignano
Marzo 16, 2007 in Spettacoli da Roberto Canavesi
TORINO – Fedele al vecchio adagio “squadra che vince non si tocca”, Valter Malosti, reduce della fortunata parentesi di “Disco pigs”, affronta una nuova scommessa teatrale in compagnia della ballerina e coreografa Michela Lucenti: dopo l’incontro con la moderna drammaturgia dell’irlandese Enda Walsh, Malosti si cimenta ora con uno dei classici del teatro scespiriano, quel “Macbeth” da sempre pretesto per grandi sfide e riletture più o meno fedeli all’originale.
In un Teatro Carignano al canto del cigno, prima della chiusura per i previsti lavori di ristrutturazione, vanno in scena, nella moderna traduzione di Raul Montanari, tre ore abbondanti per dipingere la sanguinaria parabola omicida di Macbeth e Lady Macbeth, simboli viventi di un’assurda sete di potere, destinata ad accecare ed annientare l’animo umano: al centro di un allestimento caratterizzato da una grande coralità risalta un’attenta, ed a tratti maniacale, indagine su di un corpo umano analizzato, scandagliato, pervaso da fremiti espressivi che talvolta lo riducono alla guisa di grottesco pupazzo, piuttosto che impegnarlo in tarantolate e nervose danze di morte. Ed è proprio il movimento, rapsodico o misurato, agito o semplicemente evocato, ad assurgere al ruolo di protagonista in un turbinio emotivo dove le scene chiave, su tutte il suicidio di Lady Macbeth e l’avanzamento della foresta di Birnam, sono risolte in maniera lineare senza fronzoli od orpelli di alcun genere. Tre atti attraversati da un evidente cromatismo scenografico che, se nella prima parte si mantiene su toni abbastanza neutri, nella seconda esplode in un sanguinario crescendo di rosso per poi “implodere” in un finale di un luminoso bianco per nulla simbolo di candore, semmai impietoso ritratto di una collettiva follia: danza, colori ma anche tanta musica, dal Macbeth di Verdi a frammenti tecno e sonorità melodrammatiche, nell’itinerario sonoro ideato da Fabio Barovero che abbraccia un vasto universo popolare con contaminazioni di musica sacra e profana.
Valter Malosti e Michela Lucenti tratteggiano con bravura i coniugi assassini, lui ostinata maschera di potere e di sangue, lei creatura più aerea e multiforme sempre pronta a vivere kafkiane metamorfosi per sciogliersi in sequenze di ballo dove ben risaltano le doti di ballerina e coreografa: insieme a loro dividono la scena il sempre bravo Graziano Piazza e Irene Ivaldi, i coniugi Macduff, l’ispirato Banqo di Emanuele Braga e il Re Duncan dallo scandinavo eloquio di Veli-Pekka Peltokallio.
Si replica fino a domenica 25 marzo.
Informazioni
“Macbeth” di William Shakespeare, nella traduzione di Raul Montanari: una produzione Teatro di Dioniso/Fondazione del Teatro Stabile di Torino: adattamento e regia di Valter Malosti.
Torino, Teatro Carignano, fino a domenica 25 marzo: feriali ore 20.45, festivi ore 15.30.
di Roberto Canavesi