A passeggio con Messer Tulipano
Maggio 8, 2007 in Arte da Barbara Novarese
Magia di primavera o estate baldanzosa e irriverente, impaziente di divenir protagonista?
Il cielo è azzurro, il sole è caldo, giornata perfetta per tuffarsi tra incantesimi e pozioni, profumi ed essenze, fiori, uccelli, legno, acqua, natura e vita… Circondati da tulipani variopinti e messaggi musicali, c’incamminiamo attraverso i sentieri indicati dal vento. Semplicemente passeggiamo, senza fretta, senza l’ansia di raggiungere una meta, senza la percezione che il tempo possa esaurirsi. Osserviamo la perfezione dei colori, le innumerevoli striature, le sfumature addolcite dall’ombra ed esaltate dai bagliori. I rami degli alberi dondolano animati da aliti dispettosi, così le foglie si agitano e lasciano filtrare la luce, in un gioco di sublime perfezione. Sediamo ad osservare la danza dei petali, respirando il profumo della campagna che racchiude in sé il mistero stesso della sua origine. Ondeggiano raffinati, si piegano, si rialzano, si voltano, abbassano il capo; con eleganza ruotano per civettare con gli alberi secolari, sembrano ridere e fuggire ma restano lì, in quell’unione perfetta tra giganti e bambini… i primi per proteggere, i secondi per colorare secoli di saggezza. Alberi e tulipani, ogni anno insieme, per celebrare la primavera!
Cullati dalle note del “Flauto Magico”, restiamo incantati dinnanzi a quella coreografia surreale, sovrana di gnomi, folletti e spiritelli di bosco. Ma quanto tempo è trascorso? Ore o minuti? Saranno i delicati bulbi a rallentare il tempo o il giardino incantato del Castello di Pralormo? Che cosa importa se si tratta d’amore o di magia… che importa se stiamo dormendo o siamo svegli… Forse è reale quel tintinnio di fata, forse è solo fantasia…
Oltre lo stagno popolato dalle lenticchie d’acqua, si snoda un sentiero di erbe aromatiche e rifugi per volatili: alcuni sono gabbie dall’aspetto barocco, altre sembrano casette da fiaba; si trovano sparse qua e là in mezzo alla vegetazione dove crescono insieme un tulipano rosa, della melissa, fragole selvatiche e lamponi. Dove l’uomo tenta di uniformare per convivere, la natura non si pone quesiti: resta armoniosa e creativa, senza veli né imposizioni.
Proseguiamo il nostro vagare in discesa, verso la serra e la grotta delle streghe.
Dal calore del sole i cui raggi si incendiano attraverso i vetri antichi, al freddo odore di umido nel mistero di paioli e sortilegi. Può una serra apparire tanto romantica ed una cantina tanto enigmatica? Si, certo che può… se ritornano alla mente le fiabe raccontate dalla nonna. Giardini rocciosi in miniatura, fontane zen da cui sgorga una fonte rigenerante di vita, arredi di tempi passati, scialli bianchi e giochi di legno.
Restiamo qui, per sempre…
di Barbara Novarese